Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore 15/7/2012, 15 luglio 2012
ASTE E RIMBORSI, ECCO L’ESTATE DI FUOCO
Nel prossimo trimestre, da qui al 15 settembre, l’Italia dovrà rimborsare 70 miliardi di BoT, CTz e BTp€i in scadenza e collocare in asta una cinquantina di miliardi di titoli di Stato tra breve, medio e lungo termine. Entro la fine dell’anno, i traders stimano che l’Italia metterà in offerta 80-90 miliardi di BTp e CcT mentre le aste dei BoT e CTz orbiteranno attorno ai 100 miliardi (quindi in tutto circa 200): entro dicembre saranno dovuti 25 miliardi di pagamenti di interessi sulle cedole un’ottantina di miliardi circa di rimborsi di titoli a medio-lungo in scadenza. L’Italia resta l’emittente di debito pubblico numero uno nell’Eurozona: finora ha coperto poco più del 60% del programma di raccolta 2012 a medio-lungo termine (inclusi i CTz).
Per il Tesoro, che ha cancellato assieme alla Spagna l’asta di metà agosto seguendo la prassi negli ultimi anni, collocamenti e rimborsi formato maxi sono la routine. Ma non è così per i mercati, che non prendono più nulla per scontato nell’Eurozona. La crisi del debito sovrano europeo è caratterizzata da eventi improvvisi e peggiorativi e gli investitori istituzionali mantengono la guardia alta. Guardando avanti, ai prossimi tre mesi, i problemi della Grecia non sono affatto risolti e resta tra gli scenari peggiori il rischio dell’uscita dall’euro di Atene: il braccio di ferro tra l’austerità imposta dai Paesi soccorritori e l’allentamento del rigore chiesto dai cittadini greci continua. Anche la Spagna è un’incognita: l’entità dei fondi necessari per ricapitalizzare le banche spagnole e le modalità di pagamento degli aiuti sono ancora lasciati molto vaghi e l’ampia forchetta prevista, tra 50 e 100 miliardi, è un invito a lasciare la porta aperta a una richiesta di sostegno finanziario piena da parte di Madrid. Per i prossimi mesi, il bail-out della Spagna simile a quello di Portogallo e Irlanda resta una concreta possibilità che il mercato continua a scontare nei prezzi dei Bonos.
Anche l’Italia è destinata a rimanere sotto osservazione, nelle prossime settimane e mesi. Il declassamento di Moody’s ha rimesso in primo piano l’outlook negativo pendente sui rating dell’Italia di Fitch e S&P’s: da ieri i traders in BTp si domandano quanto dureranno ancora queste prospettive negative. L’arrivo di altre retrocessioni è messo in conto per l’estate: senza traumi, semprechè l’Italia resti una solida "BBB". L’Italia non è inadempiente nel consolidamento dei conti pubblici e nel progresso delle riforme strutturali: tuttavia il costo del rifinanziamento del debito pubblico resta eccessivo ed è un fardello che dovrà essere alleggerito a colpi di accetta, con o senza il ricorso allo scudo anti-spread. L’Italia è un sorvegliato speciale per colpa della crescita negativa, con un Pil che se dovesse calare quest’anno più del 2% previsto dalla Commissione Ue, comprometterà i piani sul pareggio di bilancio. Il rapporto debito/Pil rimane in salita, per la recessione e il contributo italiano ai salvataggi di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna (fino a quando non entrerà in funzione l’Esm). E il rischio politico, con la scesa in campo di Silvio Berlusconi e le elezioni nel 2013 , è destinato a salire. Le elezioni sono ansiogene nell’Eurozona: lo saranno anche quelle olandesi, in settembre.
Entro settembre, tuttavia, i mercati si attendono novità in segno positivo. L’Esm, salvo colpi di scena questa volta dalla Germania, sarà operativo in agosto: è uno strumento di stabilizzazione essenziale, perchè la Bce non sembra intenzionata a riattivare il Securities markets programme degli acquisti dei titoli di Stato sul secondario. Questa funzione dalla Bce è stata trasferita all’Esm e questo veicolo dovrà essere pronto a intervenire con lo scudo anti-spread per Italia e Spagna, se richiesto.
A caccia di buone notizie, i mercati non hanno smesso di sperare che la Bce, se la politica europea dovesse rallentare il passo, tirerà fuori dal cappello a cilindro qualche altro coniglio: oltre a un nuovo taglio dello 0,25% dei tassi, gli ottimisti puntano sull’arrivo di una terza operazione LTRO straordinaria, a tre anni per importo illimitato, per sostenere il credito a imprese e famiglie negli Stati con scarse prospettive di crescita e per ampliare il serbatoio delle banche spagnole e italiane destinato agli acquisti dei titoli di Stato in casa propria.