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 2012  luglio 21 Sabato calendario

La Procura di Trani ha aperto un’inchiesta penale sui tassi Euribor, ma l’ad della European Banking Federation (Ebf), Guido Ravoet, ha escluso che un numero ristretto di banche possa manipolare il tasso che gli istituti di credito applicano fra di loro e che viene preso, in particolare quello a tre mesi, come riferimento per indicizzare i mutui

La Procura di Trani ha aperto un’inchiesta penale sui tassi Euribor, ma l’ad della European Banking Federation (Ebf), Guido Ravoet, ha escluso che un numero ristretto di banche possa manipolare il tasso che gli istituti di credito applicano fra di loro e che viene preso, in particolare quello a tre mesi, come riferimento per indicizzare i mutui. L’Euribor viene determinato da un gruppo di 43 banche, tra cui quattro italiane: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Ubi. Il pm Michele Ruggiero ha costituito un pool di esperti indipendenti per accertare le gravi manipolazioni dei tassi Euribor, i cui danni agli italiani, che hanno stipulato mutui, sono stimati da Adusbef in almeno tre miliardi di euro. Ma la reputazione delle banche è messa in discussione anche dallo scandalo sulla manipolazione del Libor, l’equivalente inglese dell’Euribor, cioè il tasso interbancario che viene calcolato tutti i giorni a Londra dalla British bankers’ association (Bba) e che rappresenta il livello degli interessi a cui le banche si prestano dollari sui brevi periodi (3-6 mesi) per poi rimetter in circolo il denaro magari in prestiti per l’auto. Il caso scoppiato in casa del colosso britannico Barclays, ha finito per coinvolgere le più grandi banche al mondo. Tra gli istituti potenzialmente nel mirino degli inquirenti ci sarebbero Citigroup, Jp Morgan Chase, Deutsche Bank, Hsbc fino a Crédit Agricole e Société Générale. Qualche sospetto era emerso già molti anni prima. Da una lettera riservata, che La Stampa ha potuto consultare, emerge una interrogazione formale della Atic Forex proprio alla British bankers association (Bba). La missiva dell’associazione italiana che raccoglieva oltre 800 operatori era partita già nel 2008 e chiedeva chiarimenti agli inglesi su un anomalo andamento del tasso Libor rilevato nei mesi precedenti. I vertici dell’associazione, oggi trasformata in AssiomForex, chiedevano chiarimenti sugli squilibri del tasso Libor verificatosi negli ultimi mesi. Il sospetto era però più di un mal funzionamento nel meccanismo di calcolo del tasso e non - almeno secondo quanto indicato nella lettera ufficiale – quello di una manipolazione ad opera di pochi, e a danno di molti. Cosa era successo? Fino a qualche mese prima i tassi delle banche erano molto vicini all’indicatore di riferimento. Si trattava di pochi punti base di differenza rispetto a quello che si trovava sul mercato. In poco tempo la differenza era diventata di qualche decina di punti base. Uno scarto tale che aveva convinto i vertici dell’Atic Forex a l’esigenza di segnalare la stranezza che - come scritto nella lettera - minava la credibilità dei mercati. La risposta? Poco o niente. All’epoca, la Bba aveva risposto che ringraziava per la segnalazione e faceva notare che era impegnata nel monitorare costantemente da vicino l’andamento dell’indicatore in questione. Il divario del Libor – questa la spiegazione - era dovuto alla volatilità che caratterizzava in quei momenti il mercato, ma che tutto il processo era ben seguito dalla Bba e che non c’erano malfunzionamenti. Tutto in regola dunque, anche se implicitamente la Bba riconosceva l’esistenza di un’anomalia ma la imputava alla volatilità dei mercati. Quella arrivata dall’Italia non era stata l’unica richiesta di chiarimenti. In maniera informale, si era mossa anche l’Aci International, l’Associazione internazionale degli operatori, che aveva creato un gruppo di lavoro per capire cosa stava succedendo. Resta la domanda perché non è stato fatto di più?