Massimo Mucchetti, Sette 13/7/2012, 13 luglio 2012
Quanta energia con una Solar Tax – Quando, martedì 3 luglio, ha annunciato una svolta nelle politiche tariffarie, invitando le autorità a legarle sempre più agli investimenti e sempre meno all’inflazione, il pensiero è corso alle tariffe riconosciute alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
Quanta energia con una Solar Tax – Quando, martedì 3 luglio, ha annunciato una svolta nelle politiche tariffarie, invitando le autorità a legarle sempre più agli investimenti e sempre meno all’inflazione, il pensiero è corso alle tariffe riconosciute alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il governo Monti non ha colpe nelle colossali prebende riconosciute dai predecessori al fotovoltaico e, un po’ meno, all’eolico. Ma qualche rimedio andrà pur trovato, oltre il freno posto dal ministro Corrado Passera al dilagare di queste attività sovvenzionate. pagamento a regime ridotto. Alla fine del 2011 l’Italia si trova installati ben 12.773 megawatt di fotovoltaico. La Cina ne ha per 2.900. Secondo Cia World Factbook, la Cina produce elettricità in misura pari a 12 volte l’Italia. Ed è il maggior produttore di pannelli fotovoltaici al mondo. Gli Usa del verdeggiante Barack Obama, primi produttori mondiali di energia elettrica, 14 volte l’Italia, hanno in funzione non più di un terzo dei pannelli che ha l’Italia. Si dirà: in Germania il solare è il doppio rispetto al Belpaese. Noi infatti siamo i secondi. Ma la Germania, che è stata la pioniera del settore, ci ha costruito un’industria esportatrice. L’Italia è importatrice netta di tecnologie e impianti, un tempo dalla Germania oggi dalla Cina. Come mai un tale primato italiano? Merito (o colpa?) dell’enormità degli incentivi. Che ha determinato la fioritura di imprese quasi senza capitale, tanto le banche finanziavano tutto, con questi ricavi generosi e garantiti. Ora cambiare le tariffe prima del tempo stabilito è discutibile. Anche nelle fonti rinnovabili. Ma nulla vieterebbe, come abbiamo scritto altre volte, un prelievo fiscale mirato in costanza delle tariffe annunciate. Una Solar Tax insomma. Imposte di tal genere sono già state adottate altre volte. Ma si dovrebbero anche porre a carico dei produttori fotovoltaici ed eolici, fatte salve le microattività, un loro costo aggiuntivo che andrà sempre più a gravare sulla bolletta degli italiani. Siccome il sole e il vento non ci sono 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, vanno tenute pronte centrali flessibili, per lo più a gas, per il necessario subentro. I proprietari di queste centrali pretendono che si paghi loro il costo del tenerle impegnate, ancorché a regime ridotto. Si tratta di una riserva che costerà, si stima, 900 milioni l’anno. Che si aggiungono ai 10 miliardi di incentivi già a carico della bolletta. Almeno questa Solar Reserve andrebbe posta a carico dei produttori.