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 2012  luglio 20 Venerdì calendario

I bravi rom di Cacciari? Rapinatori - «I loro figli vanno a scuola daanni, igenitorilavorano, regolar­mente, nella raccolta del ferro»

I bravi rom di Cacciari? Rapinatori - «I loro figli vanno a scuola daanni, igenitorilavorano, regolar­mente, nella raccolta del ferro».Pa­rola di Massimo Cacciari, allora sin­daco di Venezia che regalava villet­te ai rom. Il «ferro» era in realtà oro purissimo, meglio se tempestato di diamanti. E il termine «raccolta» puòtranquillamenteesseretradot­to con «rapina». Ieri una delle reali attività degli zingari cui il Comune di Venezia aveva donato le lussuo­se abitazioni in zona Mestre è stata svelata dai poliziotti della squadra mobile di Genova, che li ha arresta­ti per una serie di colpi messi a se­gno ai danni di rappresentanti di preziosi. Alcuni rom finiti in manette vive­vano infatti nel residenziale «parco privato» di Mestre, abusivamente in parte recintato, dove la polizia ha avuto difficoltà nell’accesso per svolgere le indagini. L’ordinanza di arresto firmata dal gip di Genova spiega che i componenti della «ban­da degli zingari » sono stati arrestati perché, proprio tra febbraio e giu­gno 2008, avevano messo a segno una mezza dozzina di colpi nel Nord Italia ai danni di rappresen­tanti di preziosi, cominciando da Genova e proseguendo a Valenza, Tortona, Ferrara, Formiggine di Modena e Vicenza. L’indagine ha messo in luce la particolare profes­sionalità della banda che operava sempre con la stessa tecnica, aggan­ciando la vittima a bordo di autovet­ture, pedinandola, utilizzandorice­trasmittenti. Accertata la condizio­ne più favorevole, la banda entrava in azione distraendo i rappresen­tanti e, utilizzando diversi strata­gemmi tra cui la rottura di un vetro o la foraturadi un pneumatico del­l’autovettura della vittima, la co­stringevano a fermarsi per poi ruba­re il campionario. Il bottino era stato di circa 500mi­la euro. E mentre i banditi metteva­no a segno le rapine girando in su­percar Audi e Bmw intestate alle mogli o cugini, alcuni parenti avrebbero percepito altri sussidi dalla giunta di sinistra al governo in Comune. La tecnica per depredare le vittime variava a seconda delle esigenze. In un caso erano riusciti a farsi fare un duplicato delle chiavi dell’auto del rappresentante diret­tamente da un concessionario au­torizzato, mostrando libretto di cir­colazione e documenti falsi. In altri casi avevano piazzato un rilevatore gps sotto l’auto da svaligiare e, fo­randone le gomme, costringevano il conducente a fermarsi e allonta­narsi per chiedere aiuto. A quel punto rompevano i vetri e portava­no via le valigette blindate. Ieri le manette sono scattate per Patrizio Hodorovich, 25 anni, Giu­seppe Hodorovich, 25 anni, Paolo Hodorovich, 39 anni, Romeo Hodo­rovich, 37 anni, Willi Hodorovich, 40 anni, mentre per Romeo Hodo­rovich, 37 anni, la misura restrittiva è stata notificata in carcere a Vene­zia, dove era detenuto per altri rea­ti. Gli investigatori hanno arrestato anche Stefano Braidic, 44 anni, e notificato il provvedimento a Clau­dio Braidic, 41 anni, rinchiuso in una cella del carcere di Udine. Se la «banda degli zingari» era il braccio delle rapine, per il colpo messo a se­gno a Genova i «cervelli»dell’orga­nizzazione erano altri italiani. Fra loro una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, il genovese ex «mago dello scasso» Roberto Te­sta, 70 anni.