www.cinquantamila.it/fiordafiore 16/7/2012, 16 luglio 2012
La discesa in campo di Berlusconi • Dopo Valentino: i Fondi sovrani stanno comprando l’Italia • In autunno ci consegneremo alla Troika? • La Germania, la Merkel e i giudici di Karlsruhe • Il ministro Vittorio Grilli vuole vendere il nostro patrimonio pubblico • Le difficoltà della Cina • Il patto per Anna Maria Tarantola I dubbi di questa settimana riguardano: gli effetti della sesta discesa in campo di Berlusconi (vedi anche l’articolo di Mentana), l’assalto all’Italia dei cosiddetti fondi sovrani, il fatto che in autunno potremmo effettivamente chiedere soldi in prestito alla Troika (Fmi, Ue, Bce), i giudici di Karlsruhe che potrebbero impedire alla Germania di aderire allo scudo anti-spread, se Moody’s abbia ragione o no ad aver degradato un’altra volta il nostro debito, le condizioni a cui il nuovo ministro Vittorio Grilli vuole vendere il nostro patrimonio pubblico, le conseguenze sul mondo della crisi cinese sempre più evidente, le condizioni a cui Anna Maria Tarantola è diventata presidente della Rai
La discesa in campo di Berlusconi • Dopo Valentino: i Fondi sovrani stanno comprando l’Italia • In autunno ci consegneremo alla Troika? • La Germania, la Merkel e i giudici di Karlsruhe • Il ministro Vittorio Grilli vuole vendere il nostro patrimonio pubblico • Le difficoltà della Cina • Il patto per Anna Maria Tarantola I dubbi di questa settimana riguardano: gli effetti della sesta discesa in campo di Berlusconi (vedi anche l’articolo di Mentana), l’assalto all’Italia dei cosiddetti fondi sovrani, il fatto che in autunno potremmo effettivamente chiedere soldi in prestito alla Troika (Fmi, Ue, Bce), i giudici di Karlsruhe che potrebbero impedire alla Germania di aderire allo scudo anti-spread, se Moody’s abbia ragione o no ad aver degradato un’altra volta il nostro debito, le condizioni a cui il nuovo ministro Vittorio Grilli vuole vendere il nostro patrimonio pubblico, le conseguenze sul mondo della crisi cinese sempre più evidente, le condizioni a cui Anna Maria Tarantola è diventata presidente della Rai. Berlusconi Mercoledì scorso 11 luglio Berlusconi ha annunciato al mondo che «molti imprenditori mi chiedono di tornare in campo» e che secondo i sondaggi di Alessandra Ghisleri un partito con lui candidato premier avrebbe un bacino di elettori potenziali pari al 30 per cento, un partito con candidato premier Alfano starebbe tra l’8 e il 10. Repubblica ha subito esibito un sondaggio Ipr secondo cui o con lui o con Alfano il Pdl (o come si chiamerà) prenderà sempre un 30%, Bersani ha definito il ritorno del Cav «agghiacciante», nello stesso Pdl – che Berlusconi ha intenzione di ri-chiamare “Forza Italia” – la notizia ha gettato parecchia gente nello sgomento, Alfano – degradato di colpo a semifantoccio - sarebbe stato visto piangere e, in un colloquio riservatissimo, avrebbe detto «qua non arriviamo manco al 20 per cento», intanto si sa che Berlusconi vuole far fuori quasi tutti, non solo la Minetti, che gli aveva dato del “vecchio” nelle intercettazioni e a cui il Cav ha chiesto brutalmente di dimettersi dal consiglio regionale lombardo (lei vuole in cambio un contratto con Mediaset per condurre un programma), ma persino pezzi grossi come Maurizio Gasparri, La Russa, Tremonti, tutta gente che si farà un partito per conto suo (sta nascendo anche un partito di Giorgio Stracquadanio, un altro di Oscar Giannino, un terzo di Vittorio Sgarbi, primi smottamenti della prossima grande valanga) e in genere insiste con «facce nuove, facce pulite» (è la sua versione del grillismo). Il punto è: come reagiranno i cosiddetti mercati alla riapparizione del Cav? Berlusconi ha dato un’intervista alla Bild – il primo giornale tedesco per diffusione e anche il più grande giornale europeo – in cui sostiene di non volere l’uscita dall’euro, ma solo una «Germania più europea, piuttosto che un’Europa più tedesca». La chiave è però in una frase detta a Bruno Vespa e pubblicata dal Quotidiano Nazionale: il mio ritorno – dice – serve soprattutto a «blindare Mario Monti dai falchi del nostro partito che spingevano per andare al voto anticipato con l’obiettivo di poter mettere mano alle liste elettorali». Cioè, anche nella prossima legislatura, Berlusconi si proporrebbe di sostenere un governo Monti, magari alleandosi con l’Udc e con il Pd. Con il Pd? Sì, con il Pd: il Cav e Casini non vogliono che nella nuova legge elettorale il partito vincitore o la coalizione vincitrice abbiano un premio di maggioranza troppo consistente. In questo modo, il partito vincitore o la coalizione vincitrice dovranno trattare con loro per formare il governo. E al primo punto della trattativa ci sarà la permanenza di Monti alla presidenza del Consiglio, modo elegante per tenere lontano da palazzo Chigi Bersani. Fondi sovrani Cominciamo dal fatto che l’emiro del Qatar, per accontentare la seconda moglie, s’è comprato per 700 milioni di euro la maison Valentino (cifra pari a 25 volte il margine operativo lordo dell’azienda, prezzo cioè inesistente). Ci sarebbe da fare un discorso solo dedicato al Qatar e a questo emiro, di nome Hamad bin Khalifa Al-Thani, il quale, con gli enormi profitti del petrolio e soprattutto del gas, sta facendo shopping di grandi magazzini, marchi di lusso della moda, delle automobili, dei gioielli, alberghi sontuosi, canali televisivi, squadre di calcio (il Psg, che ha rilevato dal Milan Ibrahimovic e Thiago Silva girando a Berlusconi 65 milioni). Più importante per noi è la consapevolezza che il 36% della Borsa italiana è posseduta da 72 Fondi sovrani e che in 58 casi su 72 gli azionisti di questi Fondi sovrani sono del tutto sconosciuti. La facilità con cui si possono comprare asset italiani dipende dai bassi prezzi di Borsa. Persino finti colossi come Unicredit o Intesa sono a portata di mano e infatti qualche settimana fa il fondo russo Pamplona, facendosi prestare i soldi da Deutsche Bank, s’è preso un 5% di Unicredit, (Deutsche Bank, tra l’altro, ha un’opzione d’acquisto di un altro 5% della medesima Unicredit, il gruppo di maggiori azionisti di Unicredit è a questo punto formato da russi, arabi di Abu Dhabi, libici, ecc.) [Leggi qui altri dettagli]. Prestiti in autunno A domanda sull’eventualità che l’Italia si faccia prestar soldi dalla Troika, Mario Monti ha risposto: «Sarebbe ardito dire che l’Italia non avrà mai bisogno di questo o quel fondo». Si suppone, con molto fondamento purtroppo, che questa scelta potrebbe risultare inevitabile in autunno a causa dell’ostinazione con cui lo spread resta sopra i 450 punti, tendendo piuttosto ai 500 che ai 400. Ce la stiamo cavando faticosamente facendoci prestare soldi a breve – il tasso è più basso -, ma non è una strategia di lungo respiro. Gli interessi sul debito ci costano adesso 85 miliardi e l’anno prossimo, restando così, quasi 90. Berlusconi, lo scorso autunno, rifiutò i 60 miliardi offerti in prestito dal Fmi e poco dopo finì gambe all’aria. Il prestito ci farebbe pagare interessi più bassi, magari anche del 3-4%, ma autorizzerebbe la Troika a venir da noi come ha fatto con la Grecia. Quindi: cessione di sovranità, tagli di tredicesime, licenziamenti di massa ecc. (come ha deciso adesso Rajoy in Spagna, annunciando un massacro da 65 miliardi e rassegnandosi alle manifestazioni di centinaia di migliaia di inutilmente indignati) [Leggi qui altri dettagli]. Germania Sul cosiddetto scudo anti-spread (il fondo Esm che compra Btp, sostenendone i corsi quando i mercati vendono troppo) bisogna tenere d’occhio Karlsruhe e non Berlino. Da Berlino, domenica scorsa, la Merkel ha dichiarato: «Qualunque tentativo di dire siamo solidali ma senza controllare nulla, senza contropartita, non avrà alcuna possibilità con me o con la Germania». Questa però è solo propaganda. La vera partita è a Karlsruhe, dove siedono i giudici della Corte costituzionale. Questi signori stanno esaminando le caratteristiche del nuovo fondo Esm e delle richieste sullo scudo di Mario Monti, per decidere se sono compatibili o no con le leggi tedesche. Hanno chiesto cinque settimane per pensarci, e questo tempo potrebbe già bastare per farci finire all’inferno. Ma alla fine è più probabile che dicano no, anziché sì: la Germania ha già quasi 500 miliardi impegnati in Europa. Il parere di Karlsruhe è vincolante. Moody’s Moody’s ha degradato il nostro debito portandolo da A3 a Baa2 (siamo a due passi dalla spazzatura) soprattutto per ragioni politiche: l’agenzia di rating – in clamoroso conflitto di interessi – ritiene che il ritorno dei partiti sulla scena, dopo le elezioni del 2013, avrà effetti devastanti. Grilli Monti ha rinunciato alla carica di ministro dell’Economia promuovendo Vittorio Grilli, fino a quel momento suo vice (però «continuerà ad avermi al suo fianco»). Il neo-ministro, nella prima intervista col direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, ha annunciato l’intenzione di vendere, a colpi dell’1% l’anno, il nostro patrimonio pubblico: in questo modo il debito scenderebbe al 100% del pil entro il 2017. L’acquirente sarebbe la Cassa depositi e prestiti, pubblica, ma i cui conti sono fuori dal perimetro dello Stato, perché amministra i soldi (privati) che depositiamo nei conti correnti postali. A rigore è un trucco, ma le omologhe tedesche e francesi, per migliorare i bilanci dei rispettivi stati, hanno fatto di peggio (la nostra Cdp s’è anche fatta prestare 20 o 25 miliardi all’1% dalla Bce…). Cina I cinesi, dieci giorni fa, hanno tagliato il tasso di sconto al 6%, cosa che certifica le difficoltà in cui si trovano (il taglio del tasso è un tentativo di stimolare gli investimenti). Pechino è alle prese con una bolla immobiliare, le amministrazioni locali sono piene di debiti, il tasso di crescita del Pil non supererà il 7-7,5%, il che per loro è una frenata pazzesca. Le difficoltà cinesi significano ulteriore indebolimento della domanda, quindi meno esportazioni ecc. Rai Anna Maria Tarantola ha avuto il gradimento della commissione parlamentare di vigilanza (31 voti su 40) e lunedì 16 luglio s’è insediata alla presidenza della Rai. Che cosa ha ceduto Monti per avere i voti dei berlusconiani? Il diritto per costoro di negoziare non solo i nomi dei direttori di rete e di tg che non siano sotto il controllo del Pd (Raitre), ma anche quello di metter bocca sulle nomine per Rai fiction, Rai cinema e altre divisioni importanti e danarose. In questo modo si arriverà a un risanamento dell’azienda? Si annunciano tagli tra i duemila giornalisti, il canone pagato attraverso la bolletta della luce e quindi impossibile da evadere, ecc.