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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

Auto, Peugeot si arrende e chiude la sua «Mirafiori» - Il drammatico quesito su chi, tra le case automobilistiche chiu­derà per prima in Europa, ha da ie­ri una risposta: è il gruppo Psa Peu­geot Citroën

Auto, Peugeot si arrende e chiude la sua «Mirafiori» - Il drammatico quesito su chi, tra le case automobilistiche chiu­derà per prima in Europa, ha da ie­ri una risposta: è il gruppo Psa Peu­geot Citroën. Resta sotto osserva­zione la Fiat (i prossimi mesi sa­ranno decisivi, visto che il merca­to non ha alcuna intenzione di in­vertire la marcia), mentre la Gene­ral Motors, che ha firmato recente­mente una partnership con Psa, ha perso ieri il suo amministrato­re delegato europeo nonché capo di Opel: quel Karl-Peter Stracke che solo poche settimane fa, pre­sentando il piano di crescita del­l’azienda, aveva categoricamente escluso la perdita di posti di lavo­ro proprio alla luce dell’alleanza con i francesi. Ieri le improvvise di­missioni del 56enne manager te­desco al quale sarebbero stati ri­servati altri incarichi nel gruppo. Al suo posto il vicepresidente Ste­ve Girsky. Il vero terremoto, comunque, ha riguardato la Francia con l’an­nuncio della chiusura, nell’aria da settimane, della storica fabbri­ca Psa di Aulnay, alla periferia di Parigi, una sorta di Mirafiori al­l’ombra della torre Eiffel. Il grup­po Peugeot-Citroën, che nono­stante le numerose novità denun­cia un forte calo delle vendite sul mercato domestico, in Italia, Spa­gna e a anche Brasile, ridurrà l’or­ganico e metterà i sigilli, entro il 2014, allo stabilimento. Il taglio in Francia sarà di complessivi 8mila posti di lavoro. «Il nostro gruppo­come ha spiegato il presidente Philippe Varin, i cui rapporti con la famiglia Peugeot non sarebbe­ro più idilliaci-- è stato messo alle strette dall’aggravarsi della crisi del mercato in Europa, dove ven­diamo il 60% delle nostre auto». È da 20 anni che in Francia non veniva chiuso un impianto; l’ulti­mo è stato quello di Renault, a Bil­lacourt. Nel primo semestre del 2012 il gruppo Psa ha perso 700 mi­lioni di euro, con un consumo di li­quidità pari a 200 milioni al mese. A subire le conseguenze della si­tuazione di crisi sono i 3mila di­pendenti della fabbrica di Aulnay­ sous­ Bois. La produzione della piccola Citroën C3 sarà trasferita a Poissy, poco distante, mentre al­meno la metà dell’organico do­vrebbe essere ricollocato. Già si è fatta avanti la Sncf, la società che gestisce le ferrovie francesi. «Nes­sun impiegato sarà lasciato per strada», la promessa di Varin. Ma nuovi tagli sono previsti anche a Rennes, dove si fabbricano le ber­line di alta gamma: saranno ridot­ti 1.400 posti su 5.600. Infine, circa 3.600 esuberi sono stati individua­ti­nei servizi non collegati all’attivi­tà produttiva. L’Eliseo,da parte sua,ha annun­ciato per il 25 di questo mese un piano di sostegno al settore auto­mobilistico, mentre il presidente François Hollande ha chiesto al premier Jean-Marc Ayrault e al mi­nistro del Rilancio produttivo, Ar­naud Montebourg, «di fare il possi­bile per limitare le conseguenze sociali». Lo shock ha pesato an­che in Borsa, con i titoli del gruppo che hanno perso il 2,74%, scen­dendo al minimo storico. In allar­me è anche Bruxelles. Il vicepresi­dente della Commissione Ue, An­tonio Tajani, parla di un piano d’azione per far fronte ai proble­mi di sovraccapacità in Italia e in Francia.