Mario Pappagallo, Corriere della Sera 15/07/2012, 15 luglio 2012
«YOGURT» OGM ANTI DIABETE GIOVANILE
Un lactobacillo geneticamente modificato preso per bocca è riuscito a «riprogrammare» il sistema immunitario in un modello animale di diabete di tipo 1 e a riportare i livelli di zucchero nel sangue (glicemia) nella norma. I lactobacilli o probiotici sono anche i fermenti lattici presenti nello yogurt.
Lo studio (pubblicato sul Journal of Clinical Investigation) vede protagonisti ricercatori dell’Università di Siena e di quella belga di Lovanio. I primi per l’idea, i secondi per la «creazione» dei lactobacilli ogm. I risultati sull’animale (i topi Nod che esprimono la malattia come nell’uomo) aprono una rivoluzionaria strada per «guarire» i pancreas «autolesionisti» dei diabetici di tipo 1. Che solo in Italia sono 250 mila. Grazie allo «yogurt ogm» si è ottenuto un profondo «resetting» del sistema immunitario (difensivo) impazzito. Torna nella norma e smette di «attaccare», come fossero nemici esterni, le cellule beta del pancreas (quelle che producono l’insulina, l’ormone che permette di «digerire» lo zucchero nel sangue). La «riprogrammazione» del sistema difensivo ottenuta sembra, inoltre, sicura e duratura.
Francesco Dotta, diabetologo del Policlinico «Le Scotte» di Siena, spiega: «Avevamo osservato che la somministrazione per via orale di probiotici normali (lactobacilli e bifidobatteri) era in grado di prevenire l’insorgenza del diabete autoimmune nel topo Nod. Tale effetto, però, si manifestava solo quando il trattamento era effettuato prima della comparsa dei fenomeni infiammatori a carico delle beta-cellule. Dopo era inutile». Difficile capire nell’uomo il prima, visto che la diagnosi avviene a malattia conclamata. Ecco il punto chiave: va «spenta» l’infiammazione per evitare il diabete. Come? I ricercatori hanno pensato di «armare» i probiotici normali con la capacità antinfiammatoria e con quella di finti bersagli per le cellule immunitarie causa poi del meccanismo autodistruttivo. In modo da distrarle. E’ nato così il probiotico ogm anti-diabete 1: un actobiotics «ingegnerizzato» capace di produrre, a livello intestinale, sia la citochina antinfiammatoria IL-10 sia un auto-antigene (un precursore dell’insulina) come finto bersaglio. Utilizzato al momento della diagnosi del diabete ha guarito i topi Nod. E si è visto anche che il pancreas ormai considerato fuori uso ha ricominciato a funzionare. Primi test sull’uomo, a Siena, nel 2013.
Mario Pappagallo