Alberto Alesina, L’Espresso 20/7/2012, 20 luglio 2012
Ho pagato l’Imu in dieci secondi– Sulla mia casa a Boston pago l’Imu. Come la pago? Ogni tre mesi l’esattore (un privato) mi manda a casa un foglio: sopra c’è scritta la cifra che devo pagare e che varia al variare del valore di mercato della casa
Ho pagato l’Imu in dieci secondi– Sulla mia casa a Boston pago l’Imu. Come la pago? Ogni tre mesi l’esattore (un privato) mi manda a casa un foglio: sopra c’è scritta la cifra che devo pagare e che varia al variare del valore di mercato della casa. Insieme al foglio c’è una busta già intestata per il comune di Boston. Io compilo un assegno, lo infilo nella busta, attacco un francobollo da 37 centesimi e spedisco il plico per posta normale. Il tutto in circa dieci secondi netti. Dato che la tassa è assai superiore a quella italiana (circa dieci volte tanto, ma in compenso pago molte meno imposte sul reddito) gli assegni inviati per posta normale sono di molte migliaia di dollari. In 25 anni non si è mai verificato un intoppo. Credo non sia il caso di confrontare questa procedura con quella che ha afflitto gli italiani che hanno dovuto pagare l’Imu. Perché un metodo come quello americano non funzionerebbe in Italia? Perché non ci fidiamo gli uni degli altri, non ci fidiamo dello Stato e lo Stato non si fida di noi. In primo luogo, non ci fideremmo del calcolo dell’esattore. Poi non ci fideremmo a mandare assegni personali per posta normale. E ancora, lo Stato non accetterebbe assegni personali. Se un assegno si perdesse o risultasse scoperto si innescherebbero procedure legali che durerebbero anni. COME RISPONDIAMO a questa mancanza di fiducia? Con regole asfissianti che dovrebbero evitare gli imbrogli. Ma come giustamente si dice a Napoli, «fatta la legge trovato l’inganno». Traduzione: le regole asfissianti non risolvono il problema. Infatti, evasione fiscale, illegalità, imbrogli, corruzione in Italia non sono certo minori che negli Stati Uniti o nei paesi nordici, dove la fiducia reciproca è molto più alta. Anzi. E infatti sono le stesse regole che facilitano la corruzione. Proprio perché sono asfissianti, spesso i cittadini meno onesti preferiscono pagare qualche funzionario pubblico per aggirarle. Quindi queste regole finiscono per creare costi per i cittadini onesti e possibilità di corruzione per funzionari pubblici non integerrimi. La complessità è fatta anche per questo: per facilitare la corruzione. Non solo, dato che le regole sono infinite, infinita è la possibilita di contenzioso giuridico fra Stato e cittadini o fra cittadini stessi. Ecco allora una giustizia vicina al collasso. Tra la quantità di cause e la lentezza atavica del sistema giudiziario italiano i costi economici sono enormi. È proprio per questa complessità delle regole e per l’incertezza del diritto che gli investitori esteri non arrivano in massa in Italia. Consiglio a tutti di leggere l’articolo comparso sul Wall Street Journal "Employment Italian Style" (25 giugno scorso). IL PROBLEMA NON È FACILE da risolvere ma ecco un paio di riflessioni. La prima di breve periodo. Bisogna pensare più da economisti e meno da giuristi. Dobbiamo creare gli incentivi economici giusti perché cittadini e funzionari pubblici si comportino onestamente, con la carota (regole semplici e fiducia) e il bastone (pene esemplari amministrate velocemente e con fermezza). Bisogna invece smettere di pensare che scrivendo regole sempre più complesse (magari perfette dal punto di vista giuridico) si eviti l’imbroglio. Non funziona. Nel lungo periodo bisogna cambiare la cultura della sfiducia. Nelle scuole va insegnato anche ai bambini più piccoli che bisogna fidarsi degli altri e comportarsi onestamente per meritare questa fiducia anche nelle piccole cose. Perché copiare agli esami è più o meno tollerato per esempio? Perche non fare giocare i bambini in situazioni in cui tutti guadagnano se tutti si compartano onestamente e collaborano come gruppo? L’educazione civica deve esser insegnata, e non come una materia secondaria in cui si impara a memoria la Costituzione. Se non si comincia in età infantile, il problema non si risolve alla radice. Se non usciamo dalla cultura della sfiducia reciproca ci porteremo appresso un fardello pesante per molte generazioni a venire.