Massimo Mucchetti, Sette 20/7/2012, 20 luglio 2012
TASSA AL RICCO MI CI FICCO
La Francia dei ricchissimi rumoreggia. L’anno prossimo entrerà in vigore la nuova aliquota marginale del 75% sui redditi oltre un milione di euro. L’aveva promessa il presidente Hollande in campagna elettorale. Ora si procede. Mantenere le promesse quando la situazione cambia non è sempre indice di saggezza. Silvio Berlusconi, per esempio, aveva abolito l’Ici in coerenza con i suoi annunci. Ma con il crac Lehman e la recessione incombente, sarebbe stato meglio evitare il calo del gettito fiscale senza tagli proporzionali della spesa pubblica. E infatti adesso ci ritroviamo l’Imu. Nel caso francese, crisi c’era e crisi c’è. Ma Hollande fa ugualmente discutere.
La mossa di Hollande. In Francia oggi al massimo si paga il 41% di imposta sul reddito annuale. Domani, per quanto supera il milione, si pagherà il 75%. Tremila i contribuenti colpiti. Aumenti in vista anche per le tasse su successioni, dividendi, stock option. Si attende un gettito aggiuntivo di 7,2 miliardi l’anno. È inoltre allo studio un tetto di 450 mila euro per le paghe dei gerenti delle imprese pubbliche. Il capo di Edf, il colosso dell’elettricità, Henri Proglio, si vedrebbe tagliare dell’85% il compenso (i suoi omologhi di Enel ed Eni viaggiano tra i 4 e i 6 milioni).
Diffuse riserve tra le “vittime”, naturalmente. Alcune dicono di volersi trasferire a Londra, dove il governo conservatore di David Cameron prospetta la manica larga. Henri De Castries, capo di Axa, secondo gruppo assicurativo europeo, teme che la politica socialista deprima l’economia. Come lui la pensano in parecchi, scrive il Financial Times. Invece Gérard Mestrallet, leader di Gdf-Suez, gigante dell’energia, Pierre Bergé, cofondatore di Yves Saint Laurent, e Matthieu Pigasse, banchiere della Lazard, sostengono il governo. In realtà, la mossa di Hollande è soprattutto politica. Serve ad avere il consenso dell’opinione pubblica per far passare più severi tagli alla spesa pubblica corrente (non alle pensioni) e a sostenere gli investimenti. D’altra parte, spiegano Piketty, Saez e Langlois (Per una rivoluzione fiscale, editrice Morcelliana), i ricchissimi traggono i loro redditi da fonti patrimoniali e finanziarie, tassate sì ma poco, più che dal lavoro. Dunque, il loro guadagno netto non si ridurrà troppo. E da noi? Monti non è socialista. In ogni caso, la premessa per una svolta alla francese sarebbe l’accertamento puntuale di patrimoni e redditi. Altrimenti sarebbero in molti quelli a ridersela sotto la barba finta dell’evasore.
Numeri a confronto
Quanto spendono i turisti stranieri in Italia:
29 miliardi di euro nel 2010
18,4 miliardi di euro in alberghi e ristoranti
Dove parcheggio il pargolo:
Bambini, dalla nascita ai due anni, che nel 2011 hanno frequentato l’asilo nido
201.640 nel 2011
146.152 nel 2003
Sposi a stelle e strisce:
Spesa media, in dollari, di un matrimonio negli Stati Uniti
26.989 nel 2011
28.082 nel 2006