Paolo Valentino, Corriere della Sera 18/07/2012, 18 luglio 2012
«FRA TRE MESI DIVENTERO’ MAMMA». E YAHOO! SI AFFIDA A LEI PER IL RILANCIO —
Da top manager e volto pubblico di Google negli scorsi 13 anni, Marissa Mayer ha avuto un ruolo decisivo nello sviluppo dei servizi e delle diavolerie che hanno tormentato Yahoo!, facendone progressivamente sfiorire l’appeal tra i navigatori del web, gli investitori e le aziende in cerca di spazi pubblicitari.
Ora, nella più intrigante nemesi manageriale del recente passato, Yahoo! ha deciso di ricorrere proprio al suo indiscutibile talento, nel tentativo di mettere a posto tutti gli errori commessi, mentre Google ha ormai consolidato la sua posizione di dominatrice della Rete.
Mayer, 37 anni, è da ieri presidente e amministratore delegato di Yahoo!, il quinto degli ultimi cinque anni. La nomina, un vero colpo per la società di Silicon Valley, è avvenuta nonostante la manager avesse informato il consiglio di amministrazione di Yahoo! di essere incinta (notizia da lei resa pubblica lunedì sera in un’intervista a Fortune) e che entro pochi mesi — la nascita del bimbo è prevista per il 17 ottobre — dovrà prendere diverse settimane di congedo. Un segnale di quanto fortemente il consiglio d’amministrazione di Yahoo! abbia voluto portare la Meyer al comando, nella speranza che sia lei a rendere nuovamente competitiva la società, pioniere dell’età digitale, dimostratasi però incapace di adeguarsi alle vorticose innovazioni del settore, a cominciare dallo sviluppo dei social network.
«Ho visto una grande opportunità di avere un impatto globale sugli utenti e aiutare veramente la compagnia a gestire il suo portafoglio, attrarre grandi talenti, ispirare e divertire le persone», ha detto Mayer alla Associated Press, subito dopo l’annuncio a sorpresa.
Con la nomina al vertice di Yahoo!, Marissa affianca un piccolo drappello di donne che occupa posti di vertice nel mondo a predominanza maschile dell’industria tecnologica: fra queste, Meg Whitman, chief executive di Hewlett Packard; Virginia M. Rometty, capo di Ibm e Sheryl Sandberg, numero due di Facebook.
La sfida di fronte a lei è difficilissima, se non proibitiva. Nonostante continui ad avere un largo seguito tra il popolo di Internet, Yahoo! non è riuscita a creare una strategia alternativa mentre Google e Facebook prendevano la testa. L’azienda si prepara a licenziare migliaia di dipendenti, conseguenza di una contrazione dei profitti e di un calo del valore di Borsa: da quando, nel 2008, il management rifiutò di accettare l’offerta di acquisto di Microsoft per 33 dollari ad azione, il titolo Yahoo! è sceso fino a 15 e non è mai risalito sopra i 20 dollari.
«La sua reputazione è formidabile, bisognerà vedere come valuterà la situazione che tipo di scelte farà. Ma se risollevasse Yahoo!, restituendogli la magia del passato, questo sarebbe un merito storico e una lezione da ricordare», ha commentato Allen Weiner, di Gartner Inc.
Non sarà semplice. Per Marissa Mayer, nata in Wisconsin, laureata in ingegneria, genio matematico con una memoria prodigiosa e una speciale sensibilità per il design, sarà la prima volta al vertice di una grande società, dopo i lunghi anni passati all’ombra della «santissima trinità» di Google, i co-fondatori Larry Page, Sergey Brin e il ceo Eric Schmidt.
Proprio questa mancanza di esperienza globale solleva dei dubbi in alcuni: «Vorrei essere più eccitato — ha detto al New York Times Shar VanBoskirk, analista di Forrester Research —, ma la società è troppo diversificata. Ho paura che un manager che si è sempre occupato di prodotti, non abbia la visione strategica chiara e unitaria necessaria per il brand Yahoo!».
A Google Marissa Mayer era arrivata nel 1999, come il dipendente numero 20. Dopo molto tempo passato alla guida del motore di ricerca, il settore più profittevole del gruppo, dove aveva legato il suo nome alla celebre homepage disadorna ed essenziale, Mayer era diventata vicepresidente nel 2010, responsabile dei servizi di location, tra i quali Google Maps. Un probabile motivo di delusione per Mayer a Google era stata la nomina nel 2011 di un nuovo primo vice-presidente, Jeff Huber, che di fatto è andato a occupare una posizione gerarchicamente superiore alla sua.
Paolo Valentino