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 2012  luglio 16 Lunedì calendario

La faccia tosta di Asma Shopping da 300mila euro mentre la Siria muore - Scandalosa Asma, spudorata e insolente

La faccia tosta di Asma Shopping da 300mila euro mentre la Siria muore - Scandalosa Asma, spudorata e insolente. Distante e lontanissi­ma dallo strazio della guerra civile in patria. Ai suoi occhi la Siria è un altro mondo. La guerra, i massacri quotidiani, i corpi dei bambini ammazzati e riposti in fila uno do­po l’altro, gli appelli Onu contro le violenze, non esistono. Asma As­sad è il volto imperturbabile del vecchio regime. Continua, imper­territa a vivere nel suo regno dora­to, cieca e insensibile, sorda, indif­ferente a tutto. Asma, la bella Asma, chic, glamour, che prima dello scoppio della primavera ara­ba veniva­ elogiata dalle delegazio­ni internazionali, che Parigi aveva adottato come simbolo di quel vol­to femminile arabo, «la più ma­gnetica delle first lady, selvaggia­mente democratica», esponente di un mondo colto e raffinato, in­carnazione di un perfetto stile libe­rale e progressista. Lei, figlia di una famiglia privile­giata, un padre cardiologo famo­so, una madre diplomatica, gli stu­di a Londra dove è cresciuta, l’in­contro nella city con Assad, la pas­sione comune per la civiltà occi­dentale. Buoni propositi, false spe­ranze per chi in lei aveva intravi­sto la modernità di una Siria nuo­va, aperta ed emancipata. Fino al crollo del sipario. Orribile quello che si vede oltre, la strage dei bam­bini usati come bersagli, l’orrore e la disperazione di un Paese in lot­ta, il terrore, il sangue, le torture. Asma sembra una bambina, una nuova Maria Antonietta, quella che al popolo si poteva dare le brio­ches se il pane era finito. Asma co­me Laila di Tunisia, potentissima moglie di Ben Ali, come Rania di Giordania, elogiata in Europa, odiatissima in patria. Asma è così, assente e indifferente, e a dispetto di quel volto umano che gli euro­pei le avevano cucito addosso, non ha smesso di fare shopping. Mentre impazzano i massacri, lei, la «rosa nel deserto», come l’ave­va definita Vogue , fa compere on li­ne nel quartiere più chic di Lon­dra, spendendo oltre 300mila eu­ro in mobili di lusso. A rivelarlo è il quotidiano britannico «Mail on Sunday», che mostra in esclusiva una serie di mail di Wikileaks con gli ordini per 270mila sterline de­lla moglie del dittatore. Tavoli, di­vani, tappeti, candelabri e pouf, tutti in stile «ottomano», acquista­ti in uno dei più esclusivi negozi di design di Chelsea, per arredare la sua residenza estiva, a 200 miglia da Damasco. Alternando le dram­matiche foto dei massacri a quelle dei lussuosi mobili, il giornale bri­tannico, indica il prezzo di cia­scun «pezzo» scelto dalla trentase­ienne moglie di Assad, dai cande­labri da oltre 8mila sterline, al ta­volo da 10mila fino al tappeto, 11 mila sterline per arredare la resi­denza in un paese nel quale si sti­ma che da marzo siano state ucci­se, 16 mila persone, tra le quali donne e bambine. Poco importa per la moglie di Assad. I bollettini di guerra sono per lei propaganda dei ribelli, le foto di bambini martoriati, finzioni dei media per detronizzare il marito. O forse nemmeno. Forse non so­no proprio niente, Asma quelle vo­ci non le sente nemmeno. Parole vuote che risuonano lontane dal­le mura dorate della sua fortezza. Da lassù la Siria non può sembra­re davvero così brutta e violenta. Già un’altra volta il mondo si era scandalizzato dal suo atteggia­mento. Era marzo, il paese era sta­to messo a ferro e fuoco dal mari­to, lei non era riuscita a resistere ad un paio di scarpe Louboutin da 6.400 dollari. Le aveva chieste agli amici di Londra. «Catturano gli oc­chi, non sono fatte per il grande pubblico», scriveva per email. L’altro rispondeva: «Hai ragione. Sfortunatamente non credo che ti saranno utili presto». Fuori le bombe cadevano.