Notizie tratte da: Giovannangelo Camporeale # Gli Etruschi. Storia e civiltà # Utet 2011 # pp. 616, 39 euro., 18 luglio 2012
LIBRO IN GOCCE
Numero 37 (Giovannangelo Camporeale, «Gli Etruschi. Storia e civiltà»)
Gli Etruschi questi sconosciuti
Dei
Nel mondo etrusco la vita umana è regolata da una costante presenza di forze divine. Tutto è prestabilito: l’uomo non può vivere più di 84 anni, la civiltà etrusca deve durare 10 secoli (ciascuno dei quali può contare 100 anni o anche di più o di meno), il passaggio da un secolo all’altro è annunciato da fenomeni straordinari come squilli di tromba dal cielo, o l’apparizione di una cometa. Il mondo nel suo complesso, dal cielo alla terra agli animali e infine all’uomo, è una creazione distribuita per «secoli», voluta e organizzata dal dio supremo.
Fulmini 1
«Noi riteniamo che i fulmini siano emessi perché le nubi entrano in collisione. Gli etruschi pensano che le nubi entrino in collisione apposta per emettere i fulmini. Poiché tutto quello che accade ha un significato, si tratta di interpretare i segni che il dio ci manda e adeguare il proprio comportamento» (Seneca).
Fulmini 2
I fulmini sono di tre specie: il primo consiglia, il secondo conferma, il terzo ammonisce (Aulo Cecina).
Indovini
Quindi, gran daffare di coloro che sapevano interpretare gli organi interni degli animali e in particolare del fegato (epatoscopia), i fulmini (arte fulgurale), i prodigi (arte ostentaria), le sorti (cleromanzia), il volo degli uccelli (auspicio), il fumo dell’incenso bruciato (libanomanzia), l’osservazione dell’interno lucido di una coppa o bacinella (lecanomanzia). Gli aruspici non potevano appartenere che alla upper class. I romani mandavano sempre dieci figli della loro aristocrazia a imparare dagli etruschi l’aruspicina.
Sport
Sport etruschi, oltre alla lotta, al salto in lungo, al lancio del disco, al lancio del giavellotto, alla corsa dei carri, alla corsa a cavallo, alla corsa a piedi: la danzatrice che tiene in equilibrio un candelabro mentre un giovane la bersaglia con degli anelli, il gioco di Troia (praticato anche a Roma) in cui giovanetti di nobile schiatta eseguono a cavallo complicate evoluzioni allusive del labirinto, il giovane che si arrampica sul palo della cuccagna, il gruppo dei phersu in cui un uomo mascherato aizza un cane contro un personaggio con la testa coperta da un sacco ecc.
Pugilato
La boxe, disputata sul sottofondo musicale di un atleta.
Costruzioni
Nel VII secolo a.C. gli Etruschi passano dalla capanna alla costruzione in muratura.
Capanna Pianta circolare o ellissoidale o rettangolare con angoli stondati. Superficie compresa tra i 30-35 e gli 80-90. Materiali: rami o canne ricoperte di argilla. Esterno delimitato da una cunetta che funge da scannafosso. Ingresso unico protetto da un portico. Pavimento in terra battuta. Al centro il focolare. Porta, qualche finestra, due aperture sul tetto in corrispondenza dei finali del focolare.
Casa
Pianta rettangolare. Fondamenta in pietra mentre il resto è in graticcio o mattoni crudi. I muri possono essere intonacati con l’argilla. Diversi vani. Il pavimento in terra battuta o in lastroni di pietra.
Vento
Stando a Plinio i laterizi dovevano essere fissati bene perché in Etruria «i venti soffiavano con tale violenza che potevano spazzare i tetti».
A tavola
Sugli etruschi a tavola hanno espresso giudizi negativi gli scrittori del II e I secolo a.C.: Posidonio indica fra le cause della loro decadenza il fatto che essi passassero la vita a bere. Etrusco grasso contrapposto all’umbro parco (Catullo). Cibo tipico: la minestra di farro. Vino sempre annacquato. Preparazione del pane con sottofondo musicale (vedi la boxe).
Donne
Disprezzo in genere per le donne etrusche, troppo bevitrici. Aristotele racconta con meraviglia che mariti e mogli banchettavano insieme, usanza inconcepibile. Inoltre: le riunioni conviviali si concludevano spesso con sedute d’amore, consumate senza che nessuna coppia si appartasse.
Cosmesi
Il moralista Teo Pompo accusa le donne etrusche di un’eccessiva cura della persona: arrivano a ossigenarsi i capelli! E che dire dei maschi? Si rasano il corpo, lo ungono con la pece.
Lingua
L’etrusco, come lingua, ci è ancora chiuso con mille mandate, malgrado l’impegno, attraverso i secoli, di centinaia di studiosi. Se si prescinde dai nomi propri sono veramente poche le parole di cui si conosce il significato.
Notizie tratte da: Giovannangelo Camporeale, «Gli Etruschi. Storia e civiltà», Utet, 39 euro.