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 2012  luglio 20 Venerdì calendario

L’ULTIMA METAMORFOSI COSÌ LO SMARTPHONE DIVENTA UN BANCOMAT


La babysitter, la colf, l’idraulico, il corriere con il pacco in contrassegno: presto potremo pagarli tutti con bancomat e carta di credito. Normale negli Usa, un’eresia da noi, ma le cose stanno per cambiare: anche in Italia arriverà, a settembre, il primo apparecchio che trasforma in lettore pos qualsiasi smartphone (l’iPhone, i Samsung Galaxy, i Nokia Lumia). Si chiama Jusp ed è di una società omonima fondata da due 25enni lombardi, Jacopo Vanetti e Giuseppe Nicola Calderano.
«Con Jusp potranno avere un pos anche coloro che finora vi hanno rinunciato, scoraggiati
dagli alti costi da pagare alle banche », spiega Stefano Calderano, amministratore delegato investitore nella società che finora ha raccolto mezzo milione di euro. «L’apparecchio sarà acquistabile per poche decine di euro e poi l’utente pagherà un prezzo di commissione a Jusp un po’ più basso del 2,75 per cento previsto dagli apparecchi omologhi all’estero. Il vantaggio è che non ci sono canoni. Le banche chiedono invece almeno 30 euro al mese per un pos wireless utilizzabile ovunque». Ricevere pagamenti con bancomat o carta di credito diventa quindi alla portata di tutti: tassisti, artigiani, fruttivendoli, piccoli commercianti.... «Non c’è bisogno di una partita Iva», aggiunge Calderano.
Jusp si ordina su Internet. È un quadrato nero con una piccola tastiera numerica per digitare il codice di sicurezza e si attacca al cellulare nella presa per le cuffie.
Per ricevere i pagamenti si usa un’applicazione che serve a scrivere l’importo. Il bancomat o la carta vengono poi inseriti sul quadrato come in un normale pos. Jusp manda la fattura via mail e accredita i soldi sul conto corrente indicato.
L’ispirazione originale l’ha data Square, un prodotto americano lanciato nel 2010 da Jack
Dorsey, il padre di Twitter. Square ha gestito acquisti per sei miliardi di dollari e ha due milioni di utenti negli Usa. Dopo è stata la volta di iZettle, disponibile in Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Regno Unito, dove Square sbarcherà nel 2013. Il suo primo concorrente è nato negli Usa a marzo, ed è Paypal Here di eBay, il sito delle aste online. Ha
già raccolto 200 mila clienti a un mese dal lancio con il suo apparecchio che consente di ricevere pagamenti in tre modi: strisciando la carta di credito, fotografandola, oppure inserendo a mano i codici numerici. La concorrenza, insomma, si sta scaldando, ma poiché per lanciare questo genere di prodotti c’è bisogno di un accordo con le banche (e Jusp ha già ultimato questo passaggio), le alternative non saranno numerose da subito.
La tendenza sembra tuttavia inevitabile. Il cellulare è destinato a diventare uno strumento per dare e ricevere soldi. Complementari con le novità come Jusp sono infatti quei servizi che consentono di pagare con uno smartphone nei negozi senza bisogno
quindi di avere con sé la carta di credito o il bancomat. In Italia, il 2012 è l’anno di avvio anche per questi servizi: entro dicembre arriverà Move and Pay di Intesa San Paolo, che richiede una carta ricaricabile di questa banca, una sim dell’operatore mobile Noverca e un cellulare con tecnologia Nfc (come il recente Samsung Galaxy S3).
Negli Usa c’è già un servizio di Google, tra gli altri: l’utente avvicina il proprio cellulare Nfc a lettori contactless presenti nei negozi e così autorizza il pagamento (che avviene tramite carta di credito associata al servizio). In questa direzione si muove anche Apple e il primo passo lo farà in autunno con l’applicazione Passbook (gratuito, per iPhone e iPad). Trasforma il cellulare in un portafoglio che contiene, in modo sicuro, vari documenti come carte fedeltà e carte d’imbarco.