Edoardo Narduzzi, ItaliaOggi 19/7/2012, 19 luglio 2012
IL QATAR DIMOSTRA CHE SI PUÒ PRIVATIZZARE ANCHE IN ITALIA
Il Fondo sovrano del Qatar, stato ricco soprattutto di gas e pronto a ospitare i Mondiali di calcio del 2022, ha deciso di fare shopping in Italia. In poche settimane ha acquistato alberghi a Milano e proprietà immobiliari in Costa Smeralda e il gruppo Valentino, maison storica del made in Italy della moda. I rumors del mercato segnalano un interesse dello stesso Qatar per altri asset italiani e, in particolare, per Snam, in distaccamento dall’Eni, e per la Fincantieri, gruppo leader nel settore navale che soffre la totale proprietà pubblica della società tramite Fintecna. Per un paese leader nella produzione di gas l’interesse verso la Snam, gioiellino del made in Italy in materia, con competenze pluriennali uniche a livello mondiale, è quasi naturale, mentre la volontà di investire in Fincantieri segnala, come per il caso di Valentino, la capacità di questi investitori globali di saper cogliere meglio di altre tipologie di proprietà le occasioni del momento: Fincantieri potrebbe diventare leader nel settore dei megayacht e dei natanti per la clientela superaffluente della nautica mondiale. Insomma, una Valentino del settore. Al di là delle strategie di investimento del fondo sovrano del Qatar, ai cittadini italiani dovrebbero interessare soprattutto due chiavi di lettura. In primo luogo, il fatto che l’economia del Belpaese ha molte più carte da giocare di quanto solitamente non si creda nella competizione globale in corso. Per poterlo fare però necessita di capitali adeguati alle necessità di investimenti richieste dai costi di ingresso e posizionamento nei nuovi mercati, capitali che né lo Stato né tantomeno fondi di private equity di taglia tradizionale sono in grado di garantire. L’ingresso in campo dei fondi sovrani è legato proprio alla discontinuità dimensionale introdotta dalla globalizzazione: per valorizzare la meglio il brand Valentino non è più sufficiente puntare soltanto a New York, Tokyo e Londra come negli anni passati, ma serve una strategia di marketing che copra Kuala Lumpur e Mosca, San Paolo e Seoul. Servono capitali adeguati. La seconda buona notizia è che gli asset italiani sono privatizzabili e quindi possono essere utilizzati anche per tagliare lo stock del debito pubblico. Se l’esecutivo volesse davvero utilizzare la leva privatizzazioni per provare a gestire lo spread e la rischiosità del paese, allora la vendita di beni pubblici è sicuramente percorribile come anche il caso del Qatar dimostra. Alcuni asset, come Fincantieri, potrebbero essere rapidamente collocati a trattativa privata spuntando anche un premio ad hoc. *Twitter@EdoNarduzzi