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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

ECATOMBE DI SPORTELLI BANCARI CAUSA INTERNET


«Quand’ero ragazzino avevo un compagno di banco un po’ sciocco che passava mezza mattina a dirmi tutto fiero: “Lo sai che il mio babbo è impiegato di banca?”. Ecco, adesso non se ne vanterebbe più». L’amarcord del top-manager di una grande banca nazionale fotografa il «tracollo» dell’immagine complessiva di un settore, quello bancario, che è vitale per l’economia italiana ma si trova alla vigilia di una nuova difficilissima congiuntura. Internet ha mezzo svuotate migliaia di filiali. Si parla, a mezza bocca, di 70 mila esuberi, che le banche dovrebbero gestirsi da sé, con il loro fondo di solidarietà di categoria, perché non hanno accesso alla cassa integrazione. La crescita delle sofferenze, la gelata dell’economia, le difficoltà dei mercati rappresentano voci di costo nuove e tagliano storiche fonti di ricavi. Il tutto, paradossalmente, è più amaro nel nostro Paese dove il sistema creditizio (dati Bankitalia) ha avuto bisogno, per superare la crisi, di aiuti pubblici minimi rispetto a quelli drenati dalle banche degli altri Paesi europei: 4,1 miliardi pari allo 0,3% del pil contro 409 miliardi pari al 3,3% del pil del totale delle banche Ue. Noi italiani siamo stati, insomma – per una volta - se non i primi della classe senz’altro i «meno somari». Eppure siamo stati i più tartassati, per colpa del «rischio sovrano». E ora, guadagnando «strutturalmente» meno di un tempo, le banche italiane devono tagliare i costi. «L’attuale livello delle retribuzioni e del costo del lavoro è difficilmente compatibile con le prospettive di crescita del sistema bancario italiano», aveva detto il governatore Ignazio Visco nelle sue «Considerazioni finali», il 31 maggio scorso. «È necessario procedere speditamente alla razionalizzazione delle strutture di offerta», ha rincarato parlando all’Abi e alludendo alle troppe filiali vuote. Aggiungendo: «Anche le politiche di remunerazione devono volgersi all’obiettivo della riduzione dei costi», il che significa che per i banchieri la pacchia è finita. Diciamo la verità, a molti piccoli imprenditori che si sono visti lesinare il credito come non mai verrebbe da commentare: «Ben gli sta». Ma le difficoltà delle banche si riverbereranno in ulteriori difficoltà per le imprese clienti. Ed è comunque ingiusto che la «sovranità nazionale» sulle banche sia stata di fatto, come in fondo lamenta la stessa Banca d’Italia, così svenduta da tartassare i nostri istituti ben oltre i loro demeriti. Un po’ di recupero di questa sovranità non guasterebbe: anche se sappiamo che l’Italia in Europa conta poco, con buona pace della personale credibilità di Mario Monti e Mario Draghi.