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 2012  luglio 10 Martedì calendario

MARINES


Anche i marines dovranno rassegnarsi a gridare, naturalmente a squarciagola, «Signora sì, sissignora». Ufficiale e gentildonna, arrivano le femmine al comando degli uomini meno gentili del mondo. Una delle ultime isole del "machismo" in uniforme, il "Corpo", come viene chiamato da chi ne fa parte senza bisogno di aggiungere "dei marines", è stato espugnato dall´assalto delle pari opportunità militari e il corso di Resistenza al Combattimento, che gli aspiranti ufficiali devono superare, è stato aperto anche alle donne.
Non saranno le prime donne ufficiali a indossare le uniformi delle varie armi americane, perché già nella Fanteria dell´esercito, in Aviazione, in Marina, lavorano e strepitano comandi signore con le barrette da tenente sul colletto, o con le aquile e le stelle degli ufficiali superiori sulle spalline. Ma il Cet, il "Combat Endurance Test" indispensabile per accedere al corso ufficiali per il corpo dei marines era sempre stato considerato troppo brutale, troppo fisicamente crudele perché le femmine potessero superarlo senza sconti e aiutini. Ora, con puntigliosa, maniacale attenzione ai dati e alle prestazioni fisiche, gli alti comandi del Pentagono, e il "Commandant", così si chiama il generale che guida i marines, hanno notato che molte femmine sono in grado di superare esattamente le stesse prove inflitte ai maschi. «Ci saranno più candidate che si arrendono o che non ce la fanno, rispetto agli uomini» ha ammesso al New York Times il colonnello Todd S. Desgrosseilliers, l´aguzzino responsabile dei test «ma qualcuna ce la farà certamente».
Qualche ragazza di ferro, certamente, perché il percorso di guerra al quale gli aspiranti sottotenenti - il primo grado al quale si accede nella carriera da ufficiale - è fisicamente, e psicologicamente, disumano e sarebbe considerato tortura da qualsiasi tribunale civile, se non fosse liberamente accettato dai candidati. Sugli 80, ancora tutti uomini perché la prima donna sarà ammessa alle prove di settembre, che hanno preso parte all´esercizio nel forno di Quantico, il campo base in Virginia, sette si sono arresi spontaneamente, sette si sono dovuti ritirare per infortuni gravi e sei, pur avendo portato a termine il calvario, sono stati bocciati. Dunque uno su quattro non ce la fa e viene destinato ad altri servizi. Alcuni stramazzano senza sensi e ci sono stati casi documentati di robusti giovanotti in apparente forma fisica perfetta, certificata da analisi mediche preventive, stroncati da infarto massiccio.
Il "Cet" è riservato alla fanteria dei marines, a coloro che dovranno mettere "gli stivali sul terreno" e combattere in prima linea, senza ausili tecnologici, senza mezzi di supporto, contando soltanto sulle armi che si portano imbracciate e sul contenuto dello zaino. Un peso che varia, secondo la missione, da un minimo di 40 chilogrammi a un massimo dei circa 70 chili che un paramedico deve portarsi sulle spalle. E non ci saranno, nella polvere e nel fumo acre dei combattimenti, commilitoni premurosi che si offriranno di portare il carico delle signore, né le signore marines certamente lo vorrebbero.
Ognuno, è il motto della fanteria, porta il proprio peso. Ma nel caso di un ufficiale, al peso materiale di armi, elmetto, visore a infrarossi e zaino, si aggiunge il peso del comando. Per questo, gli istruttori seviziatori del Corso non si limitano a sottoporre i candidati a test di resistenza fisica che comportano le immancabili marce di chilometri nel fango, nel gelo o, come in questa rovente estate virginiana, nell´afa da 41 gradi, con arrampicate su funi, salti su ostacoli, guadi di acquitrini infestati da serpenti velenosi Mocassini, e brevissimi riposi, spesso dedicati ai piedi sanguinanti.
Ai giovanotti, domani alle signorine, stravolte dalla fatica, invasi dall´acido lattico nei muscoli e annebbiati dalla scarsità di ossigeno nel cervello, i sergenti sottopongono a sorpresa mappe, ordini, situazioni contraddittorie e confuse. Indicano obbiettivi diversi da quelli iniziali, in direzioni opposte, su carte plastificate e divise in griglie, senza neppure dire loro quanto tempo abbiano a disposizione per raggiungerli. «In guerra - dice sempre il colonnello sadico - nessuno si ferma a spiegarti le cose. Ti sparano addosso e basta. Mentre i tuoi soldati guardano te, il loro tenente, per vedere se stai crollando o sei ancora in grado di cavarli da guai». Con il rischio, come accadeva in Vietnam, del fragging, di essere uccisi dagli stessi soldati, se gli ordini apparivano insensati.
Questo è il piccolo, ma ovvio segreto di questa apertura alle donne del corso assassino. Rompere definitivamente il tabù delle donne in prima linea, delle guerriere, che ancora in parte esiste, almeno formalmente nel divieto di partecipare agli scontri a fuoco. Come ufficiale, come comandante di un plotone o di unità più grandi nella fanteria dei marines (che nascono appunto come "fanti di Marina") mantenere l´esenzione delle femmine dal combattimento diretto sarà impossibile. E non c´è ormai più nulla che i sostenitori della teoria del "gentil sesso" o del "sesso debole" possano fare per impedire questa evoluzione: se una donna supererà, fosse anche una su 80, il percorso del diavolo, avrà il diritto e la responsabilità di condurre altri uomini e donne in battaglia e di combattere con loro. Nel crogliolo del corso per ufficiali e gentildonne, si è fusa definitivamente la retorica del «prima le donne e i bambini». Restano soltanto i bambini, per ora.