Anna Bandettini, la Repubblica 21/7/2012, 21 luglio 2012
Fosse stato il contrario, apriti cielo: una donna anziana che sposa un giovanotto... gatta ci cova. Invece Michele Placido, 66 anni, racconta con candore la gioia di amare da dieci anni senza imbarazzo, senza scandalo una ragazza che ha 38 anni meno di lui, più giovane perfino di Violante, la prima e amatissima figlia
Fosse stato il contrario, apriti cielo: una donna anziana che sposa un giovanotto... gatta ci cova. Invece Michele Placido, 66 anni, racconta con candore la gioia di amare da dieci anni senza imbarazzo, senza scandalo una ragazza che ha 38 anni meno di lui, più giovane perfino di Violante, la prima e amatissima figlia. Disciplinatamente il 14 agosto la sposerà anche, in chiesa, a Gallipoli, in Puglia, dove lei, Federica Vincenti 28 anni, è nata. Ci sarà Gabriele, il loro bambino di 6 anni e i 4 figli grandi di lui avuti da donne diverse, «che mugugnano sì, ma solo per la data, per la seccatura di doversi mettere, col caldo, in abito da cerimonia», scherza l’attore. «Rimettermi in gioco, con un altro matrimonio e con una donna giovane, mostrarmi davanti alla gente, magari subire ironie.... So tutto. Ma è un momento molto particolare del mio percorso esistenziale. Mi sento pieno di passione, senza paure. Federica è la compagna della mia vita. Il padreterno si è divertito a mandarmela in modo quasi ironico nel momento della mia vecchiaia. E allora? Perché rifiutare un dono del genere? Sarebbe sciocco. I grandi amori sono questi, quando sono quasi impossibili, gli altri sono normali». Michele Placido è in gran forma, i capelli bianchi spettinati, ringiovanito, gli occhi ironici, nervosi, una bella faccia serena. Sta seduto sul divano della grande casa silenziosa nel centro di Roma, e con gesto ampio indica, là, a destra, il pianoforte. «È di Federica. È attrice, ha lavorato con Vincenzo Cerami, in tv, e ha una voce bellissima, canta molto bene come ha dimostrato nel Mercante di Venezia con Moni Ovadia». Si sono conosciuti quando lei era studentessa della Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico appena arrivata a Roma da Lecce: diciottanni e lui 56. Alta, magra, i capelli mogano lunghi, una pelle perlacea: chi conosce Federica dice che con tipico imperio femminile fa sentire a Michele di essere il padrone di casa ma poi chi decide è lei. «Mi creda, quando io mi sono messo con Federica non avevo nessuna voglia di mettermi con una donna, né giovane, ne in età. Come diceva il mio amico Mario Monicelli, avevo raggiunto la pace, non dei sensi ma con me stesso, avevo conquistato finalmente la solitudine. E infatti ho vissuto per cinque anni solo in casa. Sì, ricevevo i miei figli, uscivo con loro. Avevo anche una compagna di 45 anni, ma lei a casa sua, io a casa mia. Poi è arrivata questa creatura...». Già, sono ancora gli uomini a imporre le regole della seduzione femminile, della bellezza, della giovinezza. «No, mi creda. Le donne giovani non mi hanno mai attratto in modo particolare. Mi sono sempre piaciute donne coetanee. Non sono quel genere di uomo e ho riflettuto abbastanza prima di decidermi. Da quando sto con Federica, nella mia grande famiglia dove mi prendevano in giro per essermi innamorato di una donna così giovane, ho visto tre matrimoni sciogliersi mentre noi stiamo assieme da 10 anni. Non bisogna farsi spaventare dai luoghi comuni». Mogli ne ha già avute due. Il primo matrimonio, con Ilaria Lezzi fu annullato dalla Sacra Rota; il secondo, con Simonetta Stefanelli, la madre di Violante, Michelangelo e Marco Brenno, da cui ha divorziato nel 94. «Di Federica mi sono innamorato subito forse anche perché abbiamo un percorso comune anche nel lavoro. L’aspetto professionale credo ci leghi». Proprio in questi giorni stanno provando insieme a Verona il Re Learche debutterà al Teatro Romano pochi giorni prima del matrimonio, l’1 agosto. Nella folta compagnia (ci recitano Gigi Angelillo, Margherita Di Rauso, Linda Gennari, Francesco Bonomo) c’è anche Brenno Placido, il figlio grande dell’attore. Placido è il co-regista (con Francesco Manetti), il co-traduttore (con Marica Gungui) ed è Lear, Federica è Cordelia, la figlia più amata e ripudiata. «C’è una frase molto bella che Lear le dice a un certo punto: “Io ti ho amato Cordelia più di tutto e avevo in mente di affidare quel che mi resta da vivere alle tue cure amorose di figlia”. Sono parole importanti anche per me, affidare a una compagna giovane una vita ancora piena di cose come la mia, lo sento molto. E credo che ogni uomo al mio posto lo sentirebbe. È proprio vero che le cose non capitano per caso. Questo testo di Shakespeare è vicino al momento di Federica e mio. Lear è per me l’appuntamento con la vecchiaia. Anni fa dicevo: della vecchiaia non me ne frega niente. Ora che ci sono, sto bene e mi sento forte ma capisco questo re che abdica per dare il suo potere a energie giovani, ma ha paura dell’abbandono e chiede amore totale alle figlie. La confessione di Cordelia, figlia-compagna, per lui è una caduta rovinosa. Il rifiuto di lei di amarlo totalmente lo mette a nudo, di fronte alla vita. Tanto che la scena finale dovrei farla davvero nudo se non temessi che poi tutti si concentrerebbero sulle mie chiappe al vento.... Mi devo inventare qualcosa, mi sto ispirando a Woytila, ai suoi ultimi anni». Paura della vecchiaia? Avere tanta giovinezza al proprio fianco può rendere la vecchiaia grama, una giovane è più esigente. «È vero, la mia compagna è vitale e io devo starle dietro. Grazie a dio ho ancora il fuoco della passione e, come diceva Luchino Visconti finché c’è il fuoco della passione non ti senti stanco. La decadenza senile comincia quando ti metti in casa a vedere la tv, o sulla panchina al parco. Io faccio un mestiere che mi tiene sveglio il cervello. Ho questo film che ho girato in Francia da regista, Le guetteur, che uscirà a settembre con un magnifico cast, ho il Lear, ho appena finito Viva l’Italia, un film di Massimiliano Bruno dove interpreto un politico che dopo un incidente durante una pratica erotica comincia a dire la verità. E poi inizierò un’altra impresa, una fiction Rai su Trilussa in due puntate dirette da Lodovico Gasparini; un poeta che non conoscevo abbastanza e ha una storia grandissima, uno che prendeva in giro il fascismo. Le riprese partono il 20 agosto». Questo vuol dire un viaggio di nozze lampo. «Una settimana sempre a Gallipoli. Il vero viaggio sarà quest’inverno ». E il regalo di nozze? «Il matrimonio. Io non ne sentivo il bisogno. Lei non me lo aveva chiesto ma io sapevo che ci teneva. Lei poi è religiosa e dunque ho accettato di farlo in chiesa. Ho perfino fatto il mio percorso in parrocchia come un giovanotto qualunque. E sono felice».