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 2012  luglio 10 Martedì calendario

LA SFIDA DEL PRECARIO PUGLIESE AL CAMPIONE MONDIALE DI DAMA

LA SFIDA DEL PRECARIO PUGLIESE AL CAMPIONE MONDIALE DI DAMA–

Dimenticatevi la sfida con la morte del Settimo sigillo. O le battaglie da Guerra fredda tra Boris Spasskij e Bobby Fischer negli anni Settanta. Niente scacchi. A San Giovanni Rotondo da domenica andrà in scena lo scontro per il titolo di campione del mondo di Dama. Sport spesso trascurato a favore del fratello nobile con re e regine, ma che ha una storia antica di almeno cinque millenni. E in Puglia non avrà luogo un nostalgico revival di Unione Sovietica contro Stati Uniti, ma un inedito Barbados contro Italia. Ronald King, campione in carica dal 1991, contro Sergio Scarpetta, insegnante precario di elettronica e informatica a Biella, ma originario di Cerignola. È da quando fu istituito nel lontano 1847 che il titolo mondiale è appannaggio di campioni di lingua inglese e questa sarà solo la seconda volta in un secolo e mezzo di storia che lo sfidante non sia originario di un Paese del Commonwealth. La prima è stata lo scorso anno e si trattava sempre di un italiano. Per Michele Borghetti non è andata bene, ma si trattava di un’altra disciplina. Perché di dama non ne esiste una sola. Quella della sfida che andrà in scena tra King e Scarpetta si chiama «dama inglese a mossa libera», una disciplina che ha avuto origine nel ‘700 in Inghilterra ed è stata poi esportata in tutte le sue colonie. Rispetto a quella che giochiamo in Italia, ha due regole che la rendono diversa: si può decidere il tipo di presa e anche le pedine possono mangiare la dama. Due differenze non da poco, che rendono il gioco molto più aperto. «Andare a dama potrebbe non determinare la vittoria », conferma Scarpetta, che sta aspettando di affrontare il campione a due passi dal suo paese d’origine. Il giovane campione italiano è riuscito a guadagnarsi il titolo di sfidante dopo aver vinto il torneo internazionale di San Remo lo scorso autunno, ribaltando i pronostici che vedevano favoriti inglesi e turkmeni. E ora dovrà vedersela con il più forte giocatore degli ultimi vent’anni. «Sarà un confronto molto duro, perché lui è fortissimo e ha il vantaggio di non dover attaccare: in caso di pareggio manterrebbe il titolo», spiega il nostro campione. Sarà uno scontro di nervi, perché nella dama il pareggio è contemplato ed è anche frequente tra giocatori di alto livello. «Se nessuno sbaglia, si finisce in parità. Per questo sarò costretto ad espormi un po’ per cercare di fargli fare qualche errore», confessa Scarpetta. Ma niente strategia d’attacco. «Sarebbe controproducente essere aggressivi da subito, perché se dovessi perdere poi lui avrebbe un doppio vantaggio. Nelle prime partite cercherò di rompere il ghiaccio per poi attaccare dopo». La finale durerà sei giorni, dal 15 al 20 luglio, con quattro partite al giorno. Un evento al quale Scarpetta si è preparato per mesi, studiando le precedenti partite del campione. «Il mio unico vantaggio è aver potuto analizzare il suo gioco negli undici precedenti match nei quali ha gareggiato per il titolo mondiale». E poi tanto esercizio, soprattutto al computer, tra programmi creati appositamente e sfide virtuali su internet contro giocatori di tutto il mondo. Tutto per la gloria, perché il montepremi è più che altro simbolico: 1.200 euro al vincitore e 800 allo sfidante. Soldi che di certo non cambieranno la vita a un professore precario di 37 anni laureato in ingegneria e innamorato di questo sport da quando ne aveva dodici. «Mi piacciono anche gli scacchi, ma ciò che preferisco della dama è che si può fare un’analisi dettagliata e minuziosa dell’andamento del gioco, fino a prevedere esattamente l’esito finale già a metà partita». Una sfida con se stessi prima che con l’altro. Che si chiamerà anche King, ma prima o poi il suo scettro dovrà pure cederlo.