PAOLO LEVI, La Stampa 13/7/2012, 13 luglio 2012
I dubbi della Francia mettono a rischio la Tav - Torino-Lione a rischio. Il nuovo governo francese del presidente François Hollande, intende riesaminare - ed eventualmente rinunciare - a diversi progetti di linee ferroviarie ad alta velocità e - data la gravità della crisi e la necessità di ridurre la spesa pubblica - vincola il progetto all’ottenimento di nuove risorse da parte dell’Unione europea
I dubbi della Francia mettono a rischio la Tav - Torino-Lione a rischio. Il nuovo governo francese del presidente François Hollande, intende riesaminare - ed eventualmente rinunciare - a diversi progetti di linee ferroviarie ad alta velocità e - data la gravità della crisi e la necessità di ridurre la spesa pubblica - vincola il progetto all’ottenimento di nuove risorse da parte dell’Unione europea. La Torino-Lione, spiega il governo di Parigi, è un progetto di «maggiore importanza, con dimensioni europee e un notevole interesse ambientale». Ma per poter passare alla sua concreta realizzazione servono «nuovi finanziamenti» da parte della Ue. Finanziamenti, spiegano a Parigi, che potrebbero superare i dieci miliardi di euro e che devono passare attraverso un nuovo accordo tra le parti. Un fulmine a ciel sereno, quello arrivato dalla Francia, che suscita l’entusiasta reazione dei No Tav, che tornano a ribadire l’inutilità dell’opera. Mentre l’Osservatorio tecnico italiano minimizza: «Una tempesta in un bicchiere d’acqua», la definisce il commissario straordinario per la Tav, Mario Virano, spiegando che il governo Hollande sta solo studiando il fasaggio degli interventi sulla propria tratta nazionale della Torino-Lione per selezionare gli interventi indispensabili da quelli differibili nel tempo, come ha già fatto l’Italia. E il tunnel della tratta transfrontaliera - sancito da un trattato firmato dai due Paesi lo scorso 30 gennaio - non è in discussione. Secondo «Le Figaro», uno dei quotidiani che ieri mattina ha rivelato per primo i dubbi delle autorità transalpine, la Francia intende riesaminare dieci progetti. Fra questi, spiega il giornale, la Tav Torino-Lione sarebbe nella hit parade dei cantieri a rischio, a causa del costo elevato (12 miliardi) e il calo del traffico merci. A Parigi, prima che arrivasse il siluro del governo sulla necessità di un nuovo accordo e di nuovi finanziamenti Ue, il ministero del Bilancio aveva spiegato che «non bisogna trarre conclusioni affrettate» su un eventuale stop della Torino-Lione. Per il momento, c’è solo l’intenzione di costituire una missione di parlamentari e di esperti per valutare, entro la fine dell’anno, «la correttezza degli investimenti pubblici» annunciati a suo tempo da Sarkozy ed ordinarli in modo «prioritario». L’altro ieri, il ministro francese del Bilancio, Jerome Cahuzac, ha lanciato una dura bordata contro alcune infrastrutture annunciate a suo tempo dal precedente governo di Nicolas Sarkozy: «Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni». «Ridaremo un senso alle politica dei trasporti», gli ha fatto eco ieri sera il ministro dei Trasporti, Frédéric Guvillier, bollando gli annunci di Sarkozy come «promesse elettorali». Intervenendo in tv, il ministro ha quindi precisato che «bisogna avviare una valutazione costibenefici, sull’utilità e sull’efficacia» di queste infrastrutture insistendo sull’opportunità di migliorare anzitutto le linee esistenti, prima di crearne di nuove. La Torino-Lione fu confermata il 22 giugno 2012 a Roma da Hollande come opera prioritaria da farsi.