CRISTIANO PUCCETTI, La Stampa 15/7/2012, 15 luglio 2012
Senza stelle ma risanata Serie A, incasso da record - Nel calciomercato impazzito le stranezze vengono derubricate dai numeri e finiscono nel tritacarne dell’incredibile senza scatenare stupore, senza agitare un perché
Senza stelle ma risanata Serie A, incasso da record - Nel calciomercato impazzito le stranezze vengono derubricate dai numeri e finiscono nel tritacarne dell’incredibile senza scatenare stupore, senza agitare un perché. Il calciatore più costoso, inteso come cartellino, fino a questo momento è stato un difensore, Thiago Silva, da ieri ufficialmente del Psg. Il pezzo pregiato dunque è uno che i gol deve principalmente evitarli, un baluardo più che un artista, insomma non una «Gioconda». Se in questi giorni si è disquisito della retrocessione del calcio italiano, vale forse oggi la pena ricordare che la serie A è ancora il campionato che muove più milioni: i club della penisola ne hanno spesi finora 186 e, grazie soprattutto al Paris Saint Germain, ne hanno incassati 221, un vero e proprio record. I petrodollari della famiglia qatariota hanno proiettato il saldo del campionato italiano in attivo di 35 milioni: anche questo è un primato. L’Italia guida decisa la classifica del segno positivo, del virtuosismo delle trattative alla faccia delle agenzie calcistiche di rating. La serie A si posiziona davanti al campionato brasiliano, che fa registrare un +27 milioni e a quello olandese al momento con un soddisfacente +25. Anche il calcio sta rivedendo la geografia del potere economico e la frammentazione si mischia con l’ingresso di nuovi competitor sul mercato, finora mai considerati. La SuperLig turca ad esempio viaggia con un passivo di 18 milioni, il calcio ucraino, in grande ascesa a livello di club, contribuisce con un -26, mentre la vera new entry è la Super League cinese, in forte espansione e per niente preoccupata dal saldo negativo di 28 milioni. Da Anelka a Drogba, passando attraverso Lippi, anche il gigante asiatico si è lanciato nel calderone. Bizzarro che a guidare la classifica delle squadre più generose sul mercato ci siano proprio quelle che in teoria avevano meno bisogno di essere rinforzate: le finaliste di Champions League della scorsa stagione, Bayern e Chelsea, le due trionfatrici di serie A e Bundesliga, Juventus e Borussia Dortmund. Più il Psg che ha deciso quest’estate di costruire, costi quel che costi, l’ossatura della squadra per vincere tutto. Si rafforza l’equazione vittoria uguale investimenti. E indubbiamente una correlazione c’è, visto che i presidenti spendono sempre volentieri i ricavi piovuto dai successi del campo. I grandi assenti sono proprio i club che negli scorsi mercati hanno investito di più. Il Manchester City, per esempio, dopo aver messo in circolazione dal 2008 la bellezza di 448 milioni, ha raggiunto al Premier all’ultimo secondo, ma ancora Mancini non ha avuto neppure uno dei rinforzi richiesti. Anche il Real Madrid nicchia, mentre il Manchester United, con debiti che galoppano oltre i 500 milioni, tenta la carta della quotazione a Wall Street per recuperare la forza di agire sul mercato. La verità è che la crisi è arrivata per tutti: nel 2011 i club spagnoli spesero 358 milioni di euro, quelli inglesi 553, gli italiani 465. Cifre inarrivabili per quest’anno e probabilmente anche per i prossimi.