MAURIZIO TERNAVASIO, La Stampa 11/7/2012, 11 luglio 2012
Il cerotto blu sulla schiena, la moda dell’estate - Cosa sono quei cerotti sulla schiena di Balotelli?»
Il cerotto blu sulla schiena, la moda dell’estate - Cosa sono quei cerotti sulla schiena di Balotelli?». La domanda è risuonata in milioni di case, quando Super Mario, dopo aver messo a segno contro la Germania il secondo gol nella vittoriosa semifinale degli Europei, si è denudato mostrando una muscolatura da Hulk con delle strane strisce azzurre. Che da quella magica notte stanno spopolando anche nei parchi cittadini per i cultori della corsetta scaccia-pancia, sui campi da tennis e in palestra. Specie tra chi è alle prese con quelle infernali macchine che dovrebbero scolpire muscoli che ogni tanto cedono rovinosamente. Insomma, è scoppiata la cerottomania. E la gran corsa verso l’utilizzo di questi feticci colorati si è scatenata anche negli studi di fisioterapisti e osteopati: guai a «trattare» i clienti solo con le mani, senza lasciare poi addosso quel variopinto e miracoloso ricordino che tutto può. L’ applicazione chiamata «kinesio taping» non rilascia alcun medicamento e serve a decomprimere la zona del corpo malandata poiché attiva i recettori, provoca una risposta vasodilatatoria e la conseguente diminuzione del dolore dopo qualche giorno. La tecnica sviluppa la sua efficacia biomeccanica attraverso l’attivazione dei sistemi neurologico e circolatorio. Quello portato alla ribalta da Mario Balotelli (e che in Italia-Inghilterra spuntava dalla maglia di Buffon) va ad arricchire la galleria dei cerotti miracolosi: contro il mal di mare e per smettere di fumare, ma anche anticoncezionale, oppure posizionato sul naso per assicurare una migliore respirazione. Le applicazioni del kinesio taping sono molteplici: quella strisciolina, che a seconda della forma con cui viene tagliata può lavorare a livello superficiale (ad esempio con un disegno a cinque dita) o sui muscoli paravertebrali (strisce larghe come quelle sulla schiena di Balotelli), funziona per le contratture muscolari, il tunnel carpale, la lombalgia (il probabile fastidio di Balotelli in quella partita), l’artrosi cervicale, la tendinite e l’epicondilite. Ma, applicato in un certo modo da chi ha frequentato corsi post-universitari (il faida-te non è né previsto né assolutamente consigliato), può essere utile anche per rendere più stabile un ginocchio ballerino o per tutelarlo dopo un’operazione al crociato anteriore. Così dopo quella serata si è scatenata una vera e propria moda: quest’estate prepariamoci a vedere sbucare dai bermuda e su schiene abbronzatissime quelle strane decorazioni che fanno già tendenza, come il bracciale Power Balance che ha spopolato un paio di anni fa dopo essere stato visto al polso di Shaquille O’Neal, Rubens Barrichello, Cristiano Ronaldo e poi persino di Silvio Berlusconi. Nel nostro Paese la comparsa del cerotto magico risale alle Olimpiadi di Torino 2006, ma si è diffuso in maniera più capillare a partire dalle Universiadi dell’anno successivo. I privati con qualche dolorino di troppo e gli sportivi della domenica li usano invece da un paio di anni. Le striscioline che ripristinano le funzioni muscolari e linfatiche compromesse dallo sforzo sono state sviluppate a partire dal 1973 da un chiropratico e agopuntore giapponese, Kenzo Kase. Il bendaggio è realizzato con un particolare tessuto elastico a base di cotone prodotto su autorizzazione dello stesso Kase. Nel 1999 la tecnica ha preso anche la strada dell’Italia grazie all’australiano David Blow che ha perfezionato il taping neuro-muscolare (Tnm), utilizzato da Federica Pellegrini e Flavia Pennetta. La differenza è sottile come il cerotto: se il prodotto giapponese privilegia la compressione della parte sofferente, quello di Blow agisce maggiormente sul versante della decompressione, creando un punto di minor tensione tra cute e sottocute, tra muscolo e tendine. Inutile dire che, dopo quelle immagini, tutti vogliono il cerotto di Balotelli. Il colore, secondo alcuni, sarebbe indifferente. Secondo altri invece il nero rilascerebbe in maniera ottimale la colla che funge da reagente naturale, mentre quelli neutri sarebbero meno efficaci. Alle persone di una certa età vengono proposti color carne, ma sempre più spesso la richiesta fatta al fisioterapista o all’osteopata è la stessa: «Lo vogliamo azzurro come quello di Super Mario».