Marco Cremonesi, Corriere della Sera 16/7/2012, 16 luglio 2012
MILANO —
Lo showdown, forse, arriverà domattina, in Regione Lombardia. Il consiglio dovrebbe parlare di «fiscalità locale e revisione della spesa pubblica», ma a tenere banco sarà, ancora un volta, lei: Nicole Minetti, la protagonista delle serate di Arcore con cui si rilassava Silvio Berlusconi.
Ieri il segretario del Pdl Angelino Alfano lo ha detto. Secco. Ospite di Maria Latella, su Sky, si è sentito chiedere dalla giornalista se ritenga che la consigliera regionale lombarda rinviata a giudizio nel processo a Ruby «rubacuori» debba dimettersi. La risposta è stata netta: «Sì».
Eppure lei, almeno fino a ieri sera, non aveva inviato alcuna lettera di dimissioni. Non ha comunicato nulla al presidente del consiglio Fabrizio Cecchetti, né al capogruppo del Pdl, Paolo Valentini: «Io continuo a non avere alcuna notizia al riguardo. E dunque non posso fare altro che attendere le decisioni della consigliera. In ogni caso, il gruppo continua a lavorare e a occuparsi dell’attività della Regione». In compenso, a chi le parla, Minetti dà appuntamento a domani: «Ci vediamo martedì in aula». Quando il Consiglio regionale lombardo tornerà a riunirsi.
Occorrerà dunque fidarsi di quanto si dice nel Pdl nazionale così come ai piani alti della Regione Lombardia. Dove si ostenta adamantina sicurezza: «A palazzo Grazioli sono tutti tranquilli». Resta il fatto che basta qualche telefonata in Regione per rendersi conto della convinzione diffusa. Sono molti coloro che pensano che la bella Nicole non si dimetterà prima di ottobre. Soltanto allora, infatti, scatterà il diritto al vitalizio: dopo due anni, sei mesi e un giorno dall’elezione. Probabilmente non sarà così, i meglio informati spiegano che la trattativa si svolge su tutt’altri tavoli: «Il vitalizio? Ci avranno ben pensato...» dicono dalle parti della giunta regionale. Nel senso che dovendo l’igienista dentale più nota del globo «rinunciare a una pensione, ebbè, bisognerà in qualche modo risarcirla». Ragion pratica.
Eppure, forse è vero che la partita è sì alle fasi finali ma ancora non completamente perfezionata. Che nella trattativa con Silvio Berlusconi, o chi per lui, manchi ancora un accordo finale che fino a pochi giorni fa pareva raggiunto. Lo riferisce l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede: «Ma quale ultimatum: ho consigliato io a Nicole Minetti di dimettersi, per giocare d’anticipo rispetto alle polemiche. È accaduto a cena, dieci giorni fa». Continua il giornalista: «Lei mi ha dato ragione e mi ha detto che il giorno dopo l’avrebbe comunicato a Berlusconi. Non so cosa sia successo poi, perché non l’ho più sentita. So però che lei aveva intenzione di dimettersi».
La volontà di Silvio Berlusconi di sottrarre alla scena mediatica la protagonista di stagioni che, in vista della sua ricandidatura a premier, è meglio non ricordare, rischia però di trasformarsi in un boomerang. Basta andare su Twitter e leggersi quanto compare sotto gli hashtag #Minetti e, soprattutto, #nicoleresisti. La domanda di molti è semplice: che cosa è cambiato rispetto a poco più di un anno fa, quando Silvio Berlusconi difendeva a spada tratta la sua consigliera regionale? E ancora: è giusto che sia soltanto l’ex starlette di Colorado Cafè a essere diventata il capro espiatorio di una situazione in cui le decisioni, peraltro, sono state prese non certo da lei? Ecco allora il caustico Andrea scrivere che «la Minetti sarebbe la prima persona che obbedisce a un ordine di Alfano», ecco Nino osservare: «Candidata per meriti innominabili, perché dovrebbe dimettersi adesso?». Massimo mette il dito nella piaga: «Come sarei curioso di ricercare in archivio le dichiarazioni a difesa della Minetti. Dov’erano allora Santanché, Alfano e La Russa?». Fino all’esortazione: «Parla, Nicole, parla!». Rilanciatissimo il video dell’Infedele di Gad Lerner, da Youtube, in cui nel gennaio scorso l’ex premier difendeva a spada tratta l’igienista dentale prestata alla politica.
Onore al merito a Massimo Corsaro, vicecapogruppo alla Camera, che scrive: «Non ho motivo per difendere Minetti, ma se lei è di troppo, mi aspetto alcune assenze in prox liste parlamento». Mentre Barbara Saltamartini osserva: «La Minetti non ha preso voti! Giusto chiedere le dimissioni».
Marco Cremonesi
FABIO POLETTI SULLA STAMPA
Silvio Berlusconi l’ha scaricata e Nicole Minetti mica l’ha presa bene. Anche se adesso che tutti giurano di averle consigliato di andarsene come Emilio Fede o ne chiedono la testa, per ultimo Angelino Alfano, lei al telefonino fa la sostenuta: «Non ho niente da dire su Alfano... Non ho dichiarazioni da fare...». Eppure sono in molti e non solo nel Pdl ad aspettarsi che la consigliera regionale eletta nel 2010 nel listino bloccato di Roberto Formigoni, lasci il suo posto al Pirellone. Perchè a chiederle di persona di dimettersi, ci si è messo Silvio Berlusconi che in vista di una sua ridiscesa in campo, deve dare una ripulita all’immagine del partito, facendo dimenticare i bunga-bunga del quale l’avvenente ex igienista dentale è l’eponimo più rappresentativo.
Alla fine, di fronte alla pressante richiesta di «Silvio love of my life» come da stranota intercettazione telefonica - nemmeno Nicole Minetti può opporsi più di tanto. I maligni dicono che è solo una questione di prezzo. E Nicole a Silvio, che prima l’ha fortissimamente voluta e poi l’ha velocemente mollata, potrebbe chiedere molto. Tramontato il seggio in Parlamento che sembrava il destino finale di questa ventiseienne riminese di madre inglese, finita per caso nella corsia di Berlusconi quando lui era ricoverato al San Raffaele dopo aver preso in piena faccia una statuetta del Duomo, sul piatto potrebbe esserci altro, di altrettanto appetitoso. Intanto perchè se Nicole Minetti riuscisse a tirare almeno fino ad ottobre avrebbe diritto alla pensione, per uno di quei privilegi di casta duri a morire. E poi perchè lei non è certo arrendevole. Quando sembrava che fosse la sola a dover pagare per le notti di Arcore, Nicole Minetti non si fece scrupolo di far sapereche era pronta a tutto pur di non affondare per colpa di Berlusconi: «Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido...».
Sono passati mesi. E’ cambiata la situazione. Ma i protagonisti sono sempre loro. Improbabile che l’ex showgirl di Colorado possa tornare su una rete del Cavaliere. Più facile che Berlusconi - assai generoso e disponibile - le garantisca un vitalizio, le comperi un immobile, la tenga comunque tranquilla perchè da quella sera quando Nicole Minetti andò in Questura e si fece affidare la minorenne Ruby, il suo potere sul Cavaliere è cresciuto in modo esponenziale. Al punto che - seppure tutti chiedano la sua testa - è lei a condurre il gioco. Prima mandando una mail ai vertici del partito in Lombardia - lo ha fatto all’inizio della settimana - sostenendo di non reggere più le pressioni dei media. Poi correggendo il tiro tre giorni fa con Panorama: «Dimettermi? Solo indiscrezioni...». O giocando ancora sulla suspance ieri al telefonino: «Le mie dimissioni? Non parlo...». Di sicuro l’affaire Minetti non può andare avanti troppo. Al Pirellone, dai radicali al Pd chiedono pure le dimissioni di Roberto Formigoni che l’ha messa in lista. Mentre Sara Giudice uscita dal Pdl dopo aver raccolto firme contro la candidatura della showgirl, giura che cambierà niente: «E’ solo una messa in scena...». E allora the show must go on. Con Nicole Minetti che potrebbe dimettersi oggi con una lettera, ma in sordina. O meglio ancora domani durante la seduta al Pirellone su Expo 2015, destinata a passare in secondo piano, perchè il futuro di Milano è niente di fronte al prossimo futuro di Nicole Minetti.