Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 10 Martedì calendario

LA "CURVA" LETTERARIA


Una volta, anni e anni fa, i "readings" di poesia erano epocali: ah, potere ascoltare T. S. Eliot o W. H. Auden leggere ad alta voce e con le giuste intenzioni e intonazioni d´autore, i loro versi più amati, e conosciuti a memoria...
Più recentemente, la compartecipazione diffusa agli "eventi" di massa pare più affine alla tifoseria calcistica. E fa tornare in mente una esperienza vissuta e controllata, proprio sulle porte, nel Mauritshuis dell´Aia: piccolo museo squisito con opere importanti di Rembrandt e di Vermeer in sale adiacenti. Sullo stesso piano; e non mi esce dalla memoria. Quando l´"evento" era costituito da una retrospettiva di Vermeer, quasi nessuno attraversava la soglia tra la folla e i Rembrandt. E lo stesso accadeva quando – inversamente – la mostra era su Rembrandt; e quasi nessuno faceva pochi passi per ammirare in solitudine i Vermeer.
Così, quando attualmente i tifosi calcistici «fanno massa» con tutti i tavolini prenotati nella piazzetta di Capri per poter vedere la partita Italia-Spagna ed esultare (magari) tutti insieme all´"evento", subito scattano i paragoni con i festival contemporanei con tante lezioni di Filosofia o Matematica o Fisica o raccontini in lingua originale per utenze di eventi di massa. Quindi, solo testi commissionati per l´evento, e anticipati sui mezzi di massa. Dunque inevitabilmente si rammentano i corsi universitari di tanti anni fa, quando taluni docenti si limitavano a leggere un capitolo di un loro trattato, che allora bastava studiarsi a casa, per l´esame. Invece altri docenti, più popolari, parlavano (apparentemente) «a braccio», strutturando i concetti ma raccogliendo i vari spunti specifici proposti da noi studenti. Più o meno militanti o pedanti o petulanti.
* * *
Per T. S. Eliot (citato dal TLS , «occorre considerare gli interessi di quella grande, vaga, sconosciuta entità chiamata "il pubblico"... Cioè, il più vasto numero di membri del tipo giusto, dunque uomini e donne provvisti di una cultura generale»...
* * *
Politicamente corretto e/o scorretto... Quel sempiterno e venerando tormentone, non solo italico, forse raggiunse fra noi un suo apice quando Indro Montanelli e Giorgio Bocca intitolarono «Controcorrente» e «L´Antitaliano» le loro rubriche di più duraturo successo fra la buona borghesia intelligente e istruita. Tradizionalmente, infatti, le nostre buone letture consistono in denigrazioni autoctone e locali del Bel Paese, anche nei centri piccoli (come faceva Leopardi). Senza bisogno di appoggiarsi alla "auctoritas" dei prestigiosi media stranieri che normalmente ci giudicano dall´alto al basso con folklore.
Le varianti appaiono canoniche, e invariabilmente elogiate: dalla trasgressione impenitente alla irriverente provocazione. Immaginare l´opposto mediatico della provocazione trasgressiva? Praticamente impossibile: ricadere a gamba tesa nel conformismo del «politically correct», o negli anticonformismi di un qualunquismo buonista? E i rapporti col potere, dove metterli?
E i moralismi che attualizzano e fanno sopravvivere le argomentazioni delle prediche feriali e festive, e le conclusioni dabbene del tipo «signora mia»?
Durante le vacanze, così, le mitiche o effimere considerazioni sul corretto e/o scorretto ora tendono a spostarsi verso l´ora dell´aperitivo nelle ridenti località più o meno alla moda. Macché più elzeviri o corsivetti. Tramonti, piuttosto. Linea alla pubblicità. Sul territorio?