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 2012  luglio 15 Domenica calendario

Sulla crisi del partito-guida torna il sogno della Cosa bianca - E dopo? Fra nove mesi, quando i partiti torneranno a governare l’Italia, ricominceranno con le vecchie abitudini? E’ proprio questo uno dei passaggi meno enfatizzati ma più significativi del rapporto di Moody’s

Sulla crisi del partito-guida torna il sogno della Cosa bianca - E dopo? Fra nove mesi, quando i partiti torneranno a governare l’Italia, ricominceranno con le vecchie abitudini? E’ proprio questo uno dei passaggi meno enfatizzati ma più significativi del rapporto di Moody’s. E’ la stessa domanda che da sei mesi Mario Monti si sente ripetere informalmente in giro per il mondo, da tutti coloro che potrebbero essere interessati ad investire i propri soldi in questa parte d’Europa. Da qualche settimana è come se i principali partiti italiani si fossero infilati in un formicaio impazzito, involontariamente “impegnati” a confermare alcuni dei pregiudizi che si nutrono all’estero: tutti potenzialmente alleabili tra loro e al tempo stesso tra loro ostici, tutti rigorosamente privi di un riconoscibile programma di governo. Due istantanee delle ultime ore sintetizzano l’incertezza che in particolare alberga negli ex partiti-guida del centrodestra. Ieri mattina, in provincia di Ferrara, i giornalisti si avvicinano a Bobo Maroni e gli chiedono un commento sul ritorno del Cavaliere e lui risponde, abbassando lo sguardo: «Sì, va bene...». E per il futuro quali alleanze politiche? «Nessuna necessità di valutare adesso». E se neppure il leader della Lega, movimento dal lessico lapidario, è in grado di esprimere sì e no chiari, Silvio Berlusconi darà domani il primo segno di vita con un convegno in Brianza al quale dovrebbero partecipare «alcuni premi Nobel», ostili o non favorevoli all’euro. Lanciando messaggi euroscettici? Riproponendo il Berlusconi responsabile dei primi mesi del governo Monti? Proprio sulle incertezze dei due partiti un tempo egemoni a destra, dietro le quinte stanno fermentando grosse sorprese. Sostiene Giorgio Stracquadanio, da poche ore uscito dal Pdl dopo esserne stato per anni uno dei parlamentari più tosti: «Il terreno di caccia elettorale è proprio qui: se, come sostiene una ricercatrice come Alessandra Ghisleri l’area-Pdl vale oggi il 20 per cento, il restante 15-20 a chi va? E’ lungo questo confine, un tempo occupato da Udc, Pdl e Lega che è destinata a moltiplicarsi la concorrenzialità». Il progetto più avanzato è quello di Oscar Giannino, in gioventù capoufficio stampa del Pri di Giorgio La Malfa e da anni brillantissimo commentatore economico. Dopo aver promosso un convegno dal titolo eloquente (Sedizione liberale) e al quale hanno partecipato Giorgio Stracquadanio, Guido Crosetto, Marco Taradash, nei prossimi giorni Giannino diffonderà un manifesto «per meno Stato, meno spese e meno tasse» sottoscritto da imprenditori, docenti universitari, professionisti e «nessun personaggio dell’establishment politico». Leader? «Non io, ma un altro personaggio», sul quale Giannino mantiene il segreto. Stesso sdoppiamento tra personaggio forte e leader in campo è previsto anche per la creatura di Luca Cordero di Montezemolo che dovrebbe veder la luce in autunno. Ma è sotto l’egida della Cei che sta per uscire allo scoperto quella che, al momento appare come la più ambiziosa delle liste in gestazione: dopo anni di annunci e false partenze, a settembre è destinata a nascere la “Cosa Bianca”, un nuovo soggetto - alleato ma distinto dall’Udc, una lista che dovrebbe dar corpo allo “spirito di Todi”, il movimento promosso dalla Cei per una rinnovata presenza cattolica in politica. Accanto a Corrado Passera, ambizioso ministro dello Sviluppo economico, dovrebbe esserci infatti l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta (già portavoce del primo Family Day), i due ministri cattolici del governo Monti (Andrea Riccardi in rappresentanza di tutto il mondo no-profit, l’ex rettore della Cattolica di Milano Lorenzo Ornaghi, vicino al cardinal Bagnasco), ma soprattutto ecco la novità più corposa - la vasta area dell’associazionismo cattolico, che dopo la caduta della Dc per quasi 20 anni era rimasta senza interlocutori: la Cisl di Raffaele Bonanni, le Acli di Andrea Olivero, la Coldiretti di Sergio Marini, la Confartigianato di Giorgio Guerrini. Quattro associazioni con milioni di iscritti che potrebbero tornare ad avere un punto di aggregazione politica.