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 2012  luglio 13 Venerdì calendario

borghi vincenti– Duemila abbandonati e 15 mila semispopolati. Sono i borghi storici italiani, testimoni di una storia di povertà ed emigrazione, ma che potrebbero diventare i protagonisti di una nuova era di riscatto, un nuovo modello di sviluppo turistico ed economico

borghi vincenti– Duemila abbandonati e 15 mila semispopolati. Sono i borghi storici italiani, testimoni di una storia di povertà ed emigrazione, ma che potrebbero diventare i protagonisti di una nuova era di riscatto, un nuovo modello di sviluppo turistico ed economico. A crederci è Daniele Elow Kihlgren, imprenditore italo-svedese che più di dieci anni fa investì nel recupero del borgo di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, e poi si è spostato a Matera trasformando le Grotte della Civita, una delle zone più povere d’Italia, in gioiello di ospitalità. Oggi lancia un nuovo progetto, chiamato Sextantio Restauri Italiani, e sta cercando partner nazionali e internazionali che abbiano voglia di restaurare antichi borghi, con il sostegno professionale dell’architetto inglese David Chipperfield. «La difficoltà più grande di questo progetto è stata dimostrare che non c’è alcuna necessità di costruire nulla di nuovo. Ho capito subito che Chipperfield condivideva la mia filosofia, ha sposato in toto i principi di rispetto dell’identità di territorio, ambiente, paesaggio e storia», spiega Kihlgren. Nei progetti di restauro di Sextantio nulla viene stravolto: vengono conservate le cubature e le destinazioni d’uso, viene impiegato materiale architettonico di recupero compatibile per origine geografica e caratteristiche stilistiche, vengono lasciate le tracce di vissuto sedimentate negli intonaci e nelle stratificazioni del costruito. Sono riproposti anche gli arredi autoctoni, dal letto alle madie, dalle cassapanche fino alle coperte tessute a mano. Il frutto delle ricerche avvenute grazie alla memoria storica degli anziani, ma anche commissionate a istituzioni, come il Museo delle Genti d’Abruzzo per il caso di Santo Stefano di Sessanio. Gli stessi criteri applicati alle Grotte della Civita, nella città dei sassi, dove le stanze dell’albergo diffuso sono ricavate proprio all’interno delle cavità. Nei borghi ristrutturati alcune case potranno essere vendute, altre destinate all’albergo e per i servizi connessi: ristorante, cantina, botteghe dell’artigianato. La società Sextantio, che ha acquistato nove borghi in Abruzzo e una concessione nei Sassi di Matera, ha ricevuto finora oltre 500 proposte di restauro. Nel frattempo Santo Stefano di Sessanio da progetto è diventato modello economico di successo: le strutture ricettive sono passate da una a 12, il tasso di occupazione è aumentato di 30 volte e il valore patrimoniale degli immobili è quadruplicato. *** Numero 29 anno 2012 IL GIORNALE IN EDICOLA Altan Opinioni Primo Piano Attualità Mondo Opinioni Reportage Cultura Scienze Tecnologia Economia Società Attualità Rubriche Opinioni La nuova edizione del periodico è online il venerdì alle 08:30. Il giornale in edicola SFOGLIA L’ARTICOLO VERSIONE STAMPABILE Società E dagli Uffizi l’arte va in provincia C’è un filo rosso che collega Firenze a Santo Stefano di Sessanio. O meglio una "condivisione di affetti" che risale al 1573, quando la Baronia di Carapelle - di cui faceva parte il borgo di montagna a una trentina di chilometri dall’Aquila - fu ceduta a Francesco de’ Medici. La mostra "Paesi, pastori e viandanti" (fino al 30 settembre) nasce proprio dall’idea di rinnovare questo legame antico e rilanciare l’interesse verso il territorio abruzzese e il suo patrimonio storico-artistico: 29 opere pittoriche provenienti dalla Galleria degli Uffizi sono esposte nella sede del municipio e in alcuni punti di Santo Stefano di Sessanio: le Carceri e le Botteghe dell’artigianato domestico, dei decotti e dei fermentati, messi a disposizione dall’Albergo Diffuso Sextantio. Un’occasione per conoscere dipinti di artisti meno noti del Seicento, per lo più olandesi, fiamminghi, francesi e tedeschi, affascinati dal paesaggio italiano (tra gli altri Pieter Van Laer detto Bamboccio, Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Adriaen Van de Velde).Emanuele Coen