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 2012  luglio 18 Mercoledì calendario

NEW YORK


Altro che logorio della vita moderna. Il posto dove si vive sempre più a lungo è la città che non dorme mai: New York. No che non è stato sempre così: anzi. Fuga da New York prima che un film era una realtà: chi faceva qualche dollaro — magari qualche centinaia di migliaia di dollari — era pronto a scappare possibilmente ai caldi,
più tranquilli e soprattutto meno costosi lidi della Florida. Adesso no. Dal 1987 al 2009 l’aspettativa di vita nella Grande Mela è cresciuta addirittura di dieci anni: un record ineguagliato in tutti gli States. Per la precisione, 13.6 anni in più per gli uomini e 7.2 per le donne — che anche qui pagano il
gap
del guadagnare meno e della cura dei figli. E a chi va assegnato il merito della rivoluzione? Proprio a lui, Mike Bloomberg, il sindaco miliardario che ha trasfor-
mato la metropoli più caotica dell’universo in un’oasi di benessere.
Il verdetto arriva da un giudice al di sopra di ogni sospetto:
Lancet.
Che, come si sa, oltre a essere una prestigiosa rivista medica è anche britannica: e non può essere tacciata di partigianeria. L’escalation della città dei grattacieli anche nella sanità è il frutto di anni di campagne spesso accolte invece con polemica diffidenza. Ricordate l’insurrezione quando nel maggio dell’anno scorso il sindaco decise di spegnere l’ultima sigaretta di New York? Adesso quella norma che vieta di fumare nei parchi e nelle spiagge viene fatta propria anche in tanti condomini: che varano regolamenti per bandire il fumo perfino in casa.
L’ultima battaglia è quella della soda: il sindaco vuole vietare i maxibeveroni che hanno reso un terzo dei newyorchesi obesi. «Per troppo tempo i dipartimenti alla Sanità si sono preoccupati di controllare la diffusione di malattie ed epidemie piuttosto che incrementare la salute dei cittadini » dice a
Lancet
il vero uomo dietro questa rivoluzione, Thomas Farley, il medico-maratoneta che Bloomberg ha richiamato da New Orleans per mettere in riga i suoi concittadini.
La formula ha funzionato. Con una media di 80,4 anni New York ha raggiunto la salutista California al terzo posto della classifica degli stati americani dove si vive più a lungo. Prima di loro ci sono soltanto le Hawaii — un paradiso
per definizione — con 81,5 anni di media. E il Minnesota: lo stato dei boschi al confine con il Canada dove una popolazione a stragrande maggioranza di origine scandinava e tedesca deve avere riprodotto in loco le rigide e salutiste abitudini dell’antica madrepatria. «Il dipartimento della Sanità di New York ha reso obbligatorie le indicazioni delle calorie per i cibi venduti nei fast food e bandito i cibi transgenici» riconosce sempre
Lancet.
Che oltre ai divieti antifumo sottolinea anche «l’istituzione di centinaia di chilometri di piste ciclabili e le campagne informative che tappezzano la metropolitana sui rischi dell’obesità e i benefici della prevenzione».
Peccato solo che il riconoscimento arrivi proprio mentre il sindaco salutista è costretto a una clamorosa battuta d’arresto sull’ultimo progetto: il bike-sharing che trasformerà New York nella città col noleggio di bici più esteso del mondo. Doveva partire questo mese ma è stato rimandato tutto a data da destinarsi: in comune non hanno ancora trovato l’accordo su multe, rimborsi e assicurazioni nel caso di incidenti e furti per le 10mila biciclette. E già. Questa sarà diventata anche la città più salutista d’America ma alla fine tutto ruota intorno alla solita domanda: chi paga?