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 2012  luglio 10 Martedì calendario

ACCORDO CRUISE-HOLMES SURI RESTA CON LA MAMMA MA SULLA RELIGIONE DECIDE TOM


Nato il 4 di luglio, Tom Cruise aveva celebrato i suoi cinquant´anni nell´unico modo in cui non ti saresti immaginato nella sua vita da Hollywood party: solo. Da ieri, il Top Gun più famoso del mondo può ricominciare, se non a sorridere, a disperarsi un po´ meno: quanto meno al pensiero della verità che l´ex moglie avrebbe potuto spiattellare.
Tom Cruise e Katie Holmes hanno raggiunto l´accordo sul divorzio ad appena una settimana e mezzo dall´annuncio - di lei - che quel matrimonio era diventato una mission impossible. La velocità è un record in un mondo dove - da Mel Gibson a Tiger Woods - le pratiche rischiano di durare più dei matrimoni. Le clausole sono naturalmente coperte dal segreto di rito: anche se certo sembra che la tenera materia del contendere, cioè la piccola Suri, rimarrà a New York con mamma Katie. Ma il lieto, si fa per dire, fine getta anche un´ulteriore ombra: rilanciando i sospetti che siano stati i miliardi e la potentissima longa manus di Scientology a tappare velocemente la bocca alla giovane attrice ribelle.
La mossa di Katie, dicono i tabloid, aveva lasciato «profondamente rattristato» il divo, rimasto appunto di ghiaccio mentre girava non a caso in Islanda il film di fantascienza che porta il titolo anch´esso evocativo di Oblivion: tutto da dimenticare. Questo con Katie era il suo terzo matrimonio, dopo quello con Mimi Rogers e con Nicole Kidman, la diva australiana con cui aveva adottatato due figli, Isabella e Conor. I soliti tabloid insistono ora che era tutta una montatura e Katie, più giovane di 17 anni, s´era impegnata a restargli accanto per un tot di tempo. Il crollo sarebbe avvenuto proprio sulle gracili spalle di Suri, oggi sei anni: la mamma, che prima di sposarsi col rito di Scientology nel castello degli Odescalchi, in Italia, era una devota cattolica, non avrebbe gradito l´educazione religiosa imposta dal papà. L´accordo adesso le affiderebbe la bimba: ma Tom avrebbe strappato comunque la possibilità di "discutere insieme" proprio il suo cammino religioso.
«Siamo felici per Kate e la sua famiglia e ringraziamo Tom per la professionalità e la diligenza che ci ha aiutato ad arrivare a una soluzione veloce» dice ora Jonathan Wolfe, il volpone avvocato di Cruise. E «davvero sodisfatto» ha fatto sapere di essere lo stesso Tom. E Kate? «Mi trattava come un robot» avrebbe confessato l´attrice agli amici più intimi. Adesso basta: quel film è finito. Almeno fino al prossimo sequel.