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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

Quando la vacanza 
è sul luogo del delitto Ciao, mi chiamo Mirko Biancani. Non ti ricordi di me? Abito in viale Malpezzi 28, terzo piano, scala C

Quando la vacanza 
è sul luogo del delitto Ciao, mi chiamo Mirko Biancani. Non ti ricordi di me? Abito in viale Malpezzi 28, terzo piano, scala C. Esatto: proprio sul pianerottolo di fronte a te. Ci siamo visti credo tre anni fa. Era venuto il postino a recapitarmi la notifica di una multa per l’autovelox e ho socchiuso la porta. Anzi, a dirla tutta sono io che ho visto te. Riportavi a casa la tua figlioletta abbronzata. Forse avrai scorto la mia ombra dietro al cancelletto blindato e il postino che fuggiva. Eh, lo so. Non li fanno più i postini di una volta. Adesso basta che un pitbull gli scarnifichi il polpaccio e corrono a chiedere aiuto. Ecco, bravo. Va’ a chiedere aiuto alla Fornero. Che appena ti vede, ti manda a casa. ’sto pirla. Ti lascio questo foglietto sotto la porta per comunicarti che sarò assente dal prossimo primo agosto fino al quattordici compreso. Lo so cosa stai pensando: sono tre anni che non lo vedo, sai cosa me ne frega. Invece te ne frega. Perché ho deciso di lasciarti Tino. Tino è il mio cane. È il diminutivo di Cretino. Mi piace chiamarlo così, tanto non se ne accorge. Adesso non fare quella faccetta da principino dei radical chic. Ti ho lumato il notiziario di Legambiente nella buca delle lettere, scommetto che dai pure il 5x1000 a quella zecca di Gino Strada. Quindi Tino, per due settimane, te lo tieni te. E lo tratti da re: bistecche di scanello e aminoacidi ramificati. Sennò lo lascio in autostrada con un cartello legato al collo: muoio maciullato per colpa di quel tizio che scrive su Sette. ’sto pirla. Parto, sì. Vado a svagarmi un po’. Non che sversare liquami al Sud sia un lavoro che mi annoia, questo no. Anzi: mi faccio telefonare dagli impiegati, quando aprono i rubinetti nelle fogne dei teròni. Così posso immaginarmi la faccia di Saviano in tempo reale. Però anche l’occhio vuole la sua parte, no? E allora io e la mia Svetlana ci prendiamo la Lexus, sì, quella parcheggiata di fianco alla tua Yaris, no, non è straniera, la targa tedesca è per gli sbirri, così di multe per gli autovelox non ne arrivano più, e andiamo a vedere da vicino la nostra bella Italia. Prima che aumenti l’Iva, così c’è anche il piacere di cacciarla in quel posto a Monti. ’sto pirla. Pensavamo di partire da Brindisi, ma lì la cosa è ancora fresca. Non c’è divertimento. Il tizio ha confessato subito, la tele già non ne parla più. E su Facebook non è uscito manco un video interessante, solo primi piani, le faccette delle compagne coi pupazzi. Niente di piccantino. Neanche un bel pulmino di Skytg24 per fare un saluto a casa. Almeno sembrava, all’inizio, che c’entrassero i servizi deviati. Invece niente. Che poi non ho mai capito bene cosa sono, i servizi deviati. Dev’essere una cosa tipo i poteri forti. La butti lì e funziona. L’altro giorno sono riuscito a non fare duecentomila euro di fatture a un tizio, e quando quello insisteva gli ho detto che rischiavamo di favorire i poteri forti. Ci ha creduto, ’sto pirla. Così cominciamo da Avetrana. Svetlana dice che trova zio Michele molto sexy. Pare che in carcere si sia pure rimesso in ghingheri coi muscoli, o almeno così spiegavano l’altro giorno a Studio Aperto. Fa piacere, dai. In fondo ormai sono come una famiglia, per noi. Ho letto su Twitter che fanno le visite guidate. Arriva un tizio che è parente di un cugino di terzo grado di quella chiattona che pare sia stata lei, e ti porta lì nel bosco. Ho anche telefonato per prenotare. Volevo fargli uno scherzo: gli ho detto che ero Salvo Sottile e gli offrivo settantacinquemila euro per l’esclusiva. Ha accettato e giovedì prossimo va a Roma per registrare. Non sa neanche che Salvo, noi lo chiamiamo così, quel giorno lì è a un master giornalistico a spiegare l’etica dell’informazione. ’sto pirla. Poi saliamo e andiamo a Perugia. La sera, un bell’aperitivo nel locale del negretto che secondo me mica la conta giusta. Poi facciamo un giretto al tribunale di notte, che è molto romantico, cena al sacco con prodotti tipici dei tuoi amici di Slow Food e poi letto in ostello. Pare che ci siano ancora dei ragazzotti che hanno conosciuto Meredith e forse, ma forse, addirittura un tipo che quando la Cnn è andata a chiedergli un parere su Raffaele Sollecito ha risposto «fuck you, your sister and the best of the bad died yours». ’sto pirla. Lo so: stai pensando che siamo stereotipi. Certo che lo so cosa vuol dire “stereotipi”: leggo due quotidiani al giorno, Vaffanmerkel e Ciao Ciao Culona. Ma è per quello che perdete le elezioni da vent’anni. Non avete capito che quelli come me rappresentano l’italiano medio, e mica sempre nel senso del dito. Lo sai dove andiamo, dopo Perugia? In Emilia, certo. Svetlana ha anche mandato un sms al 45500 col cellulare del Comune. Andiamo a portare la nostra solidarietà ai terremotati, anche se ’sta puzzetta sotto al naso adesso mi sa che se la tolgono, i compagnucci. Però va detto che gli emiliani sono gente concreta. L’altro giorno su eBay c’era un tizio che vendeva una pietra del campanile di Mirandola, la città di Pico De Paperis. Base d’asta 500 euro. E mi sa pure che uno gliel’ha comprata. ’sto pirla. A quel punto avremo quasi finito il tour e Tino ti avrà già sbranato dabbene la poltrona Frau che… e certo che l’ho vista mentre i romeni te la portavano su. E anche che la badante finlandese in realtà la usi per… bravo. Bravo. Ora so che ci terrai Tino anche mentre decideremo l’ultima tappa del giro. Non so ancora quale: al Mugello per Pacciani siamo già andati l’anno scorso. A Erba ci torneremmo volentieri anche solo per salutare Olindo, che è tanto una brava persona, tradita forse dalla troppa irruenza, però Rosa sono mesi che non risponde alle lettere. Ormai se la tira: pare che quando esce farà un libro. Cogne è troppo affollata, pare addirittura che ci gireranno un cinepanettone... Mi sa che alla fine torniamo a Garlasco. C’eravamo già andati l’anno scorso, per via dell’outlet, il 2 agosto cominciano i saldi e perderseli sarebbe un delitto. Ho fatto la battuta. Anzi, mi sa che dall’outlet Garlasco ti portiamo anche un bel regalino – uno specchio – e te lo portiamo quando veniamo a riprenderci Tino. Così ti guardi negli occhi, rifletti sul fatto che sei stato chiuso in casa due settimane perché ti sei fatto beccare con Jatta da uno come me, e finalmente anche tu ti sussurri… ’sto pirla.