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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

Il matrimonio? Dura 15 anni Si separa una coppia su tre - Doccia fredda sulla famiglia italiana, l’ennesima

Il matrimonio? Dura 15 anni Si separa una coppia su tre - Doccia fredda sulla famiglia italiana, l’ennesima. Questa volta arriva non dal fisco o dalla cronaca nera ma dal rapporto Istat 2010 su separazioni e divorzi. I dati parlano duro e non tengono conto di tensioni, sofferenze e sfumature nelle storie che ci sono dietro, semplicemente fotografano: ci si separa sempre di più (quasi una coppia su tre) e non bastano i figli o «durare» negli anni per avere la certezza di invecchiare insieme e onorare il promesso «per sempre». Il matrimonio italiano medio, infatti, ha mostrato di riuscire a superare il famigerato settimo anno ma s’incaglia definitivamente sul quindicesimo. Così l’età media della separazione non è più, come dieci anni fa, fra i 35 e i 39 anni ma molto più tardi, quando qualcuno forse ha anche pensato di «avercela fatta». Le nuove cifre dicono che è 45 anni per l’uomo e 42 per la donna, poco di più, quindi, per i divorzi. Il che si spiega, ovviamente, anche col fatto che gli «sposi-bambini» sotto i trent’anni sono sempre di meno. Le coppie che hanno messo fine al loro matrimonio sono aumentate di poco ma costantemente, così se tra il 2009 e il 2010 l’incremento è stato «solo» del 2,6% per le separazioni e addirittura negativo per i divorzi (- 0,5%), il confronto con il 1995 è invece spietato: 158 separazioni (e 80 divorzi) su 1000 matrimoni nel ’95 contro le 307 (e 182 divorzi) del 2010. Uno dei dati più nuovi venuti fuori dall’indagine Istat, però, riguarda i coniugi ultrasessantenni. Nemmeno a loro sembra troppo tardi per dirsi addio e così è «boom» di separati coi capelli bianchi: negli ultimi dieci anni sono addirittura raddoppiati, dal 5,9% al 9,9% gli uomini e dal 3,6 al 6,4% le donne. L’unica nota positiva in questo scenario - sempre nella logica fredda dei numeri, che comunque nulla dicono delle tensioni e dei compromessi attraverso cui si arriva alla scelta - è che l’85,5% delle separazioni (e il 72,4% dei divorzi) è consensuale mentre la quota delle giudiziali si ferma al 14,5%, con picchi di diffusione al Sud. Non resta che l’argomento più delicato: i figli. Il 68,7% delle separazioni ha riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio che nell’89,8% dei casi hanno scelto l’affido condiviso. I figli affidati alla sola madre si sono ridotti al 9% e quelli al solo padre non sono mai stati alti. Ma ci sono ancora due dati interessanti. Uno riguarda i matrimoni misti, anch’essi messi a dura prova e sempre più vicini a finire in separazione e divorzio specie se lui è italiano e lei straniera. L’altro dato è denunciato dall’Ami, Associazione Avvocati Matrimonialisti, che invita a vigilare sul fenomeno delle sempre più frequenti guerre giudiziarie tra le mogli vedove di un marito defunto: 11 mila procedure all’anno, per stabilire chi (la prima moglie? la seconda?) ha diritto non a un ricco «patrimonio», ma alla pensione di reversibilità.