Antonio Salvati La Stampa 23/7/2012, 23 luglio 2012
Qual è lo stato di salute dei conti del Comune di Napoli? Dipende a chi viene posto il quesito. «Ad un passo dal baratro», se a rispondere è Riccardo Realfonzo, fino a cinque giorni fa assessore al Bilancio
Qual è lo stato di salute dei conti del Comune di Napoli? Dipende a chi viene posto il quesito. «Ad un passo dal baratro», se a rispondere è Riccardo Realfonzo, fino a cinque giorni fa assessore al Bilancio. «Situazione appesantita, certo non siamo a Montecarlo, ma mi sembra che l’allarme sia ingiustificato», è l’opinione di Salvatore Palma, ex presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune, chiamato dal sindaco De Magistris a sostituire proprio Realfonzo. Un avvicendamento, spiega quest’ultimo, frutto di una tensione nata quando «dissi al sindaco che l’alternativa era tra il dichiarare il dissesto o mettere in campo incisive azioni di risanamento. Lui scartò il dissesto ma ha anche sempre resistito alle politiche di risanamento». Sì, ma i debiti? «Non abbiamo aumentato di un euro il debito del Comune di Napoli, stimato intorno al miliardo di euro - rendiconta Realfonzo -, ma la situazione di liquidità è grave e questo per la scarsissima qualità dei residui attivi, i crediti, in bilancio». Sentite Palma: «Prendere in considerazione sola la massa debitoria, che è comunque consistente, è un errore. Ad esempio, analizzando gli indici di liquidità la situazione potrebbe essere quasi bilanciata vista la grossa mole di crediti che vanta il Comune». Che la giunta De Magistris abbia ereditato una situazione di bilancio preoccupante, è un fatto noto. Tanto che il sindaco, lo scorso mese, si è recato direttamente da Napolitano. Nella relazione al previsionale 2011 Realfonzo sottolineava la «difficoltà della riscossione dei crediti, il cui totale supera i 3,3 miliardi di euro, dovuta alle previsioni di entrata degli anni passati formulate in maniera ottimistica e non realistica e la grave inefficienza dei meccanismi di riscossione». Già nel mese di agosto, dopo la trionfale cavalcata dell’armata arancione, la giunta si è trovata nella difficoltà di reperire i soldi per il pagamento degli stipendi dei dipendenti. Solo una manovra, quella del 2011, improntata al rigore e al taglio dei troppi rivoli di spesa che da Palazzo San Giacomo sgorgavano copiosi, aveva permesso di non sforare il Patto di Stabilità. «Ho gestito una situazione delicatissima – sottolinea Realfonzo – e ho faticato non poco, nel maggio scorso, a fare approvare una delibera di giunta che imponesse una ricognizione straordinaria dei residui attivi presenti in bilancio e quindi facesse finalmente emergere il buco di bilancio ereditato dal passato». Per Realfonzo ci sono una mole di crediti che vanno cancellati perché di dubbia esigibilità. «Certo non meno di 400 milioni», la stima. Per Palma le priorità è un’altra: «La prima cosa che ho chiesto agli uffici è di velocizzare il processo di formalizzazione del rendiconto 2011 che Realfonzo, con la revisione dei residui, aveva bloccato; per settembre dovrà essere pronto. La mole dei crediti? Dobbiamo velocizzarne la riscossione, questa è una delle leve da utilizzare per creare un ciclo virtuoso per il Comune». Nella relazione al bilancio di previsione del 2012 è sottolineato «il grave rischio che il rispetto del Patto di Stabilità determini il blocco delle spese per lavori con gravi ripercussioni sull’economia cittadina». Ora, se la situazione è difficile perché cambiare assessore? «In giunta esiste un partito della spesa – sottolinea Realfonzo – che è incompatibile con la situazione dei conti. Non le dico quando ho fatto passare una delibera che limitava le spese alle sole indispensabili». «Snellire le partecipate, combattere l’evasione e velocizzare la riscossione dei crediti», la ricetta di Palma. «Le affermazioni di Realfonzo? Ho grossa stima di lui e spero che questi allarmi siano frutto di uno slancio emotivo».