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 2012  luglio 18 Mercoledì calendario

I bond islamici offrono prestiti a basso costo ma solo a pochi fortunati - I bond islamici (sukuk) offrono finanziamenti a basso costo a pochi fortunati

I bond islamici offrono prestiti a basso costo ma solo a pochi fortunati - I bond islamici (sukuk) offrono finanziamenti a basso costo a pochi fortunati. Un tempo i bond conformi alla Sharia erano visti come una costosa fonte di finanziamento per i governi e le imprese. Adesso, il numero crescente di capitali vincolati si è tradotto in un minor costo delle obbligazioni rispetto ai loro equivalenti piú convenzionali. Secondo Standard Chartered, le attività bancarie conformi alla Sharia supereranno i mille miliardi di dollari a livello globale nel 2012, pari a un aumento del 33% a partire dal 2010. Questi fondi islamici possono essere investiti solo in altri strumenti conformi alla Sharia. In un certo senso, le obbligazioni islamiche stanno beneficiando della stessa fuga verso la sicurezza che ha visto gli investitori accumulare debito sovrano nell’Europa occidentale. Ma adesso sono meno costose dei prodotti alternativi. Ad esempio il Qatar, la scorsa settimana, ha piazzato bond per 25 miliardi di dollari contro un’emissione di 4 miliardi (islamici). Il Qatar ha fissato il prezzo della tranche a cinque anni in modo da ottenere il 2,1% rispetto all’emissione. Secondo gli analisti, questo rappresenta più di 10 punti base in meno rispetto a quanto il Qatar avrebbe ottenuto se avesse venduto bond tradizionali. A paritá di condizioni, i bond islamici dovrebbero essere poco piú costosi dei bond convenzionali: in fondo, l’emissione di sukuk comporta piú burocrazia. Tuttavia, gli osservatori stimano che i bond sukuk rendano in genere da 20 a 40 punti base in meno rispetto a quelli tradizionali, laddove esistano. I bond sukuk denominati in dollari Usa hanno un rendimento medio del 3,5% circa, secondo l’indice Hsbc/Nasdaq. Questi capitali vincolati stanno suscitando l’interesse di nuovi emittenti, come il Sud Africa e la Turchia, che vogliono diversificare le loro possibilità di finanziamento. Secondo le banche, anche gli Stati europei sono interessati. Il colosso americano General Electric ha emesso un sukuk nel 2009 e rimane una delle poche multinazionali occidentali di alto profilo ad essersi avventurata in questo mercato.