Guido Olimpio, Corriere della Sera 18/07/2012, 18 luglio 2012
LA BANCA PREFERITA DA NARCOS E QAEDISTI
Un rapporto — devastante — di oltre 300 pagine. Un documento d’accusa raccolto dal Congresso americano contro la banca britannica Hsbc. Le sue filiali hanno favorito cartelli della droga messicani, il regime iraniano e istituzioni finanziarie saudite considerate molto vicine ad Al Qaeda. Insomma non proprio delle brave persone e comunque dei nemici degli Stati Uniti. Comportamento che gli imbarazzati dirigenti dell’istituto hanno dovuto spiegare durante una seduta della commissione congressuale del Senato. La prima «imputazione» contro la Hsbc riguarda il flusso di denaro dal Messico. Nel periodo 2007-2008 sono transitati sui conti 7 miliardi di dollari: una somma gigantesca che potrebbe essere stata alimentata dalle bande criminali legate al narcotraffico. Una classica operazione di riciclaggio già sperimentata in passato. Un’altra banca, questa volta statunitense, ha dovuto pagare nel 2010 una «multa» di 160 milioni di dollari. Poca cosa se si pensa al volume di affare dei contrabbandieri di droga. La seconda accusa investe l’Iran. Nel rapporto presentato al Congresso si afferma che dal 2001 al 2007 la Hsbc ha gestito transazioni segrete per 17 miliardi di dollari. Infine ha mantenuto rapporti d’affari con una banca saudita il cui proprietario è noto per essere un simpatizzante del gruppo fondato da Bin Laden. Per gli investigatori americani la Hsbc ha permesso e coltivato questi affari ben sapendo della pericolosità dei clienti. Dunque c’è stata una doppia responsabilità: prima nell’aiutarli, quindi omettendo i controlli nonostante qualche funzionario avesse lanciato l’allarme. Un’accusa estesa dal Congresso anche agli enti di sorveglianza europei, troppo disattenti davanti a modi di agire illegali e rischiosi. Davanti alle contestazioni, i vertici della banca britannica hanno chiesto scusa offrendo piena collaborazione alle autorità. E il capo del comitato di controllo, David Bagley, si è dimesso subito dopo aver concluso la sua deposizione al Congresso. Un gesto obbligato in attesa che arrivi la punizione. Gli esperti hanno ipotizzato che la sanzione possa arrivare ad un milione di dollari.
Guido Olimpio