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 2012  luglio 19 Giovedì calendario

PERISCOPIO


«Il paese non ne può più delle vostre beghe». Pier Luigi Bersani ai partecipanti all’Assemblea nazionale del Pd. Ansa.

«Nel dubbio, mena». È lo slogan del movimento romano di estrema destra di Gianluca Iannone. il Messaggero.

«Meglio Berlusconi di Grillo», afferma Enrico Letta addentando una merda. Spinoza. Il fatto quotidiano.

Chi comanda preferisce il servilismo degli yes men. Un intelligente infatti, anche quando ti dice sì, trova sempre il modo per farti capire che lo fa solo perché tu comandi. Alberta Sestito, presidente del Mensa, il club dei superintelligenti italiani. il Giornale.

Ma che bel coro di corazzieri belanti è diventata la stampa italiana con l’aggiunta (ci mancherebbe) delle tv a reti unificate. Almeno ai tempi di B. i giornali di sinistra attaccavano il governo, non foss’altro per il gioco delle parti. Ora invece non muove più foglia che il potere non voglia. Tutto va ben, madama la marchesa. Anche quando il presidente della Repubblica si scrive un decreto per chiedere alla Consulta, piena di amici suoi e/o nominati da lui, di mettere in riga la procura di Palermo che osa indagare sulle trattative Stato-mafia, incriminare l’amico Mancino e soprattutto rispettare l’art. 268 del Codice di procedura penale che proibisce ai pm di distruggere intercettazioni prima che lo faccia un gip, un giudice terzo, dopo aver sentito le parti. In questa soave corrispondenza di amorosi sensi, grandi esperti di diritto e di rovescio dimenticano la legge, la Costituzione, persino la decenza e il ridicolo pur di dare ragione al nuovo re Sole intoccabile, insospettabile, insindacabile, irresponsabile, inascoltabile, ineffabile. Marco Travaglio. Il fatto quotidiano.

Io, Nicola Bombacci l’ho conosciuto soltanto cadavere, quando penzolava accanto a quello di Mussolini, in piazza Loreto, e una folla messicana lo bersagliava bestialmente di sputi. Compaesano e compagno di scuola di Mussolini, maestro elementare e autodidatta come lui, ne era stato il grande amico quando entrambi militavano nel socialismo. Eppoi divenne il suo nemico giurato, la bestia nera degli squadristi. Esule con la famiglia prima in Francia, poi (credo) in Russia, rimpatria con il permesso del Duce, si affida alla sua generosità, per ricambiarla, gli resta a fianco anche a Salò, e lo accompagna fin nell’ultimo viaggio verso la morte. Che volete che vi dica? Sul piano ideologico, censuriamolo pure. Ma su quello umano, lo preferisco a Ferruccio Parri. Indro Montanelli: I conti con me stesso. Rizzoli.

Rossini Attilio, proprietario esercente del «Bar pizzeria Rossini» di Amburgo, come era scritto nella licenza che mi mostra, per fugare ogni eventuale equivoco. Padrone italiano in terra tedesca dove era arrivato con la valigia di cartone dell’emigrante, ora dava lavoro e pane agli affamati di turno: due camerieri turchi ed una cassiera jugoslava, che, mi creda dottore, non sono mica gente come noi con la nostra voglia di lavorare, ma lavativi, boia chi suda e anche ladri se appena volti l’occhio un attimo. Guglielmo Zucconi: La divisa da Balilla. Edizioni Paoline.

Quel pittore non è poi così brutto come si dipinge. Gesualdo Bufalino: Bluff di parole. Bompiani.

Il generale Spatocco, che comanda la colonna, percorre la linea delle armi fermandosi, tratto tratto, a scrutare col binocolo il campo nemico. Appena quelli lo adocchiano, ritto così come una vecchia bandiera, l’aria si infittisce di tanti sibilii e frulii rabbiosi che pare un miracolo se resta in piedi. Bùttati a terra, i soldati guardano il generale da sotto insù e dai loro occhi si capisce che essi si chiedono se sia codardia la loro, di stare un poco riparati. Paolo Caccia Dominioni: Ascari K7 1935-36. Longanesi.

In Ungheria i contadini raccolgono il fieno ammucchiandolo sui carri trainati da cavalli biondi con macchie chiare. Case con tetti aguzzi. Sulle strade di terra battuta, gente in bicicletta. Accanto alle case, piccoli gabinetti di legno come usavano nella nostra campagna cinquant’anni fa. Tonino Guerra: La pioggia tiepida. Rusconi.

Un antico detto della Galizia afferma che ciò che non si rivelerebbe mai né alla propria moglie, né al migliore amico, può essere detto a un estraneo. Nel film Singolarità di una ragazza bionda del regista portoghese Manoel de Oliveira.

D’altronde il patto sociale era il welfare dalla culla alla tomba. Pare che ci siamo arrivati. Massimo Bucchi. il venerdì.