Stafano Altobelli, 23/7/2012, 23 luglio 2012
Pellegrini vita da imbattuta «Sono la Phelps dello stile libero»– E ora si Giochi, con Fede. London calling, Federica Pellegrini
Pellegrini vita da imbattuta «Sono la Phelps dello stile libero»– E ora si Giochi, con Fede. London calling, Federica Pellegrini. La donna che si accinge a disputare «le gare della vita»: cercherà di difendere l’oro nei 200 sl che non perde dal 2007, proverà a riscattarsi nei 400, che perse a Pechino. Due gare che ha sempre vinto nei due Mondiali disputati in questo quadriennio e delle quali è primatista stagionale ma inseguitrici mondiali (6ª e 9ª in classifica). Poi si dedicherà alla 4x200 con le compagne che stanno diventando «toste come me». Federica, siamo al dunque: l’Olimpiade come comincia per lei? «Indossando l’abbigliamento olimpico, che è sempre una grande emozione per me: essere azzurra olimpica è una condizione davvero particolare, fa un certo effetto. A me ha fatto ancora piangere. Mi sento davvero onorata e fortunata avere questa divisa. Io sono molto patriottica. Questo per rispondere a chi pensa non lo sia, e che avrei dovuto portare la bandiera. Ma io ho le gare subito dopo». Quando vedrà sfilare Valentina Vezzali cosa penserà? «Lei si merita questo ruolo, io la cerimonia la vedrò come le altre due: davanti al maxi schermo in piazzetta, in mezzo agli altri, con i compagni». Per vedere a Londra esclusivamente le sue gare in tanti si stanno mobilitando: quando gareggerà nei 200, nascerà il calendario di calcio... «Mi esalta molto questa attesa, vedere che grazie ai miei risultati siamo riusciti ad avere quest’attenzione. Mi fa piacere che grazie anche a me questo sport minore chiamato nuoto siamo riusciti a farlo crescere. Mi sembra di aspettare i Mondiali in casa, sento la stessa aspettativa di Roma 2009. Già mettere in dubbio se vedere le mie gare o pensare alla serie A, è una soddisfazione personale enorme. Ho dimostrato al mondo che le italiane possono e sanno vincere. Ho aperto una breccia». E adesso quanta responsabilità sente? «In questo mi sento responsabile solo e unicamente di me stessa, certo mi piacerebbe contribuire ai risultati dell’Italia, intanto gareggio per essere più in alto possibile». Gli altri sport come le vede? «Non si può bussare sempre da noi, gli altri sport facciano la loro parte, guardino alla loro base. Da noi c’è un gran movimento dietro». Quattro anni dopo è cambiato tutto, per lei? «Sono andata oltre l’immaginabile. Mi fa piacere, anzi mi rincuora, tutta questa visibilità perché è venuta soltanto grazie ai risultati ottenuti in acqua. Se sono andata oltre il nuoto, è solo per questo. Io non ho avuto bisogno di niente e nessuno per farmi notare. E non ho iniziato a fare questi risultati per diventare famosa, ma lo volevo perché questa è la mia passione. Tutto quello che è venuto dopo le medaglie è un processo extra, ma sinceramente non ci pensavo. Non era questo l’obiettivo». Si riferisce anche al gossip scatenato l’anno scorso per la storia con Filippo Magnini? «Anche: quello che proviamo tra noi due va oltre il gossip». Lei per la prima volta ha parlato di voler "staccare" un po’ dopo Londra. Vuole spiazzarci ancora? «Sono stati otto anni incredibili attraverso queste tre Olimpiadi, capisco che una vita tranquilla non lo potrò mai avere, non che sia un... casino, ma nel senso buono del termine. Ma finora ho sempre vissuto così, e dovrei meritarmi di allentare un po’ tutto questo. Al ritorno da Londra compirò 24 anni...e non so più come dire che nel 2013 non metterò famiglia!». Quando pensa ai suoi record mondiali, cosa le scatta in testa? «Quei tempi non li guardo, si facevano con superbody che aiutavano tutti, si sa. Ogni anno della vita agonistica, cronometricamente è a se stante. Se mi chiede i tempi per Londra, io dico che bisogna fare un po’ meno dei Mondiali di Shanghai (1’55"58, 4’01"97, ndr) ma rimando sempre lì, con tempi buonissimi...Mi sono allenata per riuscirci: sono pronta mentalmente e voglio raggiungere obiettivi non solo cronometrici». Tradotto: medaglie... «Il lavoro viene fuori sempre, e in questo senso sono molto fiduciosa. A me piace la lotta, la lotta è ciò che mi piace di più perciò non ved l’ora di gareggiare. Devo posizionare alcune cose, a Londra. Mi preoccupa di più vincere...facilmente, a me le cose facili non sono mai piaciute». Non ha mai avuto tante avversarie così pericolose. «Ma tutte sanno che sono la donna da battere, tutti sanno chi è la numero 1. E questo devo dimostrarlo soprattutto a me stessa». Pronta a sbancare, allora? «Voglio vivere un’Olimpiade serena, lottando, sapendo che ho dato e fatto tutto ciò che bisognava fare. Voglio sentirmi proprio bene». Insaziabile e imbattibile: lei come Phelps? «Vorrei pensarlo, paragonarmi a lui che è il più grande di tutti, è troppo. Ma per quanto riguarda lo stile libero mi ci metterei anche io. La storia dello stile libero femminile negli ultimi anni l’ho fatta io». A proposito di fenomeni americani: a Pechino nel 2008, il cestista Kobe Bryant è venuto apposta a vedere le sue gare, ha fatto di tutto per conoscerla ed incontrarla. Non si fece niente per il veto di Marin...? «Io sono molto timida, avevo ancora gare da fare, non si è riusciti a combinare l’incontro pubblico». Ma a chi vorrebbe chiedere adesso l’autografo nel Villaggio? «Non ho mai chiesto un autografo in vita mia! Al Villaggio basta vedere certi campioni, io sono una grande osservatrice... arrivi al Villaggio e sembrano tutti impazziti: ci sono sempre reazioni molto strane». Non ha miti, dunque? «Gli unici miti sono mamma e papà, sono la parte fondamentale della mia vita». Ha sempre voluto finalizzare la preparazione a Verona: prima di Atene i compagni le regalavano un pelouche. «Brembilla mi prendeva in giro "vai forte più di un maschiaccio". E scriveva poesie sul libro di Castagnetti». A Londra come penserà ad Alberto? «Lo penso ogni giorno che entro in acqua». La Cina è stata la sua fortuna... «Già, la Cina ha cambiato la mia vita». E ora come potrebbe cambiarla ancora? «Sono soddisfatta del lavoro svolto fin qui e spero non finirà qui. I cambi sono derivati dal fatto che ho sempre cercato qualcosa in più dalla preparazione. Sono umana, ogni tanto posso sbagliare anche io o posso essere stanca anche io. Ma sono contenta di avere questi problemi: sono normale». E dunque cosa vorrà dimostrare? «Niente, a nessuno. I miei risultati parlano da soli: a Londra vado solo per me stessa».