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 2012  luglio 15 Domenica calendario

MONTEPASCHI, L’AUSTERITY DEI DIRIGENTI. STIPENDIO RIDOTTO DEL 5% O NIENTE FERIE —

Fabrizio Viola non vuole né può perdere tempo. Il recupero di redditività, che inevitabilmente dovrà passare per il taglio delle spese amministrative e del personale annunciato due settimane fa con il nuovo piano di ristrutturazione, comincia dagli stipendi dei manager.
In questi giorni — mentre ancora è in fase di elaborazione l’aiuto di Stato attraverso 3,5 miliardi di nuovi Tremonti bond — sulle scrivanie dei 500 dirigenti dell’istituto su oltre 31 mila dipendenti totali sta arrivando la comunicazione che a partire dallo stipendio di luglio la busta paga sarà decurtata del 5 per cento della retribuzione. La misura straordinaria durerà per 12 mesi dunque fino al giugno 2013. In alternativa è concessa la facoltà di rinunciare alle ferie arretrate nel 2011 nella misura di un 1 per cento ogni 4 giorni ma solo per quei dirigenti che guadagnano meno di 300 mila l’anno: in sostanza chi avesse accumulato l’anno scorso ferie arretrate per 20 giorni non subirebbe tagli se rinunciasse ai giorni non goduti. Misure drastiche, quelle assunte dall’amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, che colpiscono l’alta burocrazia della banca a partire dallo stesso Viola sia perché più facili da varare sia perché servono da esempio nella trattativa con i sindacati — che invece si preannuncia dura — sui 4.600 dipendenti che nel triennio dovranno lasciare il gruppo fra esternalizzazioni (circa la metà), cessioni di società e uscite volontarie e pensionamenti, oltre alla chiusura di 400 filiali. In questo modo Viola vuole mostrare che i sacrifici non partono dal basso ma dall’alto. I dirigenti peraltro — come tutti i dipendenti — erano già stati privati di bonus e parte variabile della retribuzione.
«Per noi i dirigenti, specie quelli medio-bassi, sono lavoratori come gli altri», è il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, «il presidente Profumo dia il buon esempio e rinunci a tutti i compensi per tutta la durata del piano industriale, perché i dirigenti stanno pagando per colpe non loro».
Nel consiglio d’amministrazione dell’istituto senese il presidente Alessandro Profumo ha rinunciato al compenso da presidente (440 mila euro l’anno) limitandosi ai 60 mila euro l’anno come compenso da consigliere (già decurtato a sua volta del 20 per cento per tutti gli amministratori); Viola ha un contratto uguale a quello dell’ex direttore generale, Antonio Vigni, di 1,4 milioni l’anno. Per il 27 luglio è stato dichiarato lo sciopero di tutte le sigle sindacali della banca, il secondo in pochi mesi e in contemporanea con quello dei dipendenti Unicredit, e manifestazioni di protesta a Siena potrebbero essere organizzate in coincidenza del Palio.
Fabrizio Massaro