Fausto Biloslavo, il Giornale 10/7/2012, 10 luglio 2012
La tv dei cristiani oppressi piace pure in Iran - Una televisione cristiana per il Medio Oriente e il Nord Africa, che tenga viva una minoranza sempre sotto tiro e attragga pure telespettatori musulmani
La tv dei cristiani oppressi piace pure in Iran - Una televisione cristiana per il Medio Oriente e il Nord Africa, che tenga viva una minoranza sempre sotto tiro e attragga pure telespettatori musulmani. È questa la «missione » di Sat-7, una rete satellitare fondata nel 1995, che da un paio d’anni si è rivitalizzata con 7 milioni di telespettatori abituali. Il quartier generale si trova a Nicosia, sull’isola di Cipro e nel corso del tempo il network si è allargato a cinque canali che trasmettono in 22 paesi musulmani. Il più importante è Sat-7 Arabic, che ha avuto punte di audience di 10 milioni. Il canale dedicato ai bambini, che fra Medio Oriente e Nord Africa sono 100 milioni, sta riscuotendo un grande successo. Sat-7 trasmette anche in farsi, la lingua parlata dagli iraniani. Nella patria degli ayatollah la minoranza cristiana è stimata oltre le 200mila persone. La tv satellitare manda in onda programmi pure in Turchia per quattro ore al giorno. «I cristiani rappresentano oggi circa il quattro per cento della popolazione mediorientale- spiega Kurt Johansen il direttore dell’ufficio europeo di Sat- 7- . Il resto degli abitanti conosce assai poco i fedeli e la loro religione. E spesso il cristianesimo è associato all’Occidente, di cui in genere gli arabi non si fidano molto ». I cristiani in Medio Oriente sono calati in un secolo dal 20 al 5 per cento. Oggi si stima che siano ancora fra i 10 e i 12 milioni, ma l’avanzata dell’Islam duro e puro,oltre agli attentati mirati, fanno temere che i cristiani si assottiglieranno a soli 6 milioni nel 2020. L’obiettivo della tv via satellite è raggiungere non solo il pubblico della minoranza che crede in Gesù, ma pure i musulmani. «Un compito arduo in una regione vasta e a maggioranza islamica, dove vivono più di 200 milioni di persone e dove già trasmettono oltre 300 televisioni. Finora però il nostro impegno sta dando i suoi frutti», spiega il direttore della costola europea che ha la sua base in Danimarca. Il palinsesto comprende talkshow nei quali si trattano i temi della vita quotidiana e argomenti religiosi. Il cavallo di battaglia è rappresentato da film e documentari ispirati a episodi biblici. Soprattutto perché in Medio Oriente il filone storico- religioso è molto seguito. Nel 2007 è stato creato il canale per i bambini, che ha avuto successo con programmi ad hoc che ricongiungono famiglie o rispondono alle domande in diretta dei più piccoli e aiutano i casi disperati. L’80% del palinsesto viene prodotto in Medio Oriente e la tv sta in piedi grazie alle chiese cristiane nei Paesi dove trasmette, a cominciare dall’Egitto, patria dei copti, dove ha un’audience di 2-3 milioni di persone. Ogni anno vengono raccolti 12 milioni di dollari in donazioni e dall’Italia Sat- 7 viene appoggiata dalla storica organizzazione cristiana «Aiuto alla chiesa che soffre». «Non affrontiamo mai temi di carattere politico, né ci occupiamo delle questioni interne al mondo arabo - sottolinea Johansen - . E quando dobbiamo trattare argomenti controversi, come il ruolo della donna, siamo sempre molto attenti a non urtare la sensibilità dello spettatore». Molti cristiani, dalla Siria nel bagno di sangue della guerra civile, all’Irak che sta cercando la stabilità si aggrappano alla tv di Gesù. «Per tanto tempo con mio marito e la nostra famiglia non siamo andati in chiesa per mancanza di sicurezza - ha scritto Mona un’irachena di 24 anni - Sat-7 era diventata la nostra chiesa che ci dava conforto nei momenti difficili». Il fondatore della tv, Terence Ascott, precisa: «Non attacchiamo l’islam e presentiamo la fede cristiana in una maniera positiva». L’obiettivo non è convertire gli islamici, ma semplicemente creare un’ambiente che sia meno ostile nei confronti dei cristiani. «Neanche questo ci garantisce assoluta sicurezza» osserva il direttore per l’Europa di Sat-7. Nonostante le buone intenzioni e una parte di spettatori anche musulmana «per molti una tv cristiana rimane una spina nel fianco. Specie se vista da milioni di persone».