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 2012  luglio 16 Lunedì calendario

L’INDIA SI E’ RICOMPRATA LE LETTERE DI GANDHI

Sotheby’s ha venduto all’incanto per 361.250 sterline un ricco e magnifico manoscritto rinascimentale italiano. Il prezzo è all’interno della stima fissata fra 300.00 e 500.000 sterline.
Realizzato quasi certamente da Gioacchino de Gigantibus per conto del napoletano Ferdinando I, ricordato come uno dei più generosi e illuminati mecenati del Rinascimento, il manoscritto contiene larga parte dell’opera del poeta Publio Papinio Stazio. La Tebaide, innanzi tutto, che lo tenne impegnato per oltre un decennio e nella quale si narra della lotta fra Eteocle e Polinice, due fratelli, per la successione, a Tebe, al trono di Edipo. E poi l’Achilleide e alcuni componimenti poetici raccolti nelle Silvae. Quando Federico d’Aragona perse il trono, la Biblioteca reale napoletana nella quale il prezioso volume era conservato, venne dispersa. Ne profittarono, con avveduti acquisti, Luigi XII, il cardinale Georges d’Ambroise e Celio Calcagnini.
Non hanno invece dovuto affrontare la gara delle palette le lettere, i documenti e le fotografie riconducibili al Mahatma Gandhi, provenienti dall’archivio di Hermann Kallenbach, architetto di successo e body builder originario della Prussia Orientale, che conobbe il Mahatma a Johannesburg, in Sudafrica, nel 1904. «Questo archivio così straordinariamente ricco testimonia l’importanza di Kallenbach nella vita di Gandhi in qualità di uno dei membri della sua cerchia ristretta ed è istruttivo sull’amicizia fra i due uomini, diventando così una fonte biografica importante di Gandhi», ha dichiarato alla vigilia dell’incanto Gabriel Heaton, esperto della casa d’aste, che aveva stimato il lotto tra le 500.000 e i 700.000 sterline. Dopo la pubblicazione del libro di Joseph Lelyved, intitolato «Great Soul: Mahatma Gandhi and his struggle with India» («Anima grande: Mahatma Gandhi e le sue battaglie con l’India»), nel quale veniva ventilata l’ipotesi che tra Kallenbach e Gandhi si fosse instaurato un rapporto che andava oltre la semplice amicizia, intorno a queste documentazione si era sviluppato un interesse non privo di prurigine.
Per parte sua il governo indiano aveva da tempo palesato l’interesse a riportare in patria i documenti. E’ riuscito nell’intento, in quanto Sotheby’s, in accordo con gli eredi di Hermann Kallenbach, tolto l’insieme dall’incanto pubblico, ha trattato direttamente la vendita con le autorità di New Delhi. La cifra sborsata dall’India sarebbe di 60 milioni di rupie, più di 800 mila euro. Scoperto dallo storico indiano Ramchandra Guha nella soffitta delle pronipoti dell’architetto di origine tedesca, il lotto comprendeva anche 13 lettere che Gandhi indirizzò all’amico e nelle quali si fa chiaro riferimento alle sue lotte politiche, ma anche alla malattia della moglie Kasturba.
Con la sala si sono invece regolarmente confrontati i restanti lotti, comprese sette lettere di Jonathan Swift, comprate per 49.350 sterline. A 5.625 sterline è invece avvenuto il passaggio di proprietà di una lettera attraverso la quale Charles Dickens informava lord Patrick Robertson di aver letto e apprezzato le pubblicazioni di Hans Christian Andersen. Più o meno identica la cifra spuntata da un autografo di Oscar Wilde.
DANILO BOGONI