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 2012  luglio 19 Giovedì calendario

LE OLIMPIADI SOTTO LE LENZUOLA LO SPORT SI DIVIDE SUL VECCHIO TABÙ


Stanno tutto il giorno nudi: muscoli, acqua, spogliatoi. I nuotatori hanno molto corpo. Ce lo hanno gli sportivi, quello è il loro mezzo e attrezzo, la cattedrale delle loro storie. Il sesso? Sta dentro, in mezzo, fuori, accanto. Nei campi palestre e piscine.
Fede fa quel gesto lì, le dita sulla bocca: «Un tema sul quale in genere preferisco tacere, in Italia solo pronunciare la parola scatena un putiferio». Poi però come fai a evitarlo se ti chiami Pellegrini, sei l’atleta più corteggiata, hai certi (bei) fidanzati e anche ex altrettanto gustosi. Filippo Magnini, il suo compagno, ha detto quello che tutti non vedevano l’ora dicesse: «Farlo prima di una gara? Preferisco evitare». Al che lei di rimando ha alquanto aggiustato la dichiarazione: «Niente sesso? Ma siamo matti? Quella di Pippo era una battuta». Che la coppia si esprima nella propria intimità e come e quando è giustamente affare di famiglia. Filippo anzi ci tiene a dire proprio com’è la questione tra le mura, temporaneamente a Verona, di casa: «E’ una questione nostra ma vi assicuro che a Londra questo non sarà il nostro argomento di discussione». La piccola, scenografica, mediatica diatriba delle due star del nuoto solleva la non rinunciabile domanda. Sport e sesso, soprattutto quando, fa bene o male prima del giorno
fatidico, magari proprio quello dell’Olimpiade che aspetti tutta
una vita?
Nel tempo tutto è cambiato, ma alla fine mica tanto. Solo vent’anni fa neanche a parlarne, specie tra i calciatori, per cui era proprio un tabù e astenersi la regola. Lunghe e penose solitudini, oppure la fuga. Adesso vedi dappertutto mogli e fidanzate al seguito dei più grandi eventi.
Non fa più scandalo come l’Olanda del ’74 di Cruyff che abbatté anche quel muro. «Ci vuole un po’ di equilibrio come al solito e non banalizzare la questione ». Julio Velasco, l’ex ct argentino della pallavolo maschile italiana nei Novanta (ora guida l’Iran), il
grande manovratore e filosofo dell’organizzazione dei gruppi, anche a questo ha pensato: «Sono stato il primo a inventare il ritiro dal lunedì al venerdì. E solamente per questa ragione: perché i ragazzi tornassero a casa.
Che senso ha tenere delle persone nell’indigenza anche sessuale? Ottieni l’effetto contrario a quello della concentrazione. Finiscono per pensare solo a quello ». Fu lui a dire che ai Giochi di Barcellona la gente andava più per fare all’amore che per vincere: «Confermo, ma questo è la
conseguenza delle regole olimpiche. Nessuna possibilità di uscire, tutti là dentro chiusi». L’ha raccontato anche Hope Solo la portiera della nazionale di calcio femminile americana pochi giorni fa: a Pechino una specie di Sodoma e Gomorra. A Velasco non chiedete sesso sì o no: «Quale sesso? Con moglie e fidanzata o con tre alla volta? La sera prima o nei giorni prima? Col Viagra? Per un uomo o una donna? Mangiare una cotoletta con patate fritte fa più male la sera prima che fare l’amore col proprio partner. Ma è chiaro che nell’imminenza della gara, lo escludo ». Il sesso è una cosa complessa, è una relazione ovvio, lo è anche per chi come gli atleti deve calcolare molto. «Il consiglio che dò a tutti, anche quando ero coi calciatori - conclude Velasco -: non fa male fare l’amore con la propria moglie, è il contorno che nuoce. L’insonnia, il bere, andare in giro per locali. La sregolatezza della vita». Eppure i dubbi restano. Berti Vogts, il ct tedesco nel ‘94, vietava il sesso prima della partita ai suoi. Linford Christie, lo sprinter inglese, diceva che una notte d’amore gli tagliava le gambe. Mickey dall’angolo lo diceva Rocky, nel film: «Le donne ti stroncano i polpacci». Il playboy delle nevi italiane, Christof Innerhofer, campione del mondo, ce l’ha anche lui una refola: «La sera prima neanche se ne vedo tante e belle. Non ci penso proprio, sono troppo concentrato. E noi sciatori facciamo una vita tale che la sera vai al letto con la sola voglia di farti un bel sonno ». Candido.