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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

QUESTO CALCIO È UN LUSSO DA SCEICCHI

Thiago Silva e Ibrahimovic da Milano (sponda Milan) a Parigi (leggi Paris Saint-Germain), che sarà anche più bella come città, ma che calcisticamente non ha mai retto il paragone. Eppure oggi il nuovo calcio abita lì. E non certo perché i francesi si siano improvvisamente innamorati del pallone, o abbiano soldi da spendere. Tutt’altro. La nuova mappa del calcio europeo non corrisponde più al territorio. Gli attuali padroni vengono da lontano, e la loro lunga marcia sembra inarrestabile. Sono oligarchi russi e satrapi arabi, desiderosi di utilizzare lo spettacolo più in voga nel vecchio continente come grimaldello per aprirsi le porte dei salotti buoni e concludere affari di altro tipo. E così, insieme all’acquisto di prestigiosi marchi di moda, storici centri commerciali, lussuosissimi alberghi e interi quartieri delle grandi capitali europee, ecco gli investimenti nello sport. Dopo aver organizzato gran premi di macchine e moto e tornei internazionali di tennis e di golf, i primi a innaffiare il calcio di petroldollari sono stati gli sceicchi.
MANCHESTER CITY
Precursore fu Mansour bin Zayed Al Nahyan, erede al trono della famiglia reale di Abu Dhabi, che nell’estate del 2008 ha acquistato il Manchester City per 250 milioni di euro. Da allora è stato un susseguirsi di spese, tra investimenti immobiliari, giocatori strapagati al calciomercato e monte stipendi faraonico, che hanno portato Mansour in quattro anni a investire oltre 1 miliardo di euro per portarsi a casa una Fa Cup e un titolo di Premier League. Potrebbe sembrare un investimento assurdo, paragonando quanto si è speso a quanto si è vinto. In realtà il City si appresta a diventare il prossimo dominatore del calcio europeo. E 1 miliardo di euro sono bruscolini, se si pensa che la Abu Dhabi United Group Investment and Development Limited, il fondo investimenti famigliare, ha un patrimonio stimato in oltre mille miliardi di dollari grazie alla gestione del 95 per cento delle riserve di petrolio della UAE: ovvero il 9 per cento mondiale.
PARIS SAINT-GERMAIN
Da Abu Dhabi a Doha, capitale del Qatar, ci sono poche centinaia di chilometri di distanza e molti legami famigliari frutto di matrimoni incrociati. E così, da quando nel maggio 2011 l’erede al trono del Qatar, il principe Tamim bin Hamad Al Thani, ha sborsato 50 milioni di euro per l’acquisto del Paris Saint Germain, si è ridotta anche la distanza tra Manchester e Parigi. Anche sul calcio francese sono piovuti petroldollari, grazie alla disponibilità economica della Qatar Investment Authority (oltre 60 miliardi di dollari stimati) e ai rapporti privilegiati con l’ex presidente Sarkozy. E se gli oltre cento milioni di euro spesi finora nel calciomercato non hanno permesso alla squadra, allenata da gennaio da Ancelotti, di vincere il titolo in Ligue 1. Gli acquisti di Ibra e Thiago, metafora del declino di un calcio italiano che fino gli anni ’90 attirava campioni e oggi si trova costretto a venderli, fanno del Psg una delle favorite per la Champions League.
NOTTINGHAM FOREST E MALAGA
Competizione cui parteciperà il prossimo anno, per la prima volta nella sua storia, anche il Malaga, che ci è arrivato grazie ai soldi dello sceicco Abdullah bin Nassar Al Thani, lontano cugino del Al Thani padrone del PSG, che nel 2011 ha rilevato la società spagnola per 38 milioni di euro e ne ha investiti più del doppio in giocatori.
Il cerchio si è chiuso pochi giorni fa, con il ritorno degli arabi in Inghilterra e l’acquisto da parte della famiglia Al-Hasawi, imprenditori del Kuwait, del Nottingham Forest, storico club inglese decaduto in seconda serie.
DALLA RUSSIA
COI DOLLARONI
Diverso invece l’approccio al calcio dei russi. Dapprima hanno riempito il loro campionato di stelle depredate sul mercato europeo grazie ad offerte che non si potevano rifiutare. Uno per tutti, il trasferimento di Eto’o in Daghestan, alla corte del discusso oligarca Sulejman Kerimov, per oltre 20 milioni l’anno di stipendio. Poi hanno cominciato ad avvicinarsi all’Europa. O attraverso l’escamotage delle sponsorizzazioni - come i 125 milioni di dollari pagati dalla Gazprom allo Schalke 04 per 5 anni, che ne fanno una proprietà mascherata - o attraverso l’acquisto diretto di un club, come il Monaco del neo tecnico Ranieri rilevato a dicembre dall’oligarca Dmitry Evgenevich Rybolovlev, con un piano di investimenti di 100 milioni di euro nel corso dei prossimi quattro anni.
MONDIALI CON ARIA
CONDIZIONATA
Questa la nuova mappa del calcio, destinata a dominare le prossime Champions League del vecchio continente. Fino a quando sceicchi, satrapi e oligarchi non si renderanno conto che forse, invece che comprare club europei per vedere i loro giocattolini sfidarsi negli stadi del vecchio continente, potrebbero comprarsi in blocco i giocatori, o addirittura i club, e trasferirli nei loro territori. Fantacalcio? Eppure fino a due anni fa sembrava impossibile che un Mondiale potesse giocarsi in Qatar. E invece nel 2022 la Coppa del Mondo si giocherà proprio a 50 gradi all’ombra: in stadi di ultima generazione, sigillati e provvisti di aria condizionata. Chissà se per quella data il Real giocherà ancora a Madrid, o non si sarà trasferito invece su un atollo artificiale.