Fabio Monti, Corriere della Sera 11/07/2012, 11 luglio 2012
BEARZOT SORPRENDE, ZOFF ALZA LA COPPA. UNA FESTA MONDIALE LUNGA 30 ANNI
Sono passati trent’anni dall’11 luglio 1982, la domenica della finale del Mundial spagnolo, del 3-1 alla Germania, del terzo titolo mondiale, dopo quelli del ’34 e ’38. Ecco 30 ragioni per capire dove è nato il trionfo del Bernabeu.
1Le scelte di Bearzot: discusse, ma chiare per sfruttare l’esperienza del Mondiale ’78; puntare sul blocco Juve (nonostante Bettega k.o.); affidarsi a Paolo Rossi, dopo la squalifica.
2Le parole di Spadolini, presidente del Consiglio, prima di partire: «Machiavelli equiparava la fortuna alla virtù» (1 giugno).
3L’ottimismo dell’allora presidente della Figc, Sordillo: «Poiché lo spirito domina la materia, è possibile ogni risultato». (2 giugno).
4La scelta del ritiro per la prima fase, la Casa del Baron a Pontevedra: gli azzurri al fresco della Galizia, per giocare a Vigo con Polonia (0-0), Perù (1-1) e Camerun (1-1).
5Il silenzio-stampa, dopo l’1-1 con il Camerun: Zoff è l’unico dei giocatori deputato a parlare. Nato da futili motivi, ha il merito di riaccendere l’orgoglio azzurro (24 giugno).
6Le ironie dopo un modesto girone di qualificazione.
7Un altro Mondiale: è quello che nasce dopo i primi tre pareggi. Non c’è l’eliminazione diretta, ma un girone da vincere e il fatto di dover arrivare davanti a Brasile e Argentina esalta lo spirito di sopravvivenza degli azzurri.
8La saggezza di Zoff. Le sue parole servono a tranquillizzare la squadra e a proteggerla.
9La scintilla è il 2-1 all’Argentina, perché si vede che tutto può davvero succedere.
10Contro il Camerun, Oriali rileva Marini, ma dall’Argentina (29 giugno), è tutta l’Italia che cambia faccia.
11La sublimazione del gioco all’italiana: difesa super-organizzata, forza e genio in mezzo, contropiede.
12La partita di Gentile contro Maradona: una marcatura spietata, ma perfetta. Un muro.
13Con l’Argentina segnano Cabrini e Tardelli, non due attaccanti: l’Italia scoppia di salute.
14Bearzot pre-Brasile: «Non mi basta uscire imbattuto».
15L’esplosione di Rossi con la Seleçao: 3 gol. Bearzot più che un c.t. è un profeta (5 luglio).
16L’orgoglio dei brasiliani, che dopo il 2-2 di Falcao, invece di frenare, continuano ad attaccare e incassano il 3-2 in contropiede.
17Il bis di Gentile con il Brasile: dopo Maradona, ferma anche Zico.
18L’esplosione di Bruno Conti: in Italia diventa Marazico.
19L’incredibile partita di Bergomi con il Brasile: entra al 34’ p.t. per Collovati k.o. e annulla Socrates.
20L’idea di invincibilità che dà al gruppo il 3-2 al Brasile.
21L’euforia di Pertini, che segue Italia-Brasile da Roma e alla fine dice: «Bravi, ve l’avevo detto che dovevate attaccare. L’avete fatto, avete vinto».
22La semifinale vinta con la Polonia (2-0, 8 luglio): Rossi è l’hombre del partido; il match è una formalità. Che aumenta l’autostima.
23Il vento, che si mette a soffiare per l’Italia: la Germania elimina la Francia (ai rigori, 3-3; 5-4), ma deve giocare anche i supplementari.
24Il ciclone-Pertini: arriva alle 10.55 dell’11 luglio, irrompe nell’albergo degli azzurri: bacia tutti, parla con tutti, entusiasma tutti.
25La scelta a sorpresa di Bearzot. Antognoni non ce la fa (sette punti al piede) e lui schiera un difensore in più: Bergomi (con Collovati e Scirea) annullerà Rummenigge.
26Il rigore sbagliato da Cabrini è l’ultima scintilla per spingere l’Italia ad alzare la coppa.
27Ci vuole un guizzo per bucare la difesa tedesca, costretta al catenaccio: ci pensa Rossi (11’ s.t.).
28Un Mondiale, nato dai pareggi di Vigo, non può che produrre un gol come quello di Tardelli (24’ s.t.). Un’esultanza lunga trent’anni.
29La festa di Pertini al 3-0 di Altobelli: «Adesso basta».
30Ore 21.50: l’Italia è campione del mondo. Zoff alza la Coppa, il giorno dopo, tutti sull’aereo del presidente e tutti al Quirinale. Trent’anni dopo la festa è diventata storia.
Fabio Monti