Fulvio Bufi, Corriere della Sera 16/7/2012, 16 luglio 2012
DAL NOSTRO INVIATO
SORRENTO (Napoli) — Pdl addio, si torna a Forza Italia. Il vecchio nome del partito verrà presto ripristinato: ad annunciarlo è Silvio Berlusconi, in un’anticipazione di un’intervista alla Bild uscita nella notte. Nel colloquio con il giornale tedesco, il Cavaliere sostiene riguardo al caso «bunga bunga» di essere una vittima della «campagna di diffamazione da parte della magistratura, che in parte è di sinistra». E parla anche delle sue dimissioni di novembre: «Il principale motivo che mi ha spinto a fare un passo indietro: volevo consentire l’approvazione di riforme anche costituzionali». La giornata, per il Pdl, era iniziata sotto il segno di Angelino Alfano e del suo ultimatum a Nicole Minetti. «Deve dimettersi? Sì», risponde ai microfoni di Sky Tg24, dove, intervistato da Maria Latella, parla del ritorno di Berlusconi come candidato premier alle prossime elezioni e di come all’interno del partito si stia gestendo l’ennesima discesa in campo del leader. «Certamente non esiste alcun cerchio magico intorno a lui, anche perché Berlusconi non ha proprio bisogno di essere gestito». Difende quindi la deputata Mariarosaria Rossi: «È una brava parlamentare che io ricandiderei».
Poi c’è lui, che fino a pochi giorni fa doveva essere il candidato naturale del centrodestra. Deluso, amareggiato di doversi fare da parte per restituire la scena a Berlusconi? Se lo è, Alfano è bravo a convincersi del contrario, e anche a convincere gli altri. Lo dice nell’intervista in tv e lo ripete nell’auditorium dell’hotel Hilton di Sorrento davanti ai giovani che nel fine settimana hanno partecipato alla seconda edizione della Summer School della Fondazione Costruiamo il futuro, una sorta di scuola quadri del Pdl che ha tra i promotori il vicecapogruppo alla Camera Maurizio Lupi e un’altra cinquantina tra deputati, senatori e amministratori regionali e provinciali del centrodestra.
Ai ragazzi che gli pongono domande anche piuttosto critiche (Come recuperare la credibilità politica del Pdl? Faremo mai le primarie? Chi vota per noi, vota solo Berlusconi o anche un progetto per cambiare il Paese?) Alfano spiega di credere nella ricandidatura di Berlusconi «perché ha il diritto di essere giudicato ancora dagli elettori, visto che ha avuto il coraggio di farsi da parte mettendo al centro l’interesse dell’Italia e degli italiani, anche se, come vediamo dai valori di oggi, non era lui la causa dello spread».
Ma soprattutto il segretario la mette sul personale: «Berlusconi mi ha dato l’opportunità di realizzare il mio sogno di fare politica, e io tra l’ambizione di una candidatura a premier e la riconoscenza, scelgo la riconoscenza. Per me l’uomo viene prima del politico».
Gli starà quindi accanto in questo tentativo di restyling del centrodestra. Un’operazione che parte non solo sgombrando il campo dall’imbarazzante presenza della Minetti nel Consiglio regionale della Lombardia e dai sospetti di cerchio magico, che tanto richiama i guai di Bossi e della Lega. C’è anche un altro nome che il Pdl vuole allontanare da sé, quello dell’imprenditore friulano Diego Volpe Pasini, che ancora ieri, intervistato dal Fatto Quotidiano, rivendicava il proprio ruolo nel ritorno dell’ex premier («Ho tirato fuori il leone che era in lui, sono un amico, non un consulente»). In questo caso le distanze le prende direttamente Berlusconi: «Leggo dichiarazioni del signor Volpe Pasini che interpreta il mio pensiero e il progetto politico del Popolo della libertà. La cosa, già grave in sé, è resa inverosimile dalle qualificazioni attribuite dai giornali al signor Volpe Pasini nel rapporto con me: oggi guru, ieri consulente politico, ieri l’altro mio consigliere. Per evitare continue smentite invito il signor Volpe Pasini a non rilasciare dichiarazioni che possano prestarsi a equivoci sui suoi rapporti con me. Ho avuto modo di incontrarlo nella sua qualità di amico di Vittorio Sgarbi, quando lo stesso Sgarbi si è fatto accompagnare ad alcune cene a casa mia da lui e altri imprenditori, per illustrarmi un loro progetto politico. Su tale progetto non ho comunque promesso alcuna collaborazione».
Altri sono gli interlocutori che Berlusconi intende privilegiare in questa fase. Come quelli che incontrerà oggi nel seminario a porte chiuse organizzato dal forzista della prima ora Antonio Martino a Villa Gernetto, in cui si parlerà di euro e politica economica e si comincerà a tracciare le linee che il Pdl — o come si chiamerà — svilupperà in campagna elettorale.
Fulvio Bufi