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 2012  luglio 18 Mercoledì calendario

LA PROMESSA DI SILVIO «VIA EQUITALIA E IMU»


Indossa la tuta e le scarpe da ginnastica. E via, sgambettare. Ad Arcore, nel parco privato di Villa San Martino. A Roma, per i sentieri di Villa Borghese, Villa Ada, Villa Torlonia, attirando la curiosità dei runners della capitale. È il “Berlusconi VI” che, in fatto di sequel, ha superato pure Rocky Balboa. E che, come nella saga del pugile italoamericano, si sveglia all’alba per ritrovare la forma fisica in vista dell’ultimo (?) combattimento. La scorsa settimana, partecipando alla festa di compleanno dell’ex vice ministro Catia Polidori, il Cavaliere ha raccontato agli invitati la sua giornata tipo, informandoli di aver già perso cinque chili: «Ma ne devo perdere altri otto». Su Chi c’è un ampio fotoservizio dell’evento. Silvio sospira davanti al buffet e annuncia agli imprenditori che, almeno per loro, la cura dimagrante sta per finire: «Famiglie e imprese non dovranno più subire tutte queste tasse». Tira fuori dall’archivio elettorale i temi che fecero la sua fortuna nel ’94 e nel 2001. L’evergreen berlusconiano che non passa mai: «Toglieremo l’Imu, perché lo sappiamo bene che la prima casa non va toccata, è un diritto. E poi chiuderemo Equitalia». Meno tasse. E via l’odioso esattore di Stato. Funziona. Gli imprenditori lo accerchiano, lo applaudono. Non male come primo test. Ma la campagna elettorale del Cavaliere ha anche un’altra colonna portante: le riforme. «Bisogna fare in fretta, si deve arrivare all’elezione diretta del presidente della Repubblica». Sa che non c’è più tempo per farla in questa legislatura, ma è sempre un piacere dire che è stata tutta colpa della sinistra. C’è ancora spazio per cambiare la legge elettorale, invece: «I cittadini hanno il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento ». E le regole di voto sono uno degli argomenti dei vertici odierni in programma a Palazzo Grazioli. Berlusconi atterra a Roma in mattinata e riunisce lo stato maggiore del Pdl a colazione. Non solo: Silvio ha anche in agenda un chiarimento serale con gli ex An, agitatissimi per l’intenzione berlusconiana di rifare Forza Italia. Berlusconi sa che i postmissini hanno accettato di malavoglia la ri-discesa in campo del Cavaliere. E la cosa gli dà parecchio fastidio, visto che si ritiene ancora oggi l’unico artefice delle fortune della sua parte politica («Provino a fare da soli e vediamo se non fanno la fine di Fini... ma dove vanno?»). Ciononostante non vuole provocare rotture o scissioni. Per cui è pronto a mettere una proposta sul tavolo. Data per scontata la nascita del nuovo partito, Berlusconi è disposto a valutare un brand che si richiami esplicitamente a Forza Italia ma che non sia esattamente le due parole “Forza” e “Italia” in questa sequenza. Un barbatrucco. Ma munito della credibilità sufficiente a riassorbire il disagio degli aennini. Che, di par loro, stanno invece cercando di soffiare sull’orgoglio di Angelino Alfano: «Tu fagli fare il partito nuovo (a Berlusconi, ndr), noi ci teniamo il Pdl e facciamo le primarie come si era stabilito». Tempo sprecato. L’ex Guardasigilli è allineato e coperto: «La candidatura di Berlusconi è giusta, è lì per chiedere un giudizio di verità agli italiani». Specie se il processo Ruby dovesse finire bene per Silvio. Come finirà? La sensazione è che questo casino il Pdl se lo porterà dietro per tutta l’estate. E che i chiarimenti con Berlusconi valgono fino al successivo strappo del Cavaliere. Che è abituato a fare di testa sua e senza consultare altri che non facciano i sondaggisti di mestiere. Oggi però Silvio prova a rappattumare il tutto (ieri ha tentato anche di risolvere il caso Minetti ricevendo Nicole ad Arcore). Ad agosto Berlusconi trascorrerà un po’ di giorni in Russia dall’amico Vladimir Putin. E non vuole che esplodano nuove grane mentre è a migliaia di chilometri di distanza.