VARI 16/7/2012, 16 luglio 2012
STEFANIA TAMBURELLO SUL CORRIERE
ROMA — C’è attesa per l’apertura, oggi, dei mercati. Soprattutto per verificare se gli investitori continueranno a snobbare, come hanno fatto venerdì, il downgrade dell’Italia da parte di Moody’s. L’opinione prevalente tra gli analisti è che lo spread tra i rendimenti dei Btp decennali e i Bund tedeschi di pari durata non tornerà sotto pressione. Ma ad influenzare il comportamento dei trader nei prossimi giorni saranno le aspettative per gli esiti dell’Eurogruppo di fine settimana che dovrebbe dare finalmente sostanza all’accordo del Consiglio europeo del 29 giugno sugli aiuti alle banche spagnole — 30 miliardi subito fino ad un massimo di 100 in dieci anni — e sul meccanismo anti spread chiesto dall’Italia con Spagna e Francia. Sono, a riguardo, ancora da definire le tecnicalità di funzionamento, visto che l’automaticità dell’intervento non è passata, e soprattutto le eventuali condizioni per chi lo chiede, che i «falchi» dell’eurozona vorrebbero fossero severe. «Qualunque tentativo di dire siamo solidali ma senza controllare nulla, senza contropartita, non avrà alcuna possibilità con me o con la Germania», ha detto ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel, in un’intervista televisiva, senza specificare a cosa si riferisse. L’avvertimento però appare chiaro e non è di buon auspicio per la rapida approvazione degli aiuti alla Spagna e dello scudo anti spread. Merkel ha comunque sottolineato che i leader europei sono «sulla buona strada» per superare la crisi. Non bisogna fare allarmismi è comunque il messaggio che arriva dal governo. E l’ex premier Silvio Berlusconi, in un’intervista alla Bild, ha detto che «noi ci auguriamo una Germania più europea e non un’Europa più tedesca».
In settimana, intanto, l’Italia dovrebbe completare alla Camera la ratifica del Fiscal Compact e dell’Esm, il nuovo fondo permanente salva Stati, che è un atto prioritario rispetto ad ogni iniziativa europea. La Germania invece attende ancora la corrispondente decisione della Corte costituzionale per la quale, ha detto ieri Merkel, «non c’è alcuna fretta».
Al Tesoro, che tornerà ad affrontare il test del mercato con le aste di fine mese, la settimana inizierà con l’aggiornamento dei conti sulla spesa per interessi nel terzo trimestre in cui sono riprese le tensioni sui mercati. Il differenziale con i rendimenti dei Bund tedeschi in giugno ha ripreso quota ed anche i tassi del collocamento di Bot e Btp, nel mese, sono aumentati. Non si sono raggiunti i livelli di novembre e dicembre 2011 ma si sono abbondantemente superati quelli di febbraio e marzo. Il risultato è che la spesa per interessi sarà più bassa di quella preventivata nel dicembre dello scorso anno (94,2 miliardi) e più alta di quella prevista per l’anno in corso in aprile (80,7%): il maggior onere dovrebbe sfiorare i 10 miliardi.
Stefania Tamburello
ALESSANDRO ALVIANI SULLA STAMPA
Niente aiuti ai Paesi dell’Eurozona se non ci sono controlli e se non vengono rispettate precise condizioni. Angela Merkel sfrutta la tradizionale “intervista estiva” al secondo canale pubblico tedesco ZDF per ribadire quanto messo in chiaro al Bundestag all’indomani del vertice europeo di fine giugno che aveva dato il via libera al meccanismo antispread e alla possibilità per il fondo salva-Stati Esm di concedere aiuti diretti alle banche. «Tutti i tentativi di dire: “Pratichiamo la solidarietà, ma non facciamo controlli o non poniamo condizioni” non hanno nessuna chance con me e con la Germania», ha spiegato. E questo «non perché non vogliamo aiutare», ma perché «neanche le forze della Germania sono infinite». La cancelliera ha negato di aver fatto concessioni e di essersi piegata, all’ultimo consiglio europeo, al premier Mario Monti e al suo collega spagnolo Mariano Rajoy, gli “uomini del Sud”, come li chiama l’intervistatrice. «Questa è un’interpretazione che non corrisponde ai fatti», nota Merkel: abbiamo salvaguardato il principio secondo cui chi riceve aiuti deve fare la propria parte e accettare controlli, per cui abbiamo agito in “continuità” con le posizioni difese finora. A tal proposito Merkel ha smentito una frase del prossimo presidente dell’Esm, Klaus Regling, che aveva provocato confusione a Berlino. La responsabilità per i rischi legati agli aiuti diretti dell’Esm alle banche potrebbe non ricadere sui singoli Stati nazionali quando la supervisione sugli istituti sarà affidata alla Bce, aveva detto Regling alla Welt am Sonntag . Parole in apparente contrasto con la posizione del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, per il quale gli Stati dovranno continuare a garantire per gli aiuti ai loro istituti. «Su questo non ci siamo ancora espressi in maniera definitiva», ha frenato Merkel. La quale ha confermato di volersi candidare a un terzo mandato. Il mio lavoro «mi diverte», ha affermato, spiazzando quanti credevano che le incessanti critiche dei mesi scorsi possano averla in qualche modo infiacchita. Non solo, ma la cancelliera ha legato il suo destino politico all’Europa, trasformando le politiche in programma in Germania nel 2013 in un voto sull’Europa. L’anno prossimo si voterà anche «sulla questione: a che punto si trova l’Europa e quali idee abbiamo noi dell’Europa. La mia e quella della nostra coalizione è quella di un’unione della stabilità che possa affermarsi nel mondo». È vero sì che «non abbiamo risolto tutti i problemi», tuttavia «siamo su una strada ragionevole: negli ultimi mesi in Europa è successo più di quanto sia successo in molti anni, ma c’è ancora molto da fare». In futuro «dobbiamo rendere l’Europa più vincolante» e «creare una cooperazione politica più stretta».
La cancelliera non ha commentato le richieste di un’uscita della Grecia dall’Eurozona arrivate dalla Csu (la gemella bavarese della sua Cdu), ma ha chiesto di aspettare il rapporto della troika per decidere il da farsi e ha invitato Atene a rispettare gli accordi presi. Nel frattempo ha abbassato l’asticella in vista del voto di giovedì al Bundestag sulla richiesta di aiuti per le proprie banche avanzata dalla Spagna. Avremo una maggioranza, ha assicurato Frau Merkel, ma non ci sarà bisogno, come chiede l’opposizione, della “maggioranza del cancelliere”, quella maggioranza assoluta dall’importante valore simbolico che la sua coalizione aveva già fallito a fine giugno nella votazione sull’Esm.