ROBERTO GIOVANNINI, La Stampa 18/7/2012, 18 luglio 2012
Lavoro, ora la riforma è legge meno vincoli per gli stagionali - Oggi entra in vigore la riforma del lavoro «in una prospettiva di crescita» (questo il titolo esatto della legge Fornero che modifica tra l’altro l’articolo 18)
Lavoro, ora la riforma è legge meno vincoli per gli stagionali - Oggi entra in vigore la riforma del lavoro «in una prospettiva di crescita» (questo il titolo esatto della legge Fornero che modifica tra l’altro l’articolo 18). E alla vigilia, arrivano anche le modifiche concordate dai partiti di maggioranza nei giorni scorsi, approdate - con qualche fatica - all’interno del decreto legge sviluppo. Così, con gli emendamenti approvati ieri dalle Commissioni Finanze e Attività produttive di Montecitorio, ci saranno intervalli più brevi tra un contratto stagionale e l’altro; si attenua (quasi fino ad annullarsi) la stretta sulle false partite Iva; sono confermate fino a tutto il 2014 le attuali regole sulla mobilità; infine, viene congelato l’aumento delle aliquote contributive per i parasubordinati. La proposta di modifica - che recepisce anche l’avviso comune siglato tra Confindustria e sindacati - è stata votata con il parere favorevole del governo, che ne ha riformulato il testo a seguito dell’intesa raggiunta tra i partiti di maggioranza e il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Soddisfatti i due grandi registi dell’operazione, i due ex sindacalisti Cgil Cesare Damiano (Pd) e Giuliano Cazzola (Pdl). «Abbiamo voluto questa correzione - dice Damiano - che fa compiere un passo avanti alla riforma del mercato del lavoro. Conclusa la modifica della riforma del mercato del lavoro affrontiamo ora la questione degli esodati con il decreto sulla spending review». «A vincere commenta Cazzola - è stata soltanto la ragionevolezza, perché le soluzioni proposte, inizialmente, nel disegno di legge del governo erano, prima di ogni altra considerazione, irragionevoli. I partiti della “strana” maggioranza (con il contributo decisivo delle parti sociali) sono stati in grado di formulare, prima al Senato poi alla Camera, degli emendamenti su di una materia politicamente sensibile, come i rapporti di lavoro flessibili, su cui si è concentrato in questi anni lo scontro ideologico sulla precarietà». Via libera anche da Cisl, Uil, Ugl e Confindustria, mentre la Cgil ribadisce che «non cambia il giudizio sulla riforma, che va ridiscussa e modificata». Intanto, da oggi scattano le nuove regole sul lavoro, cui si aggiungeranno le novità votate ieri. Il cambiamento più discusso è il nuovo art.18, con lo stop al reintegro automatico in caso di licenziamento illegittimo per motivi economici (rimane solo nel caso di manifesta insussistenza). Ci sarà solo un’indennità. Resta sempre nullo invece il licenziamento discriminatorio intimato, per esempio, per ragioni di credo politico, fede religiosa o attività sindacale. Nei casi dei licenziamenti disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) ci sarà minor discrezionalità del giudice nella scelta del reintegro, che sarà deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi e non anche della legge. Altra grande novità è la nascita dell’Aspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, che parte nel 2013 e sostituirà a regime, nel 2017, l’indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ne potranno usufruire oltre i lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti. Sarà possibile trasformare l’indennità Aspi in liquidazione per poter così avere un capitale e avviare un’impresa. Perderà il sussidio chi dovesse rifiutare un impiego la cui retribuzione sia superiore almeno del 20% rispetto all’indennità percepita. Infine - ma con il passare dei mesi sono state fortemente annacquate - ci sono le regole per favorire l’apprendistato come principale canale di assunzione, e per disincentivare il ricorso ai contratti più precari.