Danilo Mainardi, Sette 13/7/2012, 13 luglio 2012
La telepatia degli elefanti – Da tempo si sa che gli elefanti si passano informazioni da lontano
La telepatia degli elefanti – Da tempo si sa che gli elefanti si passano informazioni da lontano. Un gruppo trova una sorgente d’acqua e, dopo un po’, un altro gruppo lo raggiunge. Ecco allora, su un vassoio d’argento, servita la spiegazione: la telepatia. Un individuo cioè, tramite misteriose onde cerebrali, avrebbe informato del rinvenimento gli altri, i lontani, senza usare alcun organo di senso. E quelli, figurarsi, capivano tutto e arrivavano. Il fatto è, invece, che c’era ancora molto da scoprire sul comportamento degli animali. E infatti – prima fase della nuova scoperta – si trovò che gli elefanti emettono suoni a bassa frequenza, udibili anche da molto lontano. Ma quello fu solo l’inizio perché quei suoni, detti infrasuoni, si scoprì che possono viaggiare anche attraverso gli strati superficiali del terreno, e da tempo si sapeva che gli elefanti battono spesso per terra con una delle loro zampe anteriori come se stessero usando un codice. Avevano, quelli distanti, la capacità di percepirlo, quel codice? E se sì, come? Vibrazioni sperimentali. La risposta la diede Caitlin O’Connel dell’università di Stanford sperimentando con Donna, un’elefantessa dello zoo di Oakland. Caitlin apprestò una piattaforma su cui Donna posava le sue zampone davanti, poi fece arrivare sotto quei sensibilissimi piedi vibrazioni analoghe a quelle che avrebbe potuto percepire in natura, e cioè di 5, 10, 15 e 20 Hz. Di fronte l’elefantessa aveva un pulsante che premeva quando percepiva quei ritmici infrasuoni. Risultò così non solo la sua grande sensibilità tattile, ma anche la capacità di discriminare i vari segnali. Ora dunque sappiamo che gli elefanti possono comunicare da lontano. E che pure per loro vale l’assioma peripatetico di San Tommaso: «nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu». Altro che telepatia.