Gian Maria De Francesco, il Giornale 10/7/2012, 10 luglio 2012
I Fondi sovrani «controllano» oltre un terzo di Piazza Affari - Un mercato realmente globale non può costruire steccati e confini
I Fondi sovrani «controllano» oltre un terzo di Piazza Affari - Un mercato realmente globale non può costruire steccati e confini. Un principio facile da enunciare ma difficile da mettere in pratica quando, a essere chiamati in causa, sono i Fondi sovrani, cioè gli organismi di investimento che fanno capo a Paesi che dispongono di notevoli risorse economiche da mettere a reddito. Il centro studi della Consob ha provato a fare un po’ di chiarezza su un fenomeno che da qualche anno ha «terremotato» le compagini azionarie di molte società quotate. Esemplare il caso di Unicredit, l’istituto internazionale che si è aperto ai capitali di Aabar, che rappresenta il fondo sovrano di Abu Dhabi (primo socio con il 6,5%),e della Lia,l’autorità di investimento libica. Ma ci sono anche situazioni, come quella del Fondo pensioni del governo norvegese, che ha acquisito partecipazioni di minoranza per cercare opportunità nelle blue chip italiane. Nel portafoglio, infatti, figurano l’1,08% di A2a, l’1,46% di Generali, l’1,75% in Impregilo e l’1,55% di Telecom. «L’operatività di questi istituti può avere effetti positivi sui mercati, in termini di maggiore liquidità e stabilità », ha osservato la Consob. Tra l’altro anche l’ad di Mps,Fabrizio Viola,ha auspicato l’intervento di un investitore sovrano nel futuro aumento da un miliardo del Monte. L’analisi della Commissione guidata da Giuseppe Vegas parte da un dato di fatto: i fondi sovrani detengono partecipazioni azionarie pari al 36% circa delle società quotate a Milano, contro il 25% di quelle a Londra, e poco meno del 20% di quelle listate Francoforte e Parigi. Poco più del 2% della capitalizzazione di mercato nelle quattro principali Borse europee fa capo a questi veicoli che, a fine 2010, avevano concentrato il 40% circa del valore degli investimenti azionari nel settore finanziario (banche e assicurazioni). A seguire auto, infrastrutture ed energia. Conoscere per decidere, è il motto della Consob. Che guarda al fenomeno con occhio vigile ma disincantato. Se attirare un investimento estero è comunque un titolo di merito, va anche giudicata la qualità e, soprattutto, la trasparenza dell’investitore. Su 72 Fondi sovrani presi in esame, solo 14 possono essere giudicati trasparenti, giacché nel loro sito Internet vi è una completa disclosure sul loro portafoglio. Ve n’è, quindi, una sessantina per i quali è molto difficile esprimere una valutazione obiettiva. Come il fondo di Singapore Temasek che non solo non rivela la sua asset allocation, ma che in generale ha la tendenza a investire in infrastrutture portuali, cioè acquisendo snodi strategici. Come può un Paese difendersi se le intenzioni sono meno che amichevoli?In Italia l’ex ministro Giulio Tremonti ha introdotto la normativa anti- Opa per difendere l’interesse nazionale in settori strategici. Un cannone pronto a sparare in caso di necessità, anche se finora contro un fondo non è stato mai utilizzato.