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 2012  luglio 11 Mercoledì calendario

Le mani delle mafie sull’agricoltura - La piovra della criminalità si infiltra sempre di più nel settore agricolo

Le mani delle mafie sull’agricoltura - La piovra della criminalità si infiltra sempre di più nel settore agricolo. Il pensiero va subito alla piaga del caporalato, dello sfruttamento della manodopera. E invece i tentacoli delle mafie sono ben più estesi e articolati. Tra le prede più ambite ci sono anche le coltivazioni, gli attrezzi agricoli, il bestiame o i macelli. Un «ramo d’affari» fatto di piccoli crimini silenziosi che, nel complesso, alla criminalità organizzata fruttano ogni anno una cifra da capogiro: ben 50 miliardi di euro. I numeri mettono in luce anche i risvolti umani di questa piaga che di fatto terrorizza tutta l’agricoltura: sono ben 240 i reati che ogni giorno vengono commessi nel settore. Significa 8 all’ora. A farne le spese sono più di 350 mila agricoltori vittime quotidiane di racket, pizzo, strozzinaggio, aggressioni, rapine, furti e agropirateria. Il terribile fenomeno è fotografato dal IV Rapporto sulla «Criminalità in agricoltura» della Cia, Confederazione italiana agricoltori, che è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Humus. L’analisi mette anche in evidenza che le «attività» dell’azienda «mafie spa» sono in crescita su tutto il territorio. Se il fenomeno fino a pochi anni fa si riscontrava unicamente nelle regioni del Sud Italia, oggi invece si sta espandendo a macchia d’olio in tutta Italia. Il risultato che reati come l’abigeato (ogni anno spariscono più di 150 mila animali) e le truffe verso l’Ue sono in crescita. Ma emergono anche reati pericolosi per la salute come la macellazione clandestina e le discariche abusive. Intanto il «cancro del caporalato», del lavoro nero, dello sfruttamento della manodopera, soprattutto extracomunitaria non rallenta. Ma più distinti, i fenomeni di usura e del pascolo abusivo. Proprio l’usura, alimentata dalla crisi economica, continua a crescere in maniera rilevante tanto che, secondo il rapporto, negli ultimi cinque anni, ben 25 mila imprese agricole si sono viste costrette a chiudere la propria attività proprio per debiti o usura. Il numero degli agricoltori coinvolti in rapporti usurai non sono meno di 20 mila, ma le posizioni debitorie raggiungono un terzo delle aziende. Anche i furti di prodotti agricoli continuano ad essere sempre più frequenti. Ma non si tratta di occasionali furtarelli. Siamo in presenza di massicce sottrazioni del prodotto (spesso direttamente dalla pianta), che prevede una scientifica e organizzata operazione di raccolta. Ogni anno circa 150.000 animali spariscono, la gran parte destinata alla macellazione clandestina. Si tratta essenzialmente di bovini e maiali, ma anche di cavalli e in prossimità delle feste pasquali agnelli e pecore. E c’è anche spazio per «new entry» legati all’andamento dei prezzi. In questi ultimi anni è cresciuto l’assalto dei «predoni del rame» sull’onda del rialzo delle quotazioni del metallo. Sono tanti gli agricoltori, soprattutto nel Sud, che denunciano furti di rame (contatori, cavi elettrici, generatori di energia). Un saccheggio silenzioso ma continuo. E questo reato, oltre al danno in se’, ha come causa diretta il blocco di raccolti e coltivazioni in momenti cruciali per l’agricoltura.