Emanuele Buzzi, Corriere della Sera 13/07/2012, 13 luglio 2012
SE LA (FALSA) ISCHEMIA DI DI PIETRO CORRE SU TWITTER —
Alla fine nella trappola della tigre è caduto (involontariamente) anche Antonio Di Pietro. Come per le rivolte di Londra, il web definisce i contorni della realtà e fa rimbalzare una notizia nonostante le smentite. Un anno fa nella capitale inglese, un tweet annunciava la liberazione di una tigre dallo zoo. Tutto falso, ma in città c’erano gli scontri e il messaggio venne preso per vero e rilanciato dai social network. Solo dopo molte ore anche su Twitter e dintorni ci si accorse che il felino non era mai uscito dalla gabbia. Ieri, invece, è stata la volta — in salsa italiana — dell’incidente ad Antonio Di Pietro. Il tam-tam mediatico parte in mattinata da un articolo de L’Unione sarda. Secondo il quotidiano il leader Idv in vacanza in Sardegna è stato vittima di un attacco ischemico nella serata di mercoledì: ricoverato a Olbia, l’ex pm si troverebbe in gravi condizioni. Sul web esplode il caso. La notizia — nonostante la smentita della portavoce di Di Pietro — rimane al centro di centinaia di cinguettii su Twitter. Lo stesso leader interviene con l’hashtag «#stobene». «Il giorno in cui avrei avuto il malore — spiega al Corriere — ero in Aula: ho votato, ho preso la parola. Ero visibile a tutti». Una storia che ha avuto qualche risvolto tragicomico: «Mia sorella Concetta ha sentito prima la smentita e poi la notizia». «In realtà è tutto merito del ritorno in campo di Berlusconi — scherza il leader —. Hanno detto: "Il Cavaliere è tornato, a Di Pietro prenderà un colpo". Detto, fatto: si è sparsa la voce ed è arrivata ai giornali. Ha una sua logica, no?». L’ex pm sorvola sulla notizia infondata, giudicandola «un infortunio comprensibile» e difende anche Twitter: «La Rete fa tutto da sola, ha rimesso a posto le cose alla fine». Dopo il finto malore, sul web impazzano le battute ironiche sulla vicenda. Ma su Twitter i casi analoghi sono all’ordine del giorno. C’è chi, come Tommaso De Benedetti, si è specializzato nel creare profili falsi e diffondere notizie inventate che hanno fatto il giro del mondo: dalla morte di Benedetto XVI a quella di Fidel Castro. Il suo scopo? Dimostrare la vulnerabilità dei social network.
Emanuele Buzzi