Marco Belpoliti, La Stampa 16/7/2012, 16 luglio 2012
C’ è
un uomo che gira per le città d’Italia e fotografa le targhe delle vie; poi torna a casa e le riproduce in piccolo formato: rettangoli di legno (3 cm x 6) perfettamente identici nel carattere e nelle scritte alle targhe originali; quindi le mette in vendita nelle tabaccherie e nei negozi dei quartieri dove si trovano quelle strade al costo di 6 euro. Sul retro l’artigiano applica una striscia calamitata, così si può appendere la targa ai supporti metallici. A volte personalizza i rettangoli aggiungendo qualcosa di specifico riguardante il luogo; ad esempio, in via Niccolini a Milano c’è un famoso negozio di motociclette Harley Davidson, per cui l’uomo appone sotto il nome della via la dizione: “via delle belle motociclette”. Altre volte, invece, inventa i nomi, rifacendo le targhe secondo sue intenzioni: Largo san Valentino – auguri – 14 febbraio 2012. Per il momento il suo raggio d’azione si limita a Milano e a Roma, ma è probabile che l’attività di targhettatore – come si potrà mai chiamare questo mestiere? – si estenda anche ad altre città e paesi. Potrebbe, suppongo, produrre targhe a richiesta, con i nomi dei committenti al posto degli intestatari delle vie. Chi non vorrebbe veder dedicata a se stesso una strada, una via, un vicolo? La nominazione delle strade è un’attività che spetta alle amministrazioni comunali che manifestano in questa scelta la propria cultura, o ideologia. L’artigiano che ha inventato le minitarghe si è limitato alle vie del centro puntando sul rapporto di familiarità tra queste targhe e i suoi potenziali acquirenti. Acquistare una di queste minitarghe è come portarsi in casa, in formato mignon, un pezzo della città. Nel loro aspetto miniaturizzato i rettangoli di legno magnetizzato ricordano i mini assegni di decenni fa, un gioco collezionistico, oltre che un vezzo. Oggi, che l’uso del navigatore per attraversare le città, e trovare un indirizzo, è diventato consueto, i rettangoli di legno hanno il sapore di qualcosa di desueto, d’antico, come le stesse targhe delle vie. In futuro potrebbero anche sparire del tutto; l’uso del navigatore satellitare può produrre infatti la scomparsa dei nomi stessi delle vie: basteranno due coordinate alfanumeriche per individuare un edificio o un palazzo, poche cifre per mappare l’intera metropoli, e restituirla in forma schematica allo strumento di cui già ci serviremo. A suo modo il targhettatore con le sue calamite fa della archeologia, anche se a beneficio dei nostri frigoriferi di casa.