Andrea Scaglia, Libero 10/7/2012, 10 luglio 2012
SILVIO BATTE I PM 22-0 IL CASO MILLS È CHIUSO
Mills e non più Mills. Dice: fai un pezzo su questa cosa, che da ieri è diventata definitiva la sentenza di proscioglimento di quel che veniva considerato il processo più temuto da Berlusconi - perlomeno all’epoca in cui Berlusconi era davvero Berlusconi, spartiacque amato/odiato d’Italia, Cavaliere da una parte e Caimano dall’altra. E infatti è così: come annunciato in aula lo scorso 25 febbraio dal presidente della Corte giudicante Francesca Vitale, l’ex premier è definitivamente prosciolto per prescrizione. L’accusa - che in questi anni ci ha accompagnato attraverso guerre e cambi di governo, lodi alfani ed ex Cirielli, Calciopoli e Mondiali vinti e quant’altro - l’accusa era d’aver allungato 600 mila dollari all’avvocato inglese in modo che rendesse testimonianze allo stesso Berlusconi favorevoli in altri due procedimenti - questi ultimi che intendevano ricostruire la rete di società off-shore riconducibile al gruppo che a «mister B.» faceva capo. PROVE NON VALIDE In realtà ci si aspettava un qualche ricorso. Da parte della Procura milanese per eventualmente ribaltare il verdetto, o anche dagli avvocati difensori che inizialmente s’erano detti non del tutto soddisfatti, «Berlusconi meritava un’assoluzione completa ». E invece niente: ieri alle ore 13 scadeva il termine per presentare impugnazione, e il funzionario ha chiuso l’ufficio senza che nessuno si presentasse. Ragion per cui: finito, il “caso Mills” è giudiziariamente finito. Che quasi non ci si capacita. Eda unaparte ci sono i cacciatori di Silvio che ora fanno spallucce, l’espressione schifata del tipo «l’ha sfangata anche stavolta ». Magari fingendo di scordare che nella sentenza - oltre a ripercorrere l’interminabile percorso del procedimento, fino all’ultima ricusazione della Corte proposta da Berlusconi stesso il 27 gennaio e decisa dalla Corte d’Ap - pello il 23 febbraio, ricusazione che «ha costituito l’ostacolo finale alla tempestiva definizione almeno in primo grado del processo » - nella sentenza, dicevamo, veniva anche giuridicamente demolita una delle prove-cardine dell’accusa. Vale a dire quella sorta di lettera-confessione scritta da Mills ai suoi fiscalisti nel 2004, in cui l’avvocato londinese rimarcava d’aver brigato per tenere per l’appunto «mister B.» fuori dai guai - affermazione poi ritrattata. Secondo i giudici quel documento non poteva aver valore di prova, poiché andava affiancato «da un’ulteriore illustrazione orale da parte del’autore nella cornice dialettica garantita dal meccanismo orale di domanda e risposta». E al di là delle valutazioni in cui si definiscono «incongruenti, imprecise e inverosimili » le dichiarazioni con cui successivamente Mills ha poi negato le circostanze descritte nella missiva, comunque quella mancanza «svuota di significato quale mezzo probatorio anche la lettera ». Concludendo: «Nessuna verità, neppure processuale, può dirsi raggiunta», così ha scritto la Corte. Significa che, anche senza prescrizione - i cui termini sono diminuiti per via della criticatissima legge ex Cirielli che allo stesso ex premier viene rinfacciata - Berlusconi sarebbe stato assolto, sia pur richiamandosi alla vecchia formula dell’insufficienza di prove. Ed è forse questo il motivo per cui nessuno ha ricorso: il pm non voleva rischiare un’ulteriore facciata, d’altro canto la difesa non ha alcun interesse a reimmergersi in un magma giudiziario così insidioso. Ora che l’evaporazione del processo Mills è ufficiale, certo comincerà la consueta contabilità sui processi del Berlusca. Ecco, per quel che ci riguarda, certi che ci saranno anche calcoli diversi: cinque assoluzioni, cinque archiviazioni, sei prescrizioni (Mills compreso), la recente prescrizione/ assoluzione della vicenda Mediatrade, poi due procedimenti chiusi per cancellazione del reato (il falso in bilancio, e anche qui di polemiche ce ne furono i pacchi, visto che fu decisione del governo Berlusconi) e altri due fra assoluzioni e amnistie e prescrizioni. Elenco a cui potrebbe essere aggiunto il procedimento aperto a Firenze, quello sulle stragi mafiose del ’92-’93 e in cui Berlusconi è stato tirato in mezzo dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza, per cui però è stata richiesta l’archiviazione. CONTABILITÀ FORENSE Ventidue in tutto, dunque. Ventidue volte in cui l’ex premier è uscito dai processi senza una condanna. Ne restano aperti tre: quello legato al caso Ruby, con le imputazioni di concussione e prostituzione minorile, poi l’altro sulla diffusione del nastro con la registrazione della conversazione Fassino-Consorte («…abbiamo una banca…») e infine il cosiddetto processo Mediaset, fondi neri celati dietro l’acquisto di diritti televisivi: per quest’ultimo il pm - Fabio De Pasquale, lo stesso di Mills - ha il 18 giugno scorso chiesto la condanna di Berlusconi a 3 anni e 8 mesi. Il verdetto è previsto per l’autunno. All’inizio dell’articolo c’eravamo quasi illusi. Invece no, non è finita. Altre udienze ci aspettano. Vorrei vedere voi.